E fin qui sarebbe tutto nella norma per un mese primaverile come quello di aprile (la Primavera a differenza della credenza/concezione di fondo errata dai più) è stagione di forti contrasti, anche di sole e caldo, ma non solo quello anzi…
La cosa che invece risalta nettamente fuori norma sarà la seconda ondata calda (con valori termici degni della metà di giugno nelle ore centrali della giornata) nel giro di una settimana.
Saranno freschi ancora di primo mattino sulle pianure e vallate chiuse, anche per ore di luce non ancora ai massimi e alba ritardata sotto ora legale.
Zero termico alpino nuovamente intorno ai 4000m, valori massimi che su quasi tutta Italia potrebbero toccare punte fino a 25°/27° e in questa occasione ancora più eclatanti al nord e Toscana per locali effetti di compressione unita a debole componente di brezza settentrionale; il Lamma (centro previsionale toscano) proporrebbe dei picchi fino a 29° su Firenze sabato e domenica.
Come sempre ripeto è accaduto in aprile, ma a risaltare sono adesso i valori sempre più alti che si raggiungono in quota e il fatto che tutto questo segue un “non inverno”.
Dalla metà della prossima settimana però correnti settentrionali e conseguentemente aria più fresca/fredda giungerebbero sul Paese, apportando un deciso calo termico: in molti casi si tratterà di un semplice ritorno in media dopo la sparata fuori scala del weekend, mentre per Triveneto, versante Adriatico e interno appenninico si potrebbero anche toccare valori leggermente sotto le medie di riferimento.
Il tutto andrà valutato nell’evoluzione, reale penetrazione e entità del raffreddamento, così come i fenomeni annessi. Quest’ultimi, come accade con configurazioni del genere (praticamente mai viste negli scorsi 5 mesi), sarebbero più probabili sul lato orientale della penisola e centro sud piuttosto che centro nord.
A cura di Simone Scarpelli