La tipica variabilità del periodo.


Da qui ad inizio seconda decade la dinamica più interessante è quella che si profila giusto alla fine del periodo considerato.

Il contesto mobile o semi-mobile in atto può proporre il transito di una nuova moderata o debole saccatura in corrispondenza del fine settimana, ma nell’ambito di un quadro barico che, al momento, non sembra così favorevole a cedimenti di significato.

Dopo il guasto degli ultimi giorni, che ha concentrato le piogge in emilia romagna per effetto del maturare di una certa stazionarietà associata, in quell’area, ad un contesto di convergenza tra un richiamo sciroccale al suolo e le correnti sud-occidentali di un vortice in quota, il corso ha assunto la configurazione di qualcosa che sa di più mobile e zonale, pur se sempre ancorato anche a moderate pulsazioni del sub-tropicale in senso meridiano.

Dette pulsazioni sono, di fatto, molto da considerare giacché una è quella in atto e foriera del miglioramento relativo, ed un’altra può essere quella di fine prima o di inizio seconda decade, molto più spostata ad ovest e, pertanto, possibile causa di un certo guasto e di una fase di peggioramento.

Ed ecco la dinamica più interessante di fine periodo sopra accennata. Una dinamica, tutta ancora, naturalmente, da confermare, e che può consistere in un certo rialzo azzorriano a largo ed in una conseguente flessione di un certo peso in area mediterranea, presumibilmente anche non così fugace.

Il disegno si riferisce alla situazione prevista in quota intorno ai giorni 10/11, quando la nuova saccatura potrebbe, appunto, disegnarsi non proprio come un rapido passaggio ma come un affondo o un’onda negativa di una certa ampiezza e plastica, ovvero foriera di più apporti perturbati e di una decisa fase variabile/instabile…

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