Dall’ immagine satellitare è ben evidente la perturbazione atlantica che sta attraversando oggi l’Italia centro settentrionale.
Questo fronte perturbato sta causando forti piogge sul nord est e sulle regioni centrali del versante tirrenico.
Sull’Abruzzo e su gran parte del sud le piogge sono meno frequenti, e dove si sono verificate sono state per lo più di debole intensità.
Mancano ancora molte sulle regioni meridionali, mentre al nord e sul medio versante tirrenico gli accumuli annui sono arrivati a livelli molto elevati.
Le temperature saranno destinate a calare nei prossimi giorni su tutta l’Italia grazie all’aria più fresca che farà seguito il passaggio del fronte atlantico.
Una bassa pressione colma di aria fredda, causerà in questi prossimi giorni una fase molto instabile su gran parte della nostra Penisola.
Le precipitazioni risulteranno più diffuse, abbondanti ed intense sulle regioni centrali e settentrionali,più sparse sulle regioni meridionali.
Le temperature tenderanno a diminuire da domani, giovedì, inizialmente al nord ma nei giorni a seguire il calo termico si andrà ad estendere su tutta l’Italia.
Questo inizio di ottobre segna una fase in linea con la classica alternanza di ondulazioni positive e negative in moto da occidente, foriera dell’altrettanto classico tempo variabile o descritto da momenti di tempo instabile e momenti di tempo stabile che si alternano. Tutto è, dal punto di vista climatologico e meteorologico, perfettamente conforme al periodo stagionale, con un autunno che avanza graduale, senza affondi particolari, ma con segnali che lo identificano in modo chiaro. Se osserviamo il disegno della situazione generale prevista intorno ai giorni 3/4 ottobre possiamo facilmente cogliere il senso di quanto sopra indicato, fatto delle ondulazioni in quota in forma di saccature e promontori, e fatto di quanto, rispetto alle medesime, corrisponde nei bassi strati in forma di circolazioni cicloniche e di circolazioni anticicloniche. La dinamica che muove le stesse ondulazioni e le stesse circolazioni da occidente a levante, nonché lo schema evolutivo baroclino che vede dette circolazioni più o meno disposte ad est rispetto alle figure in quota, completano l’opera. E completano l’opera di un quadro che sa bene informare su certe leggi classiche di fisica dell’atmosfera, attinenti a vorticità, vento geostrofico, forza di coriolis. In linea con dette leggi vale anche quanto è dato di osservare riguardo alla disposizione degli assi degli stessi promontori, tendenti ad inclinarsi in senso orario, proprio per come indicano la saccatura sul mediterraneo centro-settentrionale ed il promontorio disteso sino alle isole britanniche. La saccatura medesima rappresenta, in tutto e per tutto, un affondo di tutto rispetto, che non mancherà di produrre una fase fatta di instabilità e di diminuzioni termiche, in transito da nord a sud. Quindi l’intervallo del fine settimana, fisiologico e legato al sopravanzare del promontorio di cui sopra, avrà modo di rifornire, soprattutto il centro-nord, di una certa stabilizzazione. Ma si tratterà, probabilmente, vista la tendenza verso una certa persistenza della situazione mobile in corso, di una stabilizzazione temporanea, quale breve attesa della saccatura che, nel disegno, è ancora in pieno oceano, ma pronta ad avanzare verso il continente…
L’immagine del satellite di questa mattina ci fa vedere un fronte freddo , situato attualmente nel nord della Francia, che è seguito da aria fredda artica marittima ed è in movimento verso sud est.
Il Mediterraneo e l’Italia attualmente sono interessati ancora da correnti molto miti nord africane, che stanno causando un aumento della ventilazione dai quadranti meridionali, soprattutto sul versante occidentale della penisola, e un rialzo della temperatura che raggiungerà il suo picco nella giornata di oggi.
Durante la prossima notte il fronte freddo incomincerà ad entrare sulle regioni settentrionali causando un peggioramento del tempo, con piogge e temporali, un aumento della ventilazione e un calo della temperatura.
Un forte calo della temperatura si andrà estendendo su tutta l’Italia nella giornata di domenica e di lunedì a causa dell’arrivo dell’aria fredda nel mediterraneo centrale.
Venti forti e piogge al Centro-Nord, allerta gialla in sei regioni.
Una vasta area di bassa pressione si estenderà nelle prossime ore sulle aree settentrionali del nostro Paese, portando precipitazioni diffuse sui settori alpini e prealpini e una decisa intensificazione della ventilazione.
Sulla base delle previsioni disponibili, il Dipartimento della Protezione Civile d’intesa con le regioni coinvolte – alle quali spetta l’attivazione dei sistemi di protezione civile nei territori interessati – ha emesso un avviso di condizioni meteorologiche avverse. I fenomeni meteo, impattando sulle diverse aree del Paese, potrebbero determinare delle criticità idrogeologiche e idrauliche che sono riportate, in una sintesi nazionale, nel bollettino nazionale di criticità e di allerta consultabile sul sito del Dipartimento della protezione civile.
Sulla base dei fenomeni previsti e in atto è stata valutata per la giornata di domani, venerdì 27 settembre, allerta arancione per rischio idrogeologico sui settori settentrionali della Lombardia. Valutata inoltre allerta gialla sulla Provincia Autonoma di Bolzano e su settori di Lombardia, Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia, Liguria e Toscana.
Un giorno forse sarà possibile identificare le precise aree di un prossimo fenomeno alluvionale e far scattare l’efficace allarme volto ad evitare certe tragedie. Le alluvioni lampo, in gergo internazionale anglosassone “flash flood”, sono, il più spesso delle volte, dovute ad una certa situazione meteo in cui convivono spiccate condizioni favorevoli allo sviluppo di cluster temporaleschi e una relativa stazionarietà del flusso in quota. La situazione che è maturata nelle ultime ore è, in verità, una classica situazione occidentale mobile, ma alcuni giorni fa la perturbazione atlantica in gioco, prima di sfondare in modo deciso, ha dovuto fare i conti con un certo muro anticiclonico che, per qualche tempo, ha reso la corrispondente instabilità pre-frontale, piuttosto stazionaria, ovvero distribuita in un flusso sud-occidentale restìo a traslare in modo rapido verso levante. In questi casi l’eventuale cluster temporalesco lineare rigenerante finisce per presentare una dinamica che lo fa insistere, con il continuo sviluppo di nuove celle senza soluzione di continuità, sulla medesima zona per ore. Se a questo associamo una possibile forte intensità del sistema e dei rovesci associati si può ben capire come possano cadere, su quella zona ed anche nell’arco di poche ore, i 200/300 ed oltre mm di pioggia causa dell’alluvione lampo. Preme, però, sottolineare, come, in detti casi, non basti affatto incolpare del tutto i cumulonembi. C’è da dire, per es., che case vicinissime ai torrenti, nel caso di piogge forti, sono sempre da considerare a rischio; ma c’è poi, anche e soprattutto, da considerare che certe piene repentine, con l’acqua che irrompe verso le case come fosse una cascata, sono, dal punto di vista causale, legate ad alvei inadeguati, invasi di terreno e di vegetazione, e legati alla formazione conseguente di ammassi di vegetazione che funzionano come dighe. Il disegno, che si riferisce alla situazione generale meteo di quei momenti tragici, illustra un quadro che ricorda molto quello dell’alluvione toscana di un anno fa e che, certamente, di quadri analoghi del passato, ne ricorda tanti altri. La fase è quella di un cambio meteo dettato da una moderata sacca atlantica che invade il mediterraneo centro-settentrionale e che tende a scardinare una certa resistenza anticiclonica (colori e frecce blu). Lo sviluppo di una certa circolazione depressionaria al suolo conseguente (linee chiare delle isobare) non può che favorire una configurazione in convergenza con richiamo di aria caldo-umida (frecce rosse). Vengono a concretizzarsi, con particolari effetti sulla zona cerchiata, una situazione di flusso sud-occidentale in quota fatto di divergenza lungo la costa tirrenica e di diffluenza tra toscana ed emilia-romagna, ed una situazione di flusso meridionale o sciroccale nei bassi strati, per una configurazione generale che apre, in maniera netta, alla possibilità di sviluppi temporaleschi rigeneranti lungo la medesima costa tirrenica settentrionale…
In questi prossimi due giorni avremo della instabilità sparsa su tutta l’Italia, a causa del transito di alcuni corpi nuvolosi atlantici.
Le piogge saranno più probabili sulle regioni settentrionali e su quelle del versante tirrenico.
Tra giovedì e sabato avremo una temporanea risalita di aria calda subtropicale sulle regioni centrali e meridionali, un prefrontale, che sarà seguita da un brusco calo della temperatura su tutta l’Italia.
La pioggia persistente delle ultime ore in emilia-romagna induce a tornare a trattare di un certo assai discutibile modo di dare un nome ad una depressione meteo e di continuare a chiamare, con il medesimo nome, successivi fenomeni o depressioni, frutto di una certa evoluzione ad essa legati ma anche completamente nuovi. Il disegno della situazione generale meteo del giorno 15 identifica il cosiddetto ciclone boris, che nulla ha, naturalmente, a che vedere, con i cicloni tropicali, e che corrisponde ad una significativa azione depressionaria, con tanto di intense piogge, nubifragi e venti forti, sull’europa centro-orientale. La depressione, sia in quota che al suolo, è ben profonda, insistente poiché bloccata ad est, disposta con asse nord-sud, e, in quella fase, associata anche ad un contesto ancora baroclino o evolutivo in cui sussiste una significativa disposizione in convergenza con apporto di aria umida che entra nella circolazione da est e da nord-est. Il quadro è andato poi incontro ad una evoluzione che ha visto quella struttura evolvere ulteriormente in cut-off e, come spesso avviene in dette situazioni stazionarie e tendenti a blocco a dipolo, ruotare il suo asse in senso antiorario ad estendere la relativa azione depressionaria in senso retrogrado o anti-zonale. Tale evoluzione ha, quindi, raccontato la storia di una azione depressionaria che è andata maturando in pieno mediterraneo, con le caratteristiche di una circolazione ciclonica molto meno profonda di quella del ciclone boris, con tutta una sua identità, nuova e completamente diversa da quella dello stesso boris. Non solo; occorre considerare il fatto che, almeno inizialmente, detta depressione, da identificare a pieno titolo come depressione mediterranea e maturata in mediterraneo, non ha prodotto, salvo particolari situazioni locali, granché, né in termini di precipitazioni e né in termini di venti. Ha, però, mantenuto le posizioni oltre il previsto, diventando, in quella certa posizione e per questo motivo, insidiosa proprio per le aree centro-settentrionali adriatiche, con particolare riferimento all’emilia-romagna. E questo in virtù di una disposizione dei flussi e di una struttura orografica, soprattutto in quelle aree e per come suggerito dal disegno della situazione generale odierna, favorevole alla formazione di nuvole e piogge. Ma non siamo in una delle situazioni che descrivono l’itinerario in atlantico di un uragano, e nelle quali, giustamente, si da un nome e si continua a chiamare il fenomeno con quel nome perché risulta una identità ben precisa e conservativa che si sposta. Nel caso dell’attuale maltempo sull’emilia-romagna siamo, invece, in un contesto di nuvole e di piogge, legate, per come lo stesso disegno delle due situazioni può suggerire, ad una situazione meteo, rispetto al ciclone boris del tutto nuova, o da non caratterizzare, di certo, come il frutto dello stesso ciclone boris trasferitosi come tale sull’italia…
Le situazioni di blocco, come quella ancora in atto sul continente, ed ascrivibili ad una sorta di dipole blocking, sono anche, spesso, quelle che producono situazioni meteo estreme, quanto meno dal punto di vista della insistenza, con le naturali conseguenze, ad es., di precipitazioni che insistono sulla stessa area per giorni. La circolazione ciclonica chiusa che ha prodotto le alluvioni sull’europa centro-orientale è, praticamente, la medesima, con i dovuti distinguo, che da 24 ore circa, produce tempo instabile e fresco in pieno mediterraneo. I distinguo, in casi del genere, sono sempre opportuni, onde evitare di considerare le entità meteo come fossero cose rigide. Le medesime, nel corso dei loro spostamenti, cambiano le proprie caratteristiche, anche drasticamente. Immaginate un uragano che, come a volte accade, viene agganciato dalle correnti ovest-est e trascinato sino sulle coste occidentali europee; finisce per risultare, nei casi più gravi, una discreta o profonda circolazione ciclonica ma più equiparabile alle normali circolazioni cicloniche atlantiche che ad un vero uragano. Si, lo so; qualche notiziario meteo, in detti casi, tende a raccontare la storia fantastica di una temibile circolazione che, spostandosi verso di noi, come nel caso del maltempo europeo dei giorni scorsi, è da considerare assai minacciosa; ma si tratta, appunto, di fantasticherie speculative. Tant’è che, e per come fisiologico ed atteso, nel suo moto retrogrado, la stessa depressione continentale ha finito per indebolirsi e per risultare, in un altro contesto, altra roba. Nel corso di precedenti mie analisi, di tale depressione, ho descritto la prevista storia, quale quella di un affondo atlantico che, poi, nel quadro di una evoluzione che lo ha visto isolarsi in cut-off, ha finito per stazionare ed approfondirsi sui balcani, e, successivamente, per acquisire moto antizonale a tornare sui suoi passi ed a muovere lungo il mediterraneo da est ad ovest. Detto corso continuerà perché, come non infrequentemente avviene, dette circolazioni slegate dal grande flusso oceanico, come se avvertissero, metaforicamente, il richiamo della loro origine, finiscono per continuare a muovere verso occidente, per essere agganciate e, per, alla fine, rientrare nel medesimo grande flusso ovest-est. Il disegno, della situazione generale prevista intorno ai giorni 20/21, colloca detta area ciclonica sul golfo di biscaglia, pronta, dopo il grande suo percorso in senso antizonale, a rientrare nei ranghi di uno zonale che appare in grado di ripristinare se stesso e di fornire, i giorni a seguire, delle connotazioni, in senso negativo (un possibile certo affondo tra i giorni 23-26) od in senso positivo, sue proprie…
Una goccia fredda retrograda e un flusso atlantico causeranno un tempo tipico autunnale, durante tutta questa nuova settimana.
L’irruzione artico marittima che ha interessato gran parte del continente europeo in questi ultimi giorni, ha generato una bassa pressione sui Balcani che da domani con moto retrogrado si sposterà verso l’Italia.
Il tempo sull’Italia sarà piovoso soprattutto in Emilia Romagna e al centro e al sud e piuttosto fresco.
Dal 19 interverrà un flusso atlantico che farà aumenterà la temperatura specie sulle regioni centrali e meridionali, ma che continuerà a rendere il tempo piovoso su vaste zone del territorio italiano.
L’episodio da preambolo autunnale in atto e l’evoluzione dei prossimi giorni ci raccontano una storia meteo tanto classica quanto da spunto didattico. Affondi ben meridiani come quello che, nelle ultime ore, ha mandato in netta crisi il sub-tropicale mediterraneo, possono evolvere nel cosiddetto rex-blocking, capace poi di maturare nella sua estremizzazione, detta dipole-blocking o anche, per qualcuno, blocco diffluente. Un tale trend, che è proprio quello in atto, vede la saccatura dell’affondo andare incontro a netta vorticizzazione e, quindi, a successivo isolamento di una circolazione ciclonica che sviluppa tendenza a moto retrogrado. La relativa circolazione è quella che, nel disegno della situazione generale prevista ad inizio settimana, è posizionata sulla penisola balcanica, ancora, in qualche modo, anche se parzialmente, ancorata al flusso ondulato oceanico che corre da ovest ad est (vedi simbologia delle frecce blu). La medesima, in virtù di una dinamica orientata nella direzione del cosiddetto rex o dipole-blocking, piuttosto che proseguire il suo movimento verso oriente andrà isolandosi, e, ruotando il proprio asse in senso antiorario, andrà acquisendo moto retrogrado per muovere, pertanto, in senso antizonale, e per guadagnare posizione verso il mediterraneo centro-occidentale. Da cui la situazione illustrata dalla simbologia viola, inquadrabile intorno a metà settimana, e rappresentata da una circolazione ad asse orientato lungo i paralleli, con moderata cella negativa sul mediterraneo centro-occidentale e cella positiva sull’europa centro-settentrionale. Lo scompaginamento del classico flusso zonale ovest-est è anche dettato, in detti casi, da un flusso in quota che si caratterizza in due diramazioni (vedi frecce viola grandi), una principale che muove verso nord-est e che alimenta una vorticizzazione in senso anticiclonico, ed una secondaria che muove verso sud-est o est alle basse latitudini. Tutta una affascinante vicenda che si svolge in relazione a dinamiche troposferiche che scomodano complicate leggi associate alla forza di coriolis, all’equilibrio geostrofico e alla vorticità. Ai fini spiccioli del tempo legato ad una tale evoluzione interessa il fatto che lo stesso tempo subirà una parziale temporanea stabilizzazione, per poi, nel corso della settimana, acquisire la tipica connotazione del tempo variabile/instabile che, depressioni in quota siffatte, semi-stazionarie e disposte tra il mediterraneo centrale e quello occidentale, sanno produrre…
La depressione dell’europa nord-occidentale, defilata ad ovest ed agganciata da un vivace flusso atlantico voglioso di scendere di latitudine, torna sui suoi passi, muove verso levante, e viene a determinare un significativo transito di maltempo sulla penisola. In termini di jet stream la situazione in atto è rappresentata, nel disegno, dalle frecce viola, che identificano il maggiore corso del getto ancora alle alte latitudini e una sua diramazione delle basse latitudini capace di attivare il ben definito flusso instabile meridionale sul mediterraneo occidentale del peggioramento suddetto. Di ulteriore interesse, in relazione alla evoluzione della settimana, è poi da considerare il modo con cui il profilo dello stesso jet stream, con le sue accelerazioni, andrà estendendosi verso sud così da fare del mediterraneo e da parte del flusso del nord-atlantico, territorio di conquista in un modo più diretto. Nel disegno, che, con il supporto della simbologia delle frecce blu, sempre rappresentative del profilo principale del jet stream, fornisce il quadro della situazione generale prevista intorno ai giorni 12/13, si possono apprezzare il trend dello stesso getto da qui a quei giorni ed il deciso affondo, a carattere assai meridiano, che viene a coinvolgere il mediterraneo centrale e che crea un ulteriore elemento di crisi di questo finale di stagione. L’episodio si presenta, infatti, come una vera e propria irruzione di un certo livello, non solo capace di determinare un nuovo transito assai instabile ma anche, visto l’apporto di masse d’aria dei mari del nord, di imporre più o meno apprezzabili diminuzioni termiche. In un contesto che, nel contempo, appare abbastanza dinamico ed a rapida evoluzione è quindi prevedibile che detta circolazione negativa si costituisca poi in una depressione balcanica, non del tutto in grado di arginare una certa ripresa anticiclonica da ovest, ma sempre nell’ambito della persistenza di una generale azione settentrionale o nord-occidentale…
Quest’estate è stata la più calda mai registrata e tutto fa pensare che il 2024 batterà ogni record di temperatura. Lo dice il servizio europeo Copernicus.
Gli eventi estremi legati alla temperatura diventeranno più intensi, con conseguenze più devastanti per le persone e il pianeta.
L’interessante evoluzione in atto e dei prossimi giorni merita una analisi in relazione a certi tipici elementi di dinamica meteo che la contraddistinguono. Il peggioramento in corso è legato ad un affondo del nord-atlantico che è andato maturando in un esteso vortice, frutto di una diramazione del grande flusso che corre alle alte latitudini, e destinato a cut-off. Le circolazioni di questo tipo, sganciate dal forcing ovest-est dominante del jet stream, tendono a vorticizzazione, a stagnazione, e ad eventuale moto retrogrado o antizonale. La relativa stazionarietà le può rendere assai insidiose, specialmente quando particolarmente attive, caratterizzate da assi di saccatura secondari e da flussi frontogenetici. Il caso della nostra depressione in quota, attualmente centrata tra francia ed isole britanniche, è quello di una circolazione che affonda moderatamente verso sud, che va isolandosi dal grande flusso che corre alle latitudini dell’islanda, e che, nel contempo, tende a ruotare il proprio asse nord-sud in senso antiorario, finendo, in un contesto ciclogenetico, per estendere un asse di saccatura sul nostro centro-nord. Il corrispondente contesto baroclino e ciclogenetico, vede, di conseguenza, la genesi di una circolazione depressionaria dei bassi strati sul centro europa, ovvero fisiologicamente ad est del vortice in quota, e che si estende al mediterraneo settentrionale, risultando frontogenetica. Da cui lo sviluppo di una ben definita perturbazione, con occlusione sul nord-italia ed ondulazioni sul relativo fronte freddo disposto lungo la penisola. Detta circolazione continuerà, quindi e nell’arco delle prossime 24 ore, il suo percorso semi-retrogrado con rotazione antioraria ulteriore dell’asse, finendo un pò per defilarsi verso ovest, maturare o approfondirsi, ed assumere connotazioni più barotropiche. Finendo, di conseguenza, per posizionare un attivo flusso meridionale o sud-occidentale su iberia e francia, e per lasciare spazio, in mediterraneo centrale, ad una certa rimonta anticiclonica. La medesima rimonta, quindi, ristabilizzerà il tempo ridandogli connotazioni estive, ma solo in maniera temporanea, per gli effetti di un atlantico intenzionato a modificare la configurazione generale, e stavolta non con diramazioni o azioni a distanza, ma con azioni più dirette…
Una perturbazione di origine atlantica interesserà la nostra Penisola dalla serata di oggi, apportando piogge e temporali a partire dalle regioni di nord-ovest e che si estenderanno gradualmente nella giornata di domani a tutto il Nord e buona parte del Centro, con particolare riguardo a Toscana, Umbria e Lazio, fino a raggiungere la Campania.
Sulla base delle previsioni disponibili, il Dipartimento della Protezione Civile d’intesa con le regioni coinvolte – alle quali spetta l’attivazione dei sistemi di protezione civile nei territori interessati – ha emesso un avviso di condizioni meteorologiche avverse. I fenomeni meteo, impattando sulle diverse aree del Paese, potrebbero determinare delle criticità idrogeologiche e idrauliche che sono riportate, in una sintesi nazionale, nel bollettino nazionale di criticità e di allerta consultabile sul sito del Dipartimento della protezione civile nazionale.
L’avviso prevede dalla serata di oggi, mercoledì 4 settembre, precipitazioni da sparse a diffuse, anche a carattere di rovescio o temporale, su Val d’Aosta, Piemonte, Liguria e Lombardia, in estensione a Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Lazio e Campania. I fenomeni saranno accompagnati da rovesci di forte intensità, fulmini, locali grandinate e forti raffiche di vento.
Sulla base dei fenomeni previsti e in atto è stata valutata per la giornata di domani, giovedì 5 settembre, allerta rossa per rischio idrogeologico su buona parte del Veneto e allerta arancione su settori di Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Liguria e Toscana. Allerta gialla in 16 regioni, da nord a sud.
La possibile interessante evoluzione meteo dei prossimi giorni… Di interesse e dal valore didattico l’evoluzione meteo, possibile ed indicata da vari modelli, da qui a fine decade. Ho fissato in una clip la medesima evoluzione che corrisponde, a conforto di tutti coloro che non amano gli eccessivi strascichi del sub-tropicale e della esigenza di precipitazioni, ad un graduale cedimento dello stesso sub-tropicale a favore delle spinte atlantiche. Naturalmente siamo nell’ambito di ipotesi previsionali, sempre quotidianamente, da confermare. Al netto di questo gli step che descrivono la transizione da qui a fine decade risultano assai interessanti e meritano una analisi giacché coinvolgono certe tipiche dinamiche troposferiche ancorate a zonale/antizonale, fronte polare, corrente a getto, ecc. Si inzia con, in un contesto continentale da fronte polare e flusso dominante in quota ad alte latitudini, il tentativo di infiltrazioni lungo l’europa occidentale associate ad una ben definita saccatura. Si continua con un affondo che riesce a progredire sino al limite del mediterraneo settentrionale, ma che poi, nel contesto di un sub-tropicale solido ed influente, finisce per risultare in una derivazione del grande flusso più a nord. Ed in una derivazione che si isola in una circolazione chiusa o semichiusa, sganciata da detto grande flusso e che, pertanto, vorticizza, ristagna, tende a muovere un pò in senso retrogrado e ruota il suo asse in senso antiorario, finendo comunque, conseguentemente a detta rotazione, per allargarsi verso est fino ad influenzare il mediterraneo centro-occidentale. Al netto del possibile peggioramento relativo sulla penisola di metà settimana, dovuto a detto asse di saccatura secondario disposto lungo i paralleli, la medesima circolazione, poi, però, e non smentendo la regola secondo la quale una circolazione slegata dal forcing occidentale ristagna o guadagna persino posizioni in senso antizonale, ci lascia del tutto e finisce per approfondirsi defilata ad ovest, richiamando, ad est e sul mediterraneo, l’espansione a promontorio del sub-tropicale. Una quadro del genere, se non sussistono particolari forcing zonali o atlantici, può anche persistere, regalando un ritorno di stabilità estiva e di africano; ma, per fortuna, in questo caso, detto forcing sembra poterci essere, con tutti i risvolti del caso, ovvero un generale abbassamento in latitudine del fronte polare, un aggancio della circolazione depressionaria descritta, e, più in generale, una certa apertura al grande flusso occidentale atlantico, sinonimo di quel qualcosa che non sa di quelle situazioni di instabilità estive poco affini a vere azioni oceaniche ma che, invece, sa di qualcosa di più attinente a vere, e più o meno significative, crisi stagionali…
I modelli rivedono, in parte, i loro passi e provano a smorzare le difficoltà dell’atlantico, fornendo maggiori possibilità all’affondo della settimana. Precedentemente inquadrato nell’ambito di un contesto alquanto complicato il medesimo affondo sembra, ora, piuttosto che tendente a defilarsi verso sud-ovest, maggiormente in grado di incidere sulle vicende mediterranee; e questo soprattutto a partire da metà decade. Le attuali alte pressioni governate dal sub-tropicale vanno comunque prese in considerazione come qualcosa di difficile rimozione, tant’è che se osserviamo il disegno della situazione generale prevista intorno ai giorni 5/6, notiamo come il grande getto o il grande flusso occidentale in quota muova alle alte latitudini e lungo una direzione sud-ovest/nord-est. Tuttavia notiamo anche che lo stesso grande flusso è in grado di muovere un affondo, che è quello già precedentemente visto, verso sud in corrispondenza dell’europa nord-occidentale e sotto forma di una diramazione che si sgancia dal grande corso occidentale e tenta di conquistare spazio nelle maglie del sub-tropicale. Ebbene, con tutta la cautela del caso e considerando anche che non tutti i modelli danno per vinte le ipotesi maggiormente a favore del medesimo sub-tropicale, sembra che detto affondo tenda a maturare in corrispondenza di un’area compresa tra francia, spagna e nostre regioni centro-settentrionali, nelle vesti di una circolazione negativa chiusa o semichiusa, capace di introdurre elementi di variabilità/instabilità soprattutto da metà settimana, e con qualche possibile preambolo più precoce. In questo modo diventa non così improbabile che nel corso dei giorni ed in corrispondenza del medio/lungo termine della prima decade del mese il tempo finisca per offrire qualcosa di meno saldamente ancorato al sub-tropicale e qualcosa di più attinente a scampoli da fine estate o da estate un pò in crisi. Vedremo. Sempre nel disegno è possibile cogliere, nella configurazione ciclonica indicata, la tipica fisionomia ad occhiale nella quale il relativo asse generale ruota in senso antiorario secondo lo schema di una dinamicità da sistema plastico associato ad assi di saccatura secondari…
L’autunno meteorologico inizia oggi, primo settembre, dura tre mesi interi e termina il 30 novembre.
Questo viene fatto perché i dati sui singoli mesi possono essere confrontati meglio per le valutazioni climatologiche.
Mentre l’equinozio d’autunno che quest’anno cadrà domenica 22 settembre, quando in Italia saranno le 14.43 ora italiana , è il momento di passaggio tra l’estate e l’autunno, in senso astronomico nel nostro emisfero boreale.
31 agosto 2024 Le difficoltà dell’atlantico… Nell’estate che non mostra ancora particolari segni di cedimento è riuscito a rialzare la testa anche, in questo estremo finale di mese, il promontorio africano. Non se ne sentiva la mancanza. Si tratterà di una puntata molto temporanea, destinata a rientrare sin da inizio settimana, ma sempre in un contesto che tenderà a mantenere le infiltrazioni atlantiche a distanza. Quando si parla di anticiclone africano è bene sempre chiarire. Intanto è giusto parlarne quando c’è, come in queste ultime ore, e non anche quando non c’è; e non c’è stato sino, appunto, a queste ultime ore. E poi bisogna sempre distinguere o specificare, giacché quando se ne parla si fa sempre riferimento alle quote superiori e al fantomatico ramo africano del sub-tropicale, identificato su base isoipsica, e non certamente ad anticicloni isobarici dei bassi strati, che, in pratica non sussistono. Tornando alla situazione c’è che, in verità, l’atlantico un minimo di affondo lo tenterà, muovendo una discreta saccatura lungo le isole britanniche e verso la francia; e potrebbe, in questa azione, persino arrivare a coinvolgere parzialmente, o a lambire, aree italiche occidentali o nord-occidentali. Da cui la possibilità di una certa destabilizzazione di inizio settimana su certe zone. Ma è anche assai probabile che la medesima sacca non riesca ad affondare più di tanto, ostacolata da un campo barico mediterraneo poco arrendevole, e, di conseguenza, indirizzata a stagnazione, vorticizzazione, ed isolamento, se non retrogressione, a largo lungo l’europa occidentale. Saremo, a qual punto, oltre metà prima decade del mese, e nell’ambito di una situazione tutt’altro che ben decifrabile, nel bel mezzo di una evoluzione che tra le varie relative sue ipotesi indica il consolidamento dell’alta pressione con nuovo africano, oppure l’affermazione di una dinamica di azione retrograda favorevole ad aperture a sacche continentali, o ancora, e finalmente, qualcosa di attinente ad affondi atlantici. Il disegno fa riferimento alla situazione generale prevista intorno ai giorni 4/5 settembre ed è eloquente, con il supporto della simbologia, nell’indicare l’affondo sull’europa nord-occidentale che punta, inizialmente, la francia ed il nostro nord-ovest, per poi evolvere in esteso cut-off, defilandosi verso sud-ovest…
Ribadito quanto in precedenza indicato, ovvero di un finale di agosto all’insegna di una estate normale o quasi, si può altrettanto affermare che il cammino verso una vera crisi stagionale appare ancora piuttosto complicato. I momenti temporaleschi, come quello delle ultime ore, non appartengono allo schema delle vere crisi. Si identificano in semplici e modeste infiltrazioni in quota, peraltro neanche sostanzialmente di natura atlantica, si capaci anche di produrre situazioni localizzate di forti temporali e, persino, nubifragi, ma pur sempre appartenenti all’economia della classica instabilità diurna, priva di vere perturbazioni. E questo al di là delle eventuali alluvioni lampo che, in detti contesti, non sono qualcosa di particolarmente eclatante o raro. Se osserviamo il disegno della situazione prevista nell’immediato inizio di settembre possiamo notare il quadro di una configurazione che non privilegia certo disegni atlantici o da vere perturbazioni; privilegia, al contrario, la resistenza di un anticiclone dinamico piuttosto restìo a cedere il passo, ed anzi piuttosto propenso a mantenere le posizioni, persino a latitudini alquanto alte. Notiamo la sintesi di un flusso ondulato che corre, lungo una direttrice sud-ovest/nord-est, dall’europa occidentale a quella nord-orientale, e notiamo come eventuali spinte di saccature lungo il bordo occidentale del continente trovino difficoltà e siano costrette a residuare a largo in circolazione piuttosto bloccate e tendenti a cut-off. Per osservare qualcosa di conforme ad una vera crisi stagionale, a meno di future e sempre possibili variazioni di quanto i modelli ci stanno attualmente indicando, occorre andare al dopo 5 di settembre, se non verso fine prima decade, ma i disegni che gli stessi modelli ci stanno mostrando per quell’epoca risultano ancora tanto differenti quanto inaffidabili…
Un leggero indebolimento dell’alta pressione determinerà tra oggi e mercoledì un po’ di instabilità, sopratutto pomeridiana, inizialmente al nord, poi tra martedì e mercoledì al centro e al sud.
I fenomeni di instabilità, rovesci di pioggia o dei brevi temporali, riguardarenno essenzialmente le zone interne e il versante tirrenico dell’appennino.
In questi prossimi 3 giorni grazie a questa maggiore instabilità atmosferica si assisterà ad un modesto calo della temperatura, ma già da giovedì a causa del nuovo rinforzo dell’anticiclone le temperature aumenteranno nuovamente.
Dai dati attuali dei modelli di previsione, non si vedono ancora dei segnali concreti di un possibile arrivo della “rottura definitiva” dell’estate.
Probabilmente avremo una prima decade di settembre con temperature sopra la media tra i 4 e i 5 gradi su gran parte dell’Italia.
Nei prossimi giorni avremo un tempo molto caldo sull’Italia, le temperature saranno mediamente tra i 4 e i 6 gradi sopra la media trentennale di riferimento 1991-2020.
Un potente anticiclone subtropicale sarà il protagonista del tempo su buona parte del continente europeo per più giorni, probabilmente fino alla prima settimana di settembre.
Tra lunedì 26 e mercoledì 28 agosto si dovrebbe verificare una attenuazione del campo anticiclonico sull’Italia, a causa di aria più fresca in quota, che causerà della instabilità specie nel pomeriggio con dei rovesci di pioggia o dei brevi temporali qua e là da nord a sud.
Fonte immagine : wxcharts.com
Le temperature caleranno essenzialmente solo nelle zone dove si verificheranno le piogge.
L’estate 2024 probabilmente morirà di vecchiaia come è successo in questi ultimi anni.
Come avevano detto le carte giorni fa non c’è stato nessun ritorno di africano. Bontà di chi fa meteo scrivendo cose che non corrispondono alla realtà. C’è stata una ripresa anticiclonica e del sub-tropicale, ma senza estremi e senza promontori africani. Ed alla fine c’è stata, né più e né meno, una settimana nel pieno segno della più normale estate del periodo. Nel corso del fine settimana, sulla base di un certo affondo al livello dell’europa nord-ovest, una disposizione più sud-occidentale potrebbe determinare un maggior profilo da promontorio, ed un certo rialzo termico, ma sempre contenuto e senza eccessi. La medesima moderata curvatura ciclonica, in spostamento verso levante e certamente destinata alle alte latitudini, appare, per quanto riguarda una sua eventuale influenza in mediterraneo, dai destini ancora incerti. Potrebbe, in ogni caso, al netto di una sua influenza molto marginale, produrre una certa flessione barica in quota, tale da non compromettere il corso estivo in atto, ma, magari, tale da produrre, quanto meno, un certo incremento della instabilità, soprattutto, diurna, ad inizio settimana, dapprima sul nord-italia, e poi a scendere verso sud. A quel punto saremo in dirittura di fine mese ed anche nell’ambito di un disegno generale tutto ancora da scrivere, ma con la non remota ipotesi di un rialzo barico continentale sull’europa nord-orientale che potrebbe mantenere i valori barici mediterranei in quota, soprattutto dei settori centro-orientali, non così alti. E pertanto, potenzialmente favorevoli al mantenimento di una certa diffusa instabilità diurna, ancora da definire nella intensità e nella distribuzione. Nel complesso, cioè, anche se siamo ancora nelle ipotesi, potrebbe venirsi a determinare, pur senza destabilizzazioni di rilievo o break estivi, una configurazione tutta di matrice continentale, associata ad una certa retrogressione alle basse latitudini, più o meno incisiva a seconda dei movimenti barici del sub-tropicale sui settori del mediterraneo occidentale. Il disegno mostra la situazione generale prevista intorno ai giorni 27/28. E’ eloquente nel marcare una struttura in quota priva di eccessi barici, ed in cui, anzi, sussiste una modesta falla sulla penisola balcanica, indecisa tra il disegno di allargarsi verso occidente e quello di mantenersi ad est, costretta da rialzi barici ad ovest…
– sparse, anche a carattere di rovescio o temporale, sui settori orientali di Abruzzo e Molise e sulla Puglia settentrionale, con quantitativi cumulati deboli o puntualmente moderati;
– da isolate a sparse, anche a carattere di rovescio o temporale, su Lombardia nord-orientale, settori alpini del Triveneto, Marche meridionali, restanti zone di Abruzzo e Molise, Campania orientale, settori occidentali della Puglia centrale, Basilicata, Calabria e Sicilia settentrionale, con quantitativi cumulati generalmente deboli.
Visibilità: nessun fenomeno significativo.
Temperature: valori massimi in locale sensibile aumento su Emilia-Romagna, Toscana, Umbria e Marche, con valori massimi localmente elevati sulle pianure del Nord, nelle zone interne centrali tirreniche, al Sud peninsulare e sui settori meridionali delle due isole maggiori.
Venti: forti nord-occidentali su Sardegna e sui settori occidentali e meridionali di Sicilia; tendenti a localmente forti settentrionali sulla Puglia meridionale.
Mari: molto mossi il Mare ed il Canale di Sardegna, il Tirreno meridionale settore Ovest, lo Stretto di Sicilia, lo Ionio meridionale e settentrionale.
I soliti più o meno noti di pagine e siti internet non si accontentano di dire che, passata la fase instabile tuttora in corso, tornerà quel minimo di sub-tropicale in grado di riportare l’estate su canoni più ad essa consoni. Devono, per forza e senza senso, scomodare il solito anticiclone africano, che, oramai, lo ritroviamo anche nella pasta. Naturalmente non ci sarà, almeno nel breve-medio, nessun vero ritorno del ramo sub-tropicale africano, a dimostrazione del fatto che chi scrive certe cose merita, a mio parere, scarsa considerazione. Addirittura sembra quasi che detti soliti più o meno noti abbiano scambiato il sub-tropicale per l’anticiclone africano. Il che ne rivela, o l’ignoranza, oppure la malafede di coloro che cercano ascolti a suon di titoloni ad effetto e, spesso e di conseguenza, anche fuorvianti. Il minibreak delle ultime ore, fatto di una infiltrazione che ha saputo strutturarsi in goccia fredda in mediterraneo, producendo sviluppi di aree di instabilità a macchia di leopardo, andrà gradualmente spostandosi verso sud-est ed esaurendosi, favorendo un certo ritorno dell’alta pressione e, con maggiore esattezza, un riguadagno di terreno da parte della fascia sub-tropicale. Tuttavia occorre anche ammettere che detto ritorno, in maturazione nel corso della settimana, non appare così invadente. Appare significativo ma anche ancorato ad una distribuzione priva di promontori o spinte meridiane, e, semmai, ancorato piuttosto ad un disegno ovest-est, in parziale sintonia con una influenza azzorriana. E’ vero che lo stesso sub-tropicale potrebbe orientare correnti da sud-ovest in mediterraneo nel fine settimana, con il risultato di possibili ulteriori rialzi termici; tuttavia e forse, però, con la fisionomia della classica onda pre-frontale, non certo aperta all’ingresso di vere perturbazioni, ma, non inverosimilmente, aperta all’ingresso di una qualche nuova moderata infiltrazione. Il disegno, con l’enfasi di due isoipse identificative del limite settentrionale del sub-tropicale, si riferisce alla situazione prevista intorno ai giorni 22/23 e mostra l’influenza del sub-tropicale, si evidente ma anche moderata e senza particolari spinte meridiane…
La depressione nord-atlantica continuerà a determinare uno spiccato maltempo su gran parte dell’Italia. Nelle prossime ore temporali sparsi interesseranno in particolare i settori adriatici.
Sulla base delle previsioni disponibili, il Dipartimento della Protezione Civile d’intesa con le regioni coinvolte – alle quali spetta l’attivazione dei sistemi di protezione civile nei territori interessati – ha emesso un ulteriore avviso di condizioni meteorologiche avverse che estende il precedente. I fenomeni meteo, impattando sulle diverse aree del Paese, potrebbero determinare delle criticità idrogeologiche e idrauliche che sono riportate, in una sintesi nazionale, nel bollettino nazionale di criticità e di allerta consultabile sul sito del Dipartimento della protezione civile nazionale.
L’avviso prevede dalle prime ore di lunedì 19 agosto precipitazioni sparse, anche a carattere di rovescio o temporale, sulla Puglia. Persisteranno precipitazioni sparse, anche a carattere di rovescio o temporale, su Veneto, Emilia- Romagna, Marche, Abruzzo e Molise in particolare sui versanti adriatici. I fenomeni saranno accompagnati da fulmini, locali grandinate e forti raffiche di vento.
Sulla base dei fenomeni previsti e in atto è stata valutata per la giornata di domani, lunedì 19 agosto, allerta arancione su parte di Emilia- Romagna ed è stata valutata allerta gialla su Veneto, Marche, Abruzzo, Molise, Puglia, Calabria, Basilicata, Campania, Lazio, Umbria e buona parte di Sardegna, Sicilia, Toscana ed Emilia-Romagna.
Una depressione nord-atlantica determinerà un rapido cambiamento delle condizioni meteo sul nostro Paese ad iniziare dalle aree nord-occidentali per poi estendersi all’intero territorio entro la giornata del 19 agosto. Si prevedono precipitazioni da sparse a diffuse, frequenti temporali anche intensi e localmente persistenti.
Sulla base delle previsioni disponibili, il Dipartimento della Protezione Civile d’intesa con le regioni coinvolte – alle quali spetta l’attivazione dei sistemi di protezione civile nei territori interessati – ha emesso un avviso di condizioni meteorologiche avverse. I fenomeni meteo, impattando sulle diverse aree del Paese, potrebbero determinare delle criticità idrogeologiche e idrauliche che sono riportate, in una sintesi nazionale, nel bollettino nazionale di criticità e di allerta consultabile sul sito del Dipartimento della protezione civile nazionale.
L’avviso prevede dal pomeriggio di oggi, sabato 17 agosto, precipitazioni da sparse a diffuse, anche a carattere di rovescio o temporale, su Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria, Sardegna e in estensione da domenica 18 agosto su Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia, specie sui versanti tirrenici. I fenomeni saranno accompagnati da rovesci di forte intensità, frequente attività elettrica, grandinate locali e forti raffiche di vento.
Sulla base dei fenomeni previsti e in atto è stata valutata per la giornata di domani, domenica 18 agosto, allerta arancione in Liguria e su parte di Emilia- Romagna ed è stata valutata allerta gialla in Piemonte, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, campania, Molise, Abruzzo e parte di Sicilia, Calabria, Basilicata, Lombardia ed Emilia-Romagna.
IL PROMONTORIO ANTICICLONICO NORD AFRICANO HA LE ORE CONTATE, infatti nel corso dei prossimi 4-5 giorni su tutta la penisola l’instabilità si farà più estesa fino a raggiungere il culmine nelle giornate di domenica e lunedi, quando arriverà un fronte dall’atlantico(domenica) che determinerà la formazione di un vortice depressionario chiuso e di conseguenza un deciso peggioramento del tempo.
Al centro-sud locali effetti precipitativi dovrebbero protrarsi anche martedi. Finalmente ci apprestiamo a vivere il primo vero break estivo, con instabilità diffusa localmente intensa su gran parte del territorio. Aria decisamente fresca giungerà dall’atlantico, causando un netto calo delle temperature su tutta la penisola a iniziare dal centro nord e successivamente anche verso le regioni meridionali. Il calo risulterà essere particolarmente avvertibile, dato che partiamo da valori, soprattutto al centro sud, nettamente superiori alla media del periodo.
Per quanto riguarda le precipitazioni (previste intense) torneremo con dati più accurati.
E’ bene chiarire che, nel medio/lungo termine, non si intravede nessuna vera crisi dell’estate. E’ altrettanto vero, però, che la fornace di questi ultimi giorni, e per come già indicato, andrà smorzandosi. Lo farà con una certa gradualità, ma lo farà. Il cammino nella direzione di una estate più normale lo descrive il corso dei prossimi giorni, quando il promontorio sub-tropicale in mediterraneo aprirà a modeste infiltrazioni, prima un pò frenate e destinate a spagna orientale e baleari, e subito dopo più influenti, a cominciare dal nord-italia. Non si tratterà di vere perturbazioni; non si tratterà di veri break; si tratterà di un quadro di modeste falle o curvature cicloniche in quota; quanto basta, però, visto il forno in atto, per attivare aree di instabilità, anche marcata. Occorre sempre, in detti casi, considerare, infatti ed accanto al lato positivo della faccenda costituito dal calo termico, anche il lato negativo, ovvero quello costituito dalla possibilità di fenomeni di una certa intensità. Intorno al ferragosto avremo una prima azione atlantica in quota descritta da un profilo di falla assai meridiano e destinato, per come detto, a spagna orientale e baleari. Tale profilo, maturando in goccia fredda e un pò indebolendosi, proverà quindi a spostarsi e ad estendersi verso levante in mediterraneo, per essere agganciato da una ulteriore azione, stavolta diretta sul nord-italia ed in rapida progressione, probabilmente maggiormente lungo l’adriatico, verso sud-est. Il disegno, supportato dalle frecce rosse rappresentative di una isoipsa di riferimento, e che si riferisce alla situazione generale prevista intorno ai giorni 16/17, fornisce l’idea del cambiamento sopra descritto. Vi si nota, per quanto assai modesta, la goccia fredda figlia dell’affondo iberico, disposta in mediterraneo occidentale, ed in attesa dell’ulteriore affondo in aggancio proveniente dall’europa occidentale e destinato a ridurre ulteriormente l’influenza marcata del sub-tropicale (vedi freccia blu). E’ assai probabile che la ventata, più o meno significativa, di instabilità e di riduzioni termiche, sia seguita, quindi e ad inizio terza decade, da una ripresa anticiclonica, ma altrettanto probabilmente ed almeno per qualche tempo, speriamo, da un quadro più normale e più azzorriano…
SICCITÀ: STASERA 12/8 CHIUDE DIGA OCCHITO; A RISCHIO CAMPI POMODORO MA SALTANO ANCHE TRAPIANTI ORTAGGI INVERNALI
Con il rilascio degli ultimi 2 milioni di metri cubi d’acqua ancora disponibili ad uso irriguo, stasera alle ore 19 chiuderà definitivamente la Diga di Occhito, il più grande invaso artificiale della Capitanata, ma anche il nodo idraulico di Finocchito alle ore 21 sarà chiuso per garantire l’acqua che resta all’uso potabile. A darne notizia è Coldiretti Puglia, con l’acqua presente nella diga Capaccio che sarà destinata all’area industriale e all’Enplus.
“Si apre così uno scenario critico quanto pericoloso, sia per il rischio che alcuni campi di pomodoro non arrivino a fine produzione, ma a saltare – aggiunge Mario de Matteo, vicepresidente Coldiretti Puglia – saranno i trapianti degli ortaggi autunno vernini, verdure e ortaggi che vengono messi a dimora in questo periodo dell’anno e pronti al consumo in autunno e nella stagione invernale, perché senza acqua le piantine non avrebbero alcuna garanzia di sopravvivenza.”
Intanto, c’è anche un razionamento di acqua fornita dalle autobotti, con il carico attivo solo in alcune fasce orarie, con il rischio che gli animali nelle salle – insiste coldiretti Puglia – non abbiano più acqua per abbeverarsi.
Questa ondata di calore raggiungerà l’apice su gran parte dell’Italia tra lunedì e sabato 17 agosto.
I valori più elevati di temperatura, che in questi giorni si sono registrati in Sardegna, Umbria, Toscana e Lazio con punte locali superiori ai +40 gradi si andranno estendendo anche sul versante orientale della Penisola.
Nei giorni di Ferragosto in alcune regioni del centro e del sud e nel nordest si potrebbero toccare i +40 gradi.
Questa ondata di calore è piuttosto anomala sia per l’intensità e sia per la durata, ma attualmente non sono stati registrati nuovi record giornalieri.
Una attenuazione della calura si dovrebbe verificare da dopo il 18 agosto.
Il processo verso un effettivo cambio meteo risulta alquanto complicato ma, per quanto in termini ancora da definire, maturerà. E maturerà, per come già descritto, proprio intorno a metà mese. Nulla a che vedere con un break, un peggioramento, o significative riduzioni termiche. A che vedere, piuttosto, con un certo ridisegno del profilo generale. Ed a che vedere un pò meno, ahimé, con significative variazioni negli effetti climatici. Ma appare evidente come, dopo l’ulteriore espansione sub-tropicale che ci interesserà sino ad inizio settimana, il ritiro della medesima espansione, previsto a partire dai giorni 13/14, non possa non produrre un certo ridimensionamento delle temperature, nonché un ridisegno a favore delle azzorre. Per di più l’evoluzione relativa ci mostra anche il tentativo di un certo affondo in quota che, al momento, appare alquanto effimero, ma che, in verità, potrebbe anche non essere totalmente privo di effetti. Tra modelli che il medesimo affondo lo definiscono come un cut-off destinato a perdersi ed a sparire nelle alte pressioni e modelli che, invece, lo descrivono come qualcosa di maggiormente influente, la possibilità che si possa avere, intorno a metà mese, un quadro con un minimo di destabilizzazioni, non può essere totalmente esclusa. Il disegno mostra la situazione generale prevista tra il 14 ed il 15 ed è indicativo nel marcare la ridistribuzione dei massimi in quota descritta, con gli stessi massimi tutti spostati sul vicino atlantico e con, seppur con valori di pressione non così bassi, un profilo ad ansa negativa tra iberia meridionale e mediterraneo occidentale. Le frecce, rappresentative di una isoipsa di riferimento intendono, a loro volta, segnare l’idea di una evoluzione che può far persistere un disegno meno da sub-tropicale afro-mediterraneo e più da azzorre, quanto meno per qualche giorno…
(I BRAVI UTENTI) La cosa più confortante è di aver notato che la stramagioranza degli utenti che seguono le vicende meteorologiche si è resa conto palesemente della grave situazione climatica che stiamo vivendo. Un disagio che soprattutto negli ultimi anni è diventato più percepibile, con evidenti differenze rispetto al clima di alcuni decenni fa.
L’utente va indirizzato sulla giusta strada, ed io non mi stancherò mai di scrivere che un ACUTO (un evento anche importante) non fa il clima. Solo il RIPETERSI nel LUNGO PERIODO di determinate situazioni meteorologiche, oramai sempre le stesse, può darci la giusta e corretta visione della situazione generale. Un record di caldo o di freddo non significa nulla rispetto ai dati di un trentennio di osservazione, aggiungo pure che bisogna valutare attentamente (nel prossimo futuro) anche un periodo piovoso avuto in un’area dove la siccità per alcuni anni l’ha fatta da padrone. Consiglio all’utente di diffidare di chi vi presenta un articolo giornalistico di 50 60anni fa che riporta la cronaca di un evento caldo; per la serie: Vedete, d’estate ha sempre fatto caldo!!! 🤦♂️ Vogliamo pubblicare tutta la cronaca meteo giornalistica che ha descritto le innumerevoli ondate di calore intenso avute dal 2000 fino ad oggi??😄…..Vogliamo confrontare il trend degli ultimi 20-30 anni con uno a scelta del secolo scorso?????……. Sul nostro mediterraneo è avvenuto un cambio della circolazione, nuove dinamiche atmosferiche, alcuni indici connettivi con segno persistente, SST marine sopra alla media, un anticiclone oceanico sostituito da uno più caldo e durevole di matrice continentale. Mi fermo qui…🤚 Tutto ciò che ne consegue si può vedere in ogni stagione dell’anno, senza parlare dell’inverno che oramai va avanti a forza di singoli e locali episodi con il normale freddo sempre più latitante. Nel prossimo futuro mai farsi il dubbio solo per aver vissuto una singola fase piovosa/nevosa e fredda, se ciò dovesse verificarsi giratevi dietro, guardate e ricordate cosa è accaduto al nostro clima negli ultimi 30 anni.
IN ESTATE HA FATTO SEMPRE CALDO!!… Eh!!! MA VA!!… 😅 Dire che fa caldo è generico e soggettivo, specificare con dati ben precisi la quantità o meglio l’intensità del caldo è un’altra faccenda. Anche a 30 gradi si percepisce il caldo, ma a 40 gradi diventa insopportabile, dannoso per tutto e sicuramente anormale. Per l’intero anno mostriamo le carte delle anomalie positive di temperatura, in particolare quelle riscontrate durante la stagione estiva. Si chiamano anomalie appunto perché i valori che si registrano non rispettano i dati medi trentennali. Negli ultimi anni queste sono diventate più frequenti ed estreme, di conseguenza il caldo che fa oggi non può essere quello che faceva una volta. Il paradosso però sta nel fatto che oramai ci siamo abituati a vivere costantemente situazioni di intensa calura, tanto da percepire tutto, seppur a malincuore, come la nuova cruda normalità.
Un campo di alta pressione di origine sub tropicale nord africano causerà un lungo periodo sull’Italia con temperature molto elevate.
L’apice dell’ondata di calore, si verificherà sulle regioni settentrionali, sulla Toscana e in Sardegna tra domenica e martedì, attese massime tra i +35 e i +38 °C in Pianura Padana e tra i 37 e i 40 °C nelle zone interne del centro-sud peninsulari e della Sardegna.
Un ulteriore aumento della temperatura si verificherà al centro sud tra mercoledì e giovedì, Ferragosto, con valori termici anche superiori ai +40 gradi nelle zone interne di Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia.
Le temperature su gran parte dell’Italia rimarranno sopra la media almeno fino al 18/19 agosto.
La passata temporalesca prossima sul settentrione poco toglie al procedere di una estate solida e persino in grado di regalare una ulteriore fiammata nel corso di week-end e primi giorni della prossima settimana. Attualmente il quadro è quello di un sub-tropicale saldo e presente, anche se non così aggressivo. Il medesimo maturerà, però, in una espansione od in un promontorio che non mancherà di produrre, appunto, ulteriori rialzi termici. Nel contempo occorre, tuttavia e per fortuna, considerare anche l’evolvere di una situazione generale che riscontra una prossima espansione in mediterraneo ed una flessione in atlantico ma che riscontra, anche, un graduale evolvere da ovest con una successiva moderata inversione del profilo, capace di produrre quel cambiamento tanto sospirato da tempo e tuttora inquadrabile intorno alla metà del mese. Quanto effettivamente ci sarà questo cambiamento di circolazione non è dato ancora di saperlo con certezza. I modelli, in tal senso, non risultano ancora così uniformi. Ma il passaggio da una configurazione che vede una dinamica delle basse latitudini assai stabile con getto sud-ovest/nord-est alle latitudini medio/alte ad una configurazione che vede lo stesso getto fluire maggiormente da ovest ed a latitudini più basse rientra in quello che vari modelli ci stanno mostrando da tempo. Per di più detta evoluzione potrebbe anche essere contraddistinta dal transito o dall’affondo, più o meno significativo, di una ondulazione negativa, intorno ai giorni 13/15, capace di regalare una sfuriata temporalesca sul centro-nord, nonché, magari, di fungere da apripista ad un contesto più azzorriano o più oceanico di una certa durata. Naturalmente vedremo. Il disegno si riferisce a quanto, in termini di situazione generale, ci propongono alcuni modelli per i giorni 13/15, con l’evidenza di un disegno ad ondulazione negativa all’altezza del mediterraneo settentrionale, mentre la simbologia serve ad indicare l’evoluzione di una isoipsa di riferimento dal giorno 10 al giorno 14…
POSSIBILE CAMBIAMENTO DELLE CONDIZIONI DEL TEMPO PER FERRAGOSTO?? Buon pomeriggio a tutti. Sull’Italia da giorni prevalgono condizioni di tempo assolato e molto caldo, con pochi fenomeni temporaleschi, talvolta forti laddove l’alta pressione si indebolisce momentaneamente. La salita del promontorio Africano(ibrido) proprio sul Mediterraneo centro Occidentale è plasmata da una bassa Pressione tra Islanda e UK e un’altra bassa Pressione nell’Est Europeo. Questa situazione potrebbe tuttavia cambiare in seno all’abbassamento del Flusso Atlantico tra il Nord Atlantico Orientale e l’Europa Occidentale a cavallo dell’inizio della prossima settimana. Sebbene il tutto sia incerto andiamo a vedere due modelli meteo (GFS, Ukmo) a 168 ore, medio lungo termine, cioè per Lunedì prossimo.
Dalle carte si può notare il progressivo avanzamento di una vasta area di bassa pressione Atlantica verso l’Europa, questo movimento potrebbe culminare in un passaggio di instabilità su buona parte d’Europa e anche d’Italia. Provando a spingersi più in là per vedere che tempo potrebbe aspettarci se tale visione sarà realizzata, non è impossibile il verificarsi di condizioni di instabilità dapprima al Nord, poi, in maniera più sparsa e sporadica, anche sul Centro Italia … Il sud, al netto di locale instabilità pomeridiana nell’interno, molto probabilmente non vedrà un granché, sia dal punto di vista pluviometrico e termico. Al centro nord, in caso di conferma, si registrerebbe un generoso e momentaneo calo termico. Ovviamente il contenuto di questo articolo sarà rivisitato, visto l’attuale indecisione dei modelli Atmosferici.
Dopo il modesto cedimento dell’anticiclone sub-tropicale sahariano, che abbiamo avuto ieri al nord e oggi al centro e su parte del sud, da lunedì avremo una nuova sua intensificazione.
Dai modelli di previsione ci viene indicata una tendenza che vede il perdurare di temperature superiori alla media anche nel corso della prossima settimana.
Il caldo anche a tratti intenso potrebbe durare almeno fino a Ferragosto.
Però c’è da evidenziare la possibilità, specie nelle ore pomeridiane di temporali o per dei rovesci di pioggia nelle zone interne e montuose di gran parte dell’Italia.