Una bassa pressione è posizionata attualmente sul Tirreno centrale e tra oggi e domani , porterà tempo piovoso su diverse zone della penisola, ed in particolare sul medio versante adriatico e al sud.
Nella giornata odierna le piogge saranno più frequenti ed intense sull’Emilia Romagna, Marche, zona est dell’Abruzzo, Campania, basso Lazio, Molise, Puglia centro-settentrionale, Calabria, Basilicata, nord della Sardegna e Sicilia. Le nevicate saranno relegate solo su quote di montagna. Le temperature registreranno un modesto calo.
Nella giornata di domani, le precipitazioni interesseranno essenzialmente le regioni meridionali e potrebbero risultare localmente intense in Puglia.
Precipitazioni previste dal modello di previsione americano GFS per i prossimi due giorni.
Temperature stazionarie ed intorno alla media tipica per questo periodo su tutta l’Italia.
Riguardo alla possibilità di un episodio o di una fase fredda tra fine prima ed inizio seconda decade c’è ancora molto da scrivere. Appare abbastanza scontato il trend nella direzione di una meridianizzazione con affermazione di un pattern wave2, nonché di una estesa irruzione destinata a buona parte del continente, ma occorre ancora attendere per capire fino a che punto e con quali caratteristiche tale sviluppo avrà effetti in area mediterranea. Il rex blocking assai probabile che si configura e figlio di un significativo affondo artico marittimo, dovrebbe, in ogni caso, determinare il profilo di una saccatura estesa da est ad ovest o da nord-est a sud-ovest, capace di disporsi, ben strutturata, su tutta l’europa centro-orientale, e di prolungarsi anche sulla penisola. Tuttavia rimane ancora molto da capire riguardo alla effettiva distribuzione dei centri barici e dei flussi che andrà a determinarsi, in virtù dei vari modi relativi che i vari modelli indicano o prevedono, tra quelli che mostrano il concretizzarsi temporaneo di una semplice estensione in veste di saccatura e quelli che considerano un vero e proprio VP split capace di collocare, tra europa centro-orientale e mediterraneo settentrionale, un esteso polo freddo, assai interessante da seguire nel corso dei giorni. Questa seconda possibilità, che, al momento, ed è bene chiarirlo, rimane solo una possibilità, è dettata, ad es., dall’ultima emissione del modello europeo. Il disegno, con la linea rossa rappresentativa della isoipsa che detta il profilo del promontorio anticiclonico, si rifà, appunto, alla situazione che lo stesso modello europeo prevede ad inizio settimana prossima. Nello stesso è ben apprezzabile l’estesa irruzione in veste di rex blocking che muove lungo il continente e che, per come indicato dal quadro delle frecce più piccole, rappresentative della evoluzione della isoipsa, è in grado poi di ridisegnarsi come un dipolo in cui si struttura un cut-off anticiclonico sul nord europa ed una fascia moderatamente depressionaria alle latitudini di europa centrale e mediterraneo settentrionale. Diversa riflessione è quella ancorata ad altri modelli che non prevedono la configurazione scand+ ma, per come indicato dalla rappresentazione evolutiva isoipsica delle frecce più grandi, una evoluzione ben più zonale in cui all’episodio freddo fa seguito un corso occidentale con ritiro del promontorio azzorriano…
La meteo seria è quella che, quando guarda a forecast di medio/lungo termine, ne prende atto ma li considera come semplici quadri ipotetici, molto da confermare. In ragione di questo va assolutamente detto che l’irruzione fredda, proposta da un pò tutti i modelli intorno ai giorni 8/10 dicembre, rientra tra le possibilità ma anche tra le ipotesi che andranno confermate nel corso dei prossimi giorni. Al momento la medesima irruzione appare come l’affondo di una ampia saccatura, alimentata da aria artica, ed a rapida evoluzione nella direzione del classico profilo rex-blocking. Al netto dell’effettivo concretizzarsi di una tale situazione, nel merito molte incertezze sussistono in relazione a quanto l’azione fredda avrà una influenza più o meno diretta sulla penisola, a seconda della latitudine coinvolta. Il disegno mostra la situazione prevista dal modello europeo intorno ai giorni 7/8 dicembre, ed inquadra la ampia saccatura sopra menzionata, associata a nuclei freddi in quota che, relativamente, muovono verso sud, destinati, per come rappresentato dalla simbologia, a coagularsi in un ampio sistema ciclonico freddo con asse disposto lungo una direttrice nord-est/sud-ovest (da frecce blu a frecce viola). La possibilità che, effettivamente, la rapida evoluzione associata finisca per produrre un quadro decisamente invernale governato da un cut-off disposto tra balcani e mediterraneo, è reale ed in grado di regalare la prima vera ondata di freddo della stagione. Sarà da vedere, tuttavia, al fine di un episodio con tutti i connotati del vero episodio freddo, il preciso disporsi dei centri barici e dei flussi, in quota ed al suolo, sia in termini di latitudine che di struttura ed estensione…
Un inizio dell’inverno a metà mese sarebbe poco pratico, soprattutto per le statistiche.
La decisione di impostare l’inizio dell’inverno è stata presa dall’OMM(organizzazione meteorologica MONDIALE) per semplificare la creazione di medie mensili e statistiche sulle temperature , così rendendo più agevole l’acquisizione dei dati.
Pertanto, l’inverno meteorologico va dal Primo Dicembre al 28 di Febbraio o negli anni bisestili fino al 29 Febbraio.
La possibilità di modesti tentativi di afflussi balcanici indicata in precedenza prende corpo e segna un quadro di fine mese caratterizzato proprio da tale scenario. Nulla a che vedere con chissà quali afflussi freddi; ma molto, comunque, a che vedere con un contesto continentale, associato al movimento nord/sud o nord-est/sud-ovest di un polo freddo in quota, evidentemente capace di imprimere un corso est/ovest alle correnti dei bassi strati, balcanico ed associato ad una certa diminuzione termica. L’evoluzione che abbraccia il corso del fine settimana offre anche lo spunto per esaminare la classica fenomenologia in base alla quale spinta e controspinta meridiana maturano nella direzione di profili antizonali. Governano tale dinamica vari elementi come forza di coriolis, forza di gradiente, vento geostrofico e legge di conservazione della vorticità. Nell’ambito di spinte meridiane i flussi tendono a disporsi lungo i meridiani, appunto, dettando poi forcing che favoriscono la rotazione degli assi delle onde in senso orario. In questo modo possono generarsi situazioni di azioni depressionarie a parziale sviluppo retrogrado. Il caso dei prossimi giorni appartiene proprio a tale situazione. Il flusso occidentale attuale tende ad una spiccata ondulazione che vede la salita di un promontorio lungo l’europa occidentale ed il conseguente sviluppo di una ondulazione negativa sull’europa centro-orientale; onda negativa successivamente destinata a maturare in un polo freddo in discesa verso la penisola balcanica e capace di allargarsi in senso retrogrado verso la penisola. L’interazione quota/bassi strati, quindi, è poi quella che determina la diminuzione della pressione nei bassi strati, da collocare sui mari intorno al meridione. Da cui il temporaneo afflusso balcanico associato a diminuzioni termiche e a destabilizzazioni su meridione ed adriatico centro-meridionale. Il disegno mostra la situazione prevista intorno ai giorni 29/30 ed indica in modo chiaro l’ondulazione sopra descritta, caratterizzata da promontorio sul nord-europa e da azione ciclonica su balcani e parte della penisola; la simbologia, a sua volta, intende marcare l’evoluzione esaminata che vede il corso occidentale attuale (freccia grande) evolvere nella direzione di un contesto meridiano in cui inizialmente le onde opposte maturano lungo i meridiani per poi tendere a ruotare i loro assi in senso orario…
Da venerdi una alta pressione sub-tropicale si andrà a posizionare tra l’Europa occidentale e la Penisola Scandinavia con temperature di molti gradi sopra la media.
Sul fianco orientale e meridionale di questa alta pressione scorrerà, in moto retrogrado, dell’aria aria fredda di provenienza Balcani, che dovrebbe formare una bassa pressione sulla nostra Italia.
Questa bassa pressione determinerà alcune piogge specie al centro e al sud e delle nevicate fino a quote di alta collina sui rilievi adriatici.
Le temperature si porteranno su valori invernali su tutta l’Italia tra sabato 30 novembre e lunedì 2 dicembre.
Una goccia colma di aria fredda in quota si dovrebbe andare a posizionare sull’Italia nel fine settimana. Questa bassa pressione potrebbe causare su molte delle nostre regioni condizioni atmosferiche piovose, con delle nevicate fino a quote di collina al centro e al nord. Temperature che dopo l’aumento che avremo in questi prossimi giorni, specie nei valori massimi, si porteranno sotto la media da sabato. È da evidenziare che si tratta di una evoluzione meteo da confermare.
Che la grande invernata o irruzione artica cantata da certi siti e da certi media sarebbe stata poca cosa o cosa effimera lo sapevamo e così è stato. L’afflusso freddo, nelle corde di una modesta e temporanea irruzione a componente ibrida polare ed artico/marittima, ha prodotto quello che doveva produrre, ed ovvero una contenuta diminuzione termica che, peraltro, dopo 24/36 ore, sta già salutandoci. Ed anche il rapido ritorno ad una componente occidentale o, addirittura, sud-occidentale, era cosa che le mappe dicevano, in maniera chiara ed uniforme. I primi giorni della settimana, pertanto, registreranno un generale rialzo termico, associato anche, al netto di modeste infiltrazioni sul centro-nord, ad una certa stabilizzazione. Una certa perturbazione del flusso atlantico, con una ondulazione di un certo rilievo, potrebbe subentrare intorno a metà settimana, sinonimo di un cambiamento assimilabile anche alla possibilità dello sviluppo di una relativa situazione scand+, tutta ancora da verificare nei termini del suo profilo e della sua evoluzione. Sappiamo che un tale sviluppo può anche essere foriero di una spinta orientale continentale, e, dunque, di un flusso più freddo da levante o nord-est, ma va anche detto che la modellistica, al momento ed al riguardo, non presenta omogeneità di vedute e, comunque, neanche chissà quali afflussi freddi. Alcuni modelli danno l’indicazione di una rimonta anticiclonica destinata a far scendere un polo freddo in quota lungo l’europa centro-orientale, ma senza che lo stesso polo abbia poi la possibilità di scendere ulteriormente; altri, invece, lo caratterizzano come un vero e proprio asse di saccatura est-ovest in grado di scivolare lungo i balcani e di fornire il classico afflusso balcanico a parte della penisola, segnatamente a quella adriatica e meridionale. Naturalmente vedremo, anche se, nel complesso ed al netto della eventualità di una certa sbuffatina orientale con i soliti notiziari che scambiano dette sbuffatine per ondate di gelo, non risultano, almeno nel quadro del medio e del medio/lungo termine, scenari particolarmente orientati ad afflussi freddi degni di tale nome. Il disegno si riferisce alla situazione prevista intorno a metà settimana e mostra, con il supporto della simbologia (dalle frecce più grandi a quelle più piccole), l’evoluzione possibile indicata dei giorni immediatamente successivi…
La suddetta analisi, partendo da una valutazione delle proiezioni stagionali fornite dai modelli ECMWF e UKMO, si prefigura di poter descrivere il possibile corso dell’inverno 2024/2025. Per questo il lavoro svolto si pone quale prodotto sperimentale. Le aree a cui si rivolge il lavoro sono specifiche del SETTENTRIONE ITALIANO.
ANALISI (Dicembre) 1-10 Dicembre: condizioni di prevalente zonalità, con saltuari passaggi nuvolosi associati a discreti fronti perturbati ma con scarse possibilità di neve a bassa quota. Possibili refoli freddi d’origine artico-marittima/continentale. Temperature generalmente in media o al di sopra della media. Precipitazioni nella media. 11-20 Dicembre: iniziali condizioni di prevalente zonalità, in seguito maggiori chance di irruzioni di aria artico-continentale. Prevalenti condizioni alto-pressorie. Clima secco e precipitazioni sotto-media. Temperature in media o leggermente al di sotto della media. 21-31 Dicembre: possibili interazioni tra masse d’aria di origini differenti con occasioni per nevicate a bassa quota. Temperature suscettibili a sbalzi importanti, positivi e negativi. Precipitazioni leggermente sopra-media.
GENNAIO 1-10 Gennaio: possibili iniziali condizioni per interazioni tra masse d’aria di origini differenti e con nevicate a bassa quota. Poi gradualmente più secco con temperature nella media. Precipitazioni nella media o lievemente al di sopra. 11-20 Gennaio: condizioni zonali sempre più marcate con frequenti ma sterili passaggi nuvolosi, temperature sopra-media. Precipitazioni nella media. 21-31 Gennaio: prevalente condizioni alto-pressorie con frequenti nebbie. Temperature sopra-media. Precipitazioni sotto-media.
Il bimestre più freddo dell’anno si concluderà con temperature poco al di sopra della media o nella media. Le precipitazioni saranno prevalentemente poco al di sotto della media. Le possibili occasioni nevose a bassa quota sembrano essere relegate al periodo delle festività, tra la fine della seconda decade di Dicembre e l’inizio della prima di Gennaio. Febbraio
1-10 FEBBRAIO: possibili iniziali correnti nord-atlantiche con rapidi passaggi perturbati, poi rapido ritorno a condizioni alto-pressorie. Temperature sopra-media. Precipitazioni nella media. 11-20 FEBBRAIO: iniziali condizioni zonali con frequente nuvolosità; in seguito possibili afflussi freddi di origine artico-marittima e quota neve progressivamente in calo. Temperature soggette a sbalzi importanti sia positivi che negativi. Precipitazioni nella media. 21-28 FEBBRAIO: condizioni di variabilità atmosferica con possibili passaggi perturbati e neve in montagna. Temperature sopra-media. Precipitazioni sopra-media.
Marzo: si prospetta un Marzo con caldo fuori stagione, almeno inizialmente; in seguito accesa instabilità con neve sui monti.
Nel complesso, è probabile che l’inverno 2024/2025 possa essere caratterizzato da temperature sopra-media e precipitazioni nella media. La neve in montagna non sarà molta, ma ci saranno alcune importanti occasioni per eventi intensi. In pianura, oltre a Dicembre, non sembrano esserci situazioni ulteriori per assistere alla caduta delle neve, se non parzialmente nella seconda parte di Febbraio.
Per la suddetta analisi non vengono tenuti in conto né possibili stratwarming, né possibili stratcooling.
Un Fronte freddo dalle alte latitudini Europee sta per arrivare sull’arco Alpino e causerà delle nevicate specie sul versante nord di confine.
Questo fronte freddo nella giornata di domani, venerdì, transiterà velocemente su tutta l’Italia determinando alcune precipitazioni che potrebbero risultare nevose sopra i 1000 metri di quota sull’appennino, per poi scendere fino ai 700/800 metri su Abruzzo, Molise e Puglia Garganica tra la serata e le prime ore della giornata di sabato.
L’ irruzione fredda causerà una forte ma temporanea diminuzione della temperatura su tutta l’Italia, e forti venti inizialmente occidentali che dopo il passaggio del fronte si disporranno dai quadranti settentrionali.
Da domenica e per alcuni giorni ritornerà l’alta pressione con tempo stabile su tutte le regioni.
Tutto il freddo e l’inverno di cui alcuni trattano consiste in una diminuzione termica di 2-3 gradi (max 4) per 2-3 giorni. La disposizione dei flussi su scala euro-oceanica non depone per nessuna vera ondata di freddo. Depone, invece, per un corso di correnti tese atlantiche in cui la componente polare appare più protagonista di quella artica. Risulta evidente, dato un certo affondo di dette correnti nord-atlantiche sino al limite del mediterraneo settentrionale, la conseguenza di una certa diminuzione termica, ma sempre in un contesto più occidentale che settentrionale. Quello a cui probabilmente assisteremo nel breve/medio termine è, piuttosto, una ondata di tempo burrascoso, variabile, a tratti perturbato, con rinforzo di venti, prettamente occidentali e tendenti a successiva temporanea rotazione a nord-ovest o a settentrione. L’essenza del quadro meteo dei prossimi giorni ce la racconta proprio detto rinforzo dei venti, sintomatico di un forte gradiente barico tra una fascia sub-tropicale non così bassa di latitudine ed il grande flusso occidentale associato alla fascia depressionaria che abbraccia gran parte del continente. Il disegno, che indica la situazione generale prevista ad inizio terza decade o intorno ai giorni 21/22, ci segnala anche il percorso dell’aria fredda a tutte le quote, fatto certamente di qualche sbuffata in grado di raggiungere il nostro centro-nord ma fatto, anche e soprattutto, di un percorso che, alle nostre latitudini, non tende a creare affondi particolari e si mantiene lungo una linea ovest-est. Non solo; la sbuffata più consistente, ovvero quella prevista in transito tra giovedi e venerdi, ci farà si assaggiare le caratteristiche di un tempo un pò più invernale, ma in un modo assai temporaneo dato che da occidente è pronto l’avanzare immediatamente successivo di una fase più mite e occidentale/sud-occidentale…
L’atlantico che incalza dalle sue latitudini centro-settentrionali, intravisto come ipotesi del medio-lungo termine in precedenza, rappresenta l’elemento dominante del prossimo corso meteo. L’associata corrente groenlandese è destinata a modificare il quadro europeo con gli effetti di una estensione ciclonica su tutta la parte centro-settentrionale del continente, certamente foriera, su dette aree, di un tempo variabile/perturbato e fatto anche di decise diminuzioni termiche. Il grande inverno, che tende ad abbracciare soprattutto tutta l’area scandinava, tenterà anche di raggiungere latitudini più meridionali, ma non sembra con i segni di affondi particolari. Risulta evidente come, per le nostre latitudini, un corso ibrido tra il polare/marittimo e l’artico/marittimo di tale natura possa fornire gli elementi di un tempo instabile, ventoso, ed anche fatto di diminuzioni termiche, ma bisogna anche considerare il quadro generale di una configurazione poco propensa a vere e proprie irruzioni e più favorevole al persistere di una fisionomia zonale. Eventuali ondulazioni annesse potranno anche non mancare di regalare qualcosa di più invernale sul nord-italia, ma senza l’aspetto di veri e propri afflussi freddi. I soliti titoli poco attinenti alla realtà e finalizzati a raccogliere attenzione, oppure frutto di totale ignoranza, li lasciamo ad altri. Qua si cerca di commentare quanto dicono effettivamente i forecast e le mappe dei principali istituti meteo, nel modo più razionale ed oggettivo possibile. Il disegno mostra la situazione generale prevista intorno ai giorni 19/20 ed è eloquente nell’indicare il contesto sopra esaminato. La estesa area depressionaria che abbraccia buona parte dell’europa struttura un ben definito corso zonale, teso e disposto dal nord-atlantico ai balcani, e linea di confine tra l’aria fredda dello stesso nord-atlantico e l’aria mite che arriva da ovest a più basse latitudini. E descrive anche un disegno che non sembra, almeno al momento, in grado di modificarsi in senso meridiano e di affondare saccature assimilabili a vere e proprie irruzioni fredde. Appare più probabile, al contrario e guardando al lungo termine di metà terza decade, che la medesima fase nord-atlantica, movimentata e moderatamente fredda, possa sfociare in una fase con affondo a largo in oceano o ad ovest dell’iberia e fatta di correnti sud-occidentali…
Certi titoli che parlano di arrivo di freddo polare in italia sono scritti da gente che andrebbe perseguita legalmente e che dovrebbe essere rimandata a scuola a cominciare dalle elementari. Ovviamente non ci sarà nessuno sconquasso termico. E non ci sarà sulla base di quanto esaminato precedentemente, discusso come una evoluzione aperta tanto alla possibilità di una sbuffatina orientale più fredda quanto a quella di un assai temporaneo flusso orientale destinato a smorzarsi praticamente sul nascere. Non che la medesima evoluzione non sia favorevole ad elementi da autunno avanzato. Tutt’altro. Ma la prevista espansione anticiclonica sull’europa settentrionale, destinata comunque ad attivare una discesa di aria più fredda ed instabile lungo l’europa centro-orientale e sino al mediterraneo settentrionale, è minata da un corso occidentale che incalza dall’atlantico centro-settentrionale, ed è minata da una ingerenza anticiclonica che intende, lo stesso afflusso orientale o nord-orientale, frammentarlo o deviarlo. In questo modo si fa strada, maggiormente, l’ipotesi di una circolazione ciclonica del nord-europa, si in rapido transito lungo la francia, ma anche destinata a defilarsi verso occidente, sull’iberia e sul vicino oceano. Il flusso settentrionale che si divide in due rami, come in questo caso, non è certo una novità e rientra tra i modelli evolutivi tipici, in cui il classico rex blocking, capace di coagulare l’afflusso settentrionale in una ben definita saccatura stazionaria, non matura e matura invece un quadro da opposizione di fase, tra una saccatura che scivola rapida verso sud-est lungo i balcani ed una circolazione, altrettanto ciclonica, che muove retrograda verso occidente, isolandosi e marcando una rimonta anticiclonica lungo il suo bordo orientale. Tutto questo ce lo racconta il disegno della situazione generale prevista intorno ai giorni 14/15, nel quale la simbologia segna il contesto di un transito instabile e di aria effettivamente più fredda, ma anche quello di un annesso polo freddo in quota che fugge verso ovest isolandosi e frammettendo, tra sé stesso e la discesa fredda balcanica, un ponte anticiclonico. Ho scritto di un atlantico che incalza da occidente alle latitudini medio-alte, e se vogliamo guardare, poi, un pò più avanti nel tempo, c’è certamente da considerare la possibilità che, in dirittura di fine decade, possa subentrare una nuova fase, governata da correnti occidentali o nord-occidentali di segno polare-marittimo…
Il disegno della situazione generale prevista intorno ai giorni 12/13 è eloquente nell’indicare il trend intravisto ed analizzato da giorni. Detto trend è quello che vede una decisa espansione meridiana del sub-tropicale, ramo oceanico, lungo l’europa occidentale, volto a ridisegnare il quadro euro-atlantico in un senso più invernale. Diciamo subito, però, che, nei riguardi della possibilità di una fase fredda o di un episodio invernale, molto risulta ancora da scrivere, sia nei termini della sua eventuale intensità e sia in quelli della sua durata. In generale il quadro ci porta, con tutta probabilità, verso una temporanea situazione con minimo mediterraneo e richiamo di correnti più fredde settentrionali od orientali. Ma occorre anche dire che la dinamica evolutiva dei flussi e dei centri barici potrebbe essere quella di un semplice episodio, moderato ed assai temporaneo. Appare, infatti, difficile che possano determinarsi le condizioni di un blocco persistente in chiave rex con persistente afflusso dai quadranti orientali. I modelli, da questo punto di vista, ed in riferimento al medio-lungo termine, non chiariscono ancora con certezza tale disegno. Un pò tutti prospettano, per l’inizio della settimana, la rimonta anticiclonica suddetta, l’irruzione conseguente lungo l’europa e la genesi di una moderata circolazione depressionaria in quota tra europa centrale e mediterraneo, ma ci raccontano cose ancora difformi per quanto riguarda l’evoluzione successiva. Una evoluzione che potrebbe vedere certamente alcuni giorni con un vero e proprio polo freddo in quota e minimo mediterraneo associato a correnti orientali, ma che potrebbe anche vedere qualcosa di più sfumato e fugace, con una maggiore invadenza delle alte pressioni volte a spezzare detto flusso settentrionale ed a defilare il minimo suddetto verso ovest…
In maniera graduale il corso del tempo sta seguendo, nelle grandi linee, quanto già esaminato. E sta seguendo il prospetto di un cambiamento euro-atlantico che vede il sub-tropicale ridisporre il suo promontorio più ad occidente, più verso nord e con asse disposto da sud-ovest a nord-est. Una tale evoluzione finisce per, in un certo senso, ribaltare lungo i meridiani la posizione delle aree bariche e disegnare quei profili che, in gergo tecnico, prendono i nomi di flusso diffluente, rex-blocking, di-pole blocking. Se, tra inizio seconda decade e metà mese, questa ridisposizione sarà così estrema da determinare un afflusso di aria fredda balcanica o orientale con associato nucleo freddo in quota e depressione nei bassi strati in mediterraneo, lo vedremo. Al netto di tutte le incertezze del caso, di apprezzabilmente probabile, e rispetto a quanto i vari modelli stanno esprimendo, si nota comunque una tendenza, destinata a maturare nel periodo compreso tra fine prima decade e metà mese, che spinge nella direzione di rialzi barici sul nord-europa e di conseguenti progressioni cicloniche retrograde alle nostre latitudini. La conferma di una tale evoluzione corrisponderebbe al prodursi di un primo, seppur moderato e, probabilmente, assai temporaneo, afflusso freddo della stagione, ed il classico afflusso balcanico che vede anche il maturare di una circolazione depressionaria sul centro-sud. Il disegno, riferito alla situazione generale prevista ad inizio seconda decade, mostra già un accenno di profilo rex-blocking, mentre la simbologia vuole marcare l’evoluzione dei giorni successivi, ulteriormente favorevole ad aperture a flussi continentali orientali…
L’attuale dominio di un promontorio sub-tropicale persisterà ancora e persisterà per come si confà ai blocchi anticiclonici dinamici, sempre piuttosto resistenti. Tuttavia andrà maturando anche la tendenza già intravista in precedenza, assimilabile ad una ridistribuzione di tale blocco e del getto polare, in un quadro, alla fine, relativamente evolutivo. Si notano, infatti, nel corso della prima decade del mese, i classici movimenti che vedono la corrente a getto guadagnare in latitudine sull’atlantico e mantenersi ad alte latitudini in un corso sud-ovest/nord-est sul continente, sulla base di una serie di step in cui l’asse del promontorio anticiclonico tende a ruotare in senso orario e tende a traslare verso nord-ovest. Si tratta di un cambiamento graduale che, nel complesso, rimane di blocco nei confronti delle correnti umide atlantiche, ma che, al tempo stesso, aumenta la pressione ad occidente e la diminuisce ad oriente, secondo il classico schema che tende ad un eventuale scand+ e ad un antizonale a più basse latitudini. Se tutto questo si tradurrà in una effettiva azione più fredda continentale o balcanica nel medio-lungo termine certamente lo vedremo. Sta di fatto che un pò tutti i modelli, al momento attuale, intravedono detta tendenza.
Disastri come quelli della spagna possono senz’altro essere messi in relazione a due fattori: un mare mediterraneo caldo; un sub-tropicale, ramo africano, protagonista. La circolazione ciclonica chiusa o semichiusa, in veste di vortice in quota, cut-off o goccia fredda, dell’iberia, non è altro che la derivazione del maltempo dei nubifragi sull’italia di giorni fa. La dinamica dei forcing e dei flussi in quota ha fatto si che tutto il sistema perturbato, frenato verso levante, abbia acquisito le caratteristiche di sistema stagnante o stazionario, ingabbiato dalle alte pressioni, e costretto a muoversi poco e, in questo caso, piuttosto verso ovest o sud-ovest, con moto retrogrado. Inutile rammentare che le situazioni meteo più pericolose, estreme, ed in grado di produrre nubifragi ed alluvioni, sono proprio queste; ovvero quelle in cui un sistema perturbato, ben alimentato, ristagna, producendo una insistenza, per ore ed ore, sulle stesse aree, dei nubifragi annessi. Lo spostamento verso la spagna del sistema di giorni fa ce lo hanno raccontato i corpi nuvolosi temporaleschi e rigeneranti, prima sulla toscana, e poi su sardegna, liguria e piemonte. Lo stesso sistema è andato, quindi, a posizionarsi intorno a gibilterra, dove, praticamente e come apprezzabile ed esteso vortice, si tendente a sistema maturo e barotropo ma, nel contempo, dotato ancora della vivacità e dei contrasti tipici dei sistemi baroclini, ha imposto a quelle aree tutti gli elementi che causano marcato maltempo. Il disegno si riferisce alla situazione generale di circa 24/36 ore fa e mostra i vari elementi concausali dell’alluvione. L’area critica è quella dell’iberia orientale, ovvero quella più esposta: 1) all’inevitabile jet streak da contrasto in quota tra il flusso sud/nord caldo imposto dal sub-tropicale ed il flusso sud/nord freddo imposto dal vortice freddo (frecce grandi); 2) alla conseguente divergenza in quota, ed anche diffluenza, quale quella che si produce sulla rimonta delle correnti che deviano gradualmente verso nord-ovest (frecce grandi); 3) alla convergenza al suolo fatta di correnti molto calde ed umide che, ruotando intorno alla depressione al suolo (linee chiare delle isobare e frecce piccole), incrociano da destra, il flusso in quota; 4) a tutta la frontogenesi ed alla marcata instabilità che da tali contrasti derivano. Sempre nel disegno si possono osservare le condizioni di un estremo flusso meridionale, che risale dall’africa e che, accanto alle elevate ed anomale temperature del mediterraneo, finisce per essere la significativa fonte energetica all’origine di piogge che, in tali condizioni, superano di gran lunga i parametri fisiologici delle forti precipitazioni e degli stessi nubifragi…
Lo schema evolutivo, già esaminato, rimane quello di una stabilizzazione con rimonta anticiclonica a costituire una sorta di blocco ad omega. Quanto detto blocco, nel corso dei primi giorni di novembre, sia in grado di offrire, al mediterraneo, correnti orientali più fredde, non è dato ancora di saperlo. Quello indicato dalla maggioranza dei modelli è, attualmente, maggiormente a favore di un quadro si orientale ma con solo moderate o non così significative diminuzioni termiche; non sembra, cioè, che l’alta pressione perda di eccessiva invadenza sul suo bordo di levante. Tuttavia vedremo. I nubifragi, prima sulla toscana e poi sempre più ad ovest, su sardegna, liguria e piemonte, hanno confermato il trend precedentemente visto, vale a dire quello di una frenata della depressione iberico-mediterranea con sua influenza temporanea sulla parte occidentale della penisola, e con suo successivo indebolimento associato a spostamento retrogrado. Il tutto legato ad un progressivo consolidamento del campo barico continentale con deviazione del jet stream verso nord-est e verso più alte latitudini. Una tale intraprendenza del ramo oceanico del sub-tropicale è quella che ha, con la partecipazione del promontorio sul mediterraneo orientale, ingabbiato la medesima circolazione ciclonica, e che sta creando le prospettive di inizio mese in esame. Il disegno, riferito alla situazione generale dell’immediato inizio di novembre, mostra il vortice in quota dei recenti nubifragi oramai isolato e defilato oltre gibilterra e mostra la estesa configurazione anticiclonica che lo isola e che fa da blocco rispetto alla saccatura presente in pieno atlantico. La simbologia, nel contempo, intende indicare la possibilità intravista di una successiva rimonta meridiana sull’europa nord-occidentale (dalle frecce grandi a quelle più piccole), con rotazione in senso orario dell’asse di tale promontorio, e con la prospettiva del costituirsi, almeno per qualche giorno, di un disegno ad omega con massimi sull’europa centro-settentrionale e con una influenza di correnti di levante sul mediterraneo centro-orientale…
Le lancette degli orologi devono essere spostate indietro di un’ora, dalle ore 3 alle ore 2 di domenica 27 ottobre 2021, per il passaggio all’ora solare.
Le giornate diventano più corte e stanotte si dormirà un’ora in più.
Secondo i dati di Terna, la società che gestisce la rete di trasmissione nazionale, nei 7 mesi di ora legale il sistema elettrico italiano ha beneficiato di minori consumi per 450 milioni di kWh, pari al valore di fabbisogno medio annuo di circa 170 mila famiglie, con un conseguente risparmio economico di circa 105 milioni di euro. Ricadute positive anche in termini di sostenibilità ambientale: il minor consumo elettrico, infatti, ha consentito al Paese di evitare emissioni di CO2 in atmosfera per circa 215 mila tonnellate.
Gli step meteo indicati in precedenza, visti nelle grandi linee della configurazione globale euro-atlantica, in buona parte si confermano. La fase delle ultime 48-72 ore si è presentata meno stabile del previsto perché il campo anticiclonico, pur non così basso, ha continuato a presentare una debole falla mediterranea con richiamo di correnti umide meridionali o sud-occidentali. Sussiste, nel frattempo, la minaccia che si profila per il fine settimana, e stavolta costituita da una ben definita saccatura con tanto di sistema organizzato e con tutti gli elementi di un contesto assai insidioso. Tuttavia e per fortuna si conferma, altrettanto, un disegno di relativo freno da muro sub-tropicale in mediterraneo che dovrebbe tenere confinata la perturbazione ad occidente così da renderla si influente, ma temporaneamente e non oltre la fascia più occidentale della penisola. In più rimane il fatto che l’estensione delle alte pressioni in quota continua ad apparire in grado di tenere il grande flusso atlantico piuttosto a nord così da indirizzare la stessa circolazione ciclonica iberica in un moto retrogrado ed in un cut-off progressivamente sempre più defilato verso l’atlantico. Poiché l’evoluzione in tal senso rimane, però e comunque, un pò incerta, che tutto proceda secondo quanto indicato c’è da augurarselo perché risulta evidente il grado di insidia che può comportare l’affondo deciso in mediterraneo di una saccatura di questo tipo e relativamente frenata a levante. Si confermano poi per il medio-lungo termine, al netto di un sub-tropicale che si mostra ancora invadente in mediterraneo centro-orientale, certe velleità del sub-tropicale ramo oceanico, orientate nella direzione di rimonte meridiane tutte ancora da definire ma che appaiono nelle possibilità del fine mese e dell’inizio di novembre. La stessa situazione del disegno, riferita alla configurazione generale prevista intorno ai giorni 29/30, mostra già, sull’atlantico ed in direzione delle isole britanniche, un promontorio deciso che, in questo caso stringe la mano al ramo africano venendo a costituire una grande promontorio che devia ben a nord il jet stream (freccia grande), ma che in un secondo tempo potrebbe finire per disegnare un profilo che apre a correnti nord-orientali…
Andare a sbirciare a 7-8 giorni nella meteo non corrisponde certo ad esaminare qualcosa di certo. In questo caso ha, comunque, un senso, giacché tutta la modellistica che guarda al medio-lungo termine, pur non ancorata a qualcosa di davvero omogeneo, vede, per quei giorni, un certo movimento del sub-tropicale, stavolta ramo atlantico, che merita una certa attenzione. E la merita perché mentre la nuova saccatura, prevista in avvicinamento nell’ambito del prossimo fine settimana, avrà difficoltà a traslare decisa verso levante e si troverà costretta ad impantanarsi come circolazione semichiusa verso sud-ovest, andranno maturando movimenti tesi alla rimonta meridiana dell’anticiclone oceanico e che, quanto meno, aprono alla possibilità di un cambio meteo favorevole a correnti orientali. Naturalmente vedremo. Da qui a quel periodo l’evoluzione meteo è destinata, prima, a presentare due step successivi: quello di una fase un pò più stabile, e quindi quello della nuova minaccia atlantica, che, a dispetto della maggiore probabilità che non proceda oltre l’iberia o l’estremo mediterraneo occidentale, potrebbe, comunque, risultare più o meno influente. L’ingresso successivo, nello scacchiere euro-atlantico, e come protagonista, dell’azzorriano che spinge verso nord-est e che può puntare a realizzare qualcosa che rammenta il rex-blocking, è, poi e per come detto, nelle corde delle possibilità, anche se non ancora con elementi di certezza adeguati. Il disegno si riferisce alla situazione generale prevista intorno ai giorni 28/29 ed indica, con il supporto della simbologia, la rimonta descritta, con la conseguente spinta retrograda di una saccatura continentale e con l’associato eventuale aggancio della depressione iberica…
Ancora piogge e temporali su gran parte del Paese. Allerta arancione in sette regioni.
Una vasta area perturbata di origine atlantica sta determinando condizioni di spiccato maltempo sul nostro Paese, in progressiva estensione a gran parte del territorio. Diffuse precipitazioni e forti temporali insisteranno, nella giornata di domani, su gran parte delle regioni italiane, con fenomeni più persistenti ed intensi su parte della Pianura Padana e sulle regioni più meridionali, accompagnati da una intensificazione della ventilazione soprattutto sulle regioni ioniche.
Sulla base delle previsioni disponibili, il Dipartimento della Protezione Civile d’intesa con le regioni coinvolte – alle quali spetta l’attivazione dei sistemi di protezione civile nei territori interessati – ha emesso un ulteriore avviso di condizioni meteorologiche avverse, che integra ed estende il precedente. I fenomeni meteo, impattando sulle diverse aree del Paese, potrebbero determinare delle criticità idrogeologiche e idrauliche che sono riportate, in una sintesi nazionale, nel bollettino nazionale di criticità e di allerta consultabile sul sito del Dipartimento della protezione civile nazionale.
L’avviso prevede dalla serata di oggi, venerdì 18 ottobre, precipitazioni diffuse, a prevalente carattere di rovescio o temporale su Lazio, Campania, Basilicata, Calabria, Puglia e Sicilia. Previste inoltre, dalle prime ore di domani, sabato 19 ottobre, precipitazioni diffuse, anche a carattere di rovescio o temporale, sulle Marche, in progressiva estensione all’Emilia-Romagna e, in particolare su settori di pianura, a Lombardia e Veneto. I fenomeni saranno accompagnati da rovesci di forte intensità, frequente attività elettrica e forti raffiche di vento. L’avviso prevede infine, dalle prime ore di domani, venti da forti a burrasca sud-orientali sulla Puglia e, specie sui settori ionici ed appenninici, su Calabria e Basilicata. Mareggiate sulle coste esposte.
Sulla base dei fenomeni in atto e previsti è stata valutata per la giornata di domani, sabato 19 ottobre, allerta rossa per rischio idraulico in Emilia-Romagna. Allerta arancione sui restanti settori dell’Emilia-Romagna, su parte di Veneto, Campania, Basilicata, Puglia e sull’intero territorio di Calabria e Sicilia. Valutata inoltre allerta gialla in Friuli Venezia Giulia, Veneto, Provincia Autonoma di Bolzano, Lombardia, Piemonte,Toscana, Marche, Umbria, Abruzzo, Lazio, Molise e sui restanti settori di Campania, Basilicata e Puglia.
Un vortice di bassa pressione si andrà isolando sul mediterraneo centrale determinando copiose piogge nei prossimi giorni sulle regioni meridionali.
Nella giornata di domani le piogge saranno frequenti su quasi tutta Italia ad eccezione della Sardegna.
Le precipitazioni più intense e diffuse si verificheranno sulla Sicilia, Calabria ionica, Puglia salentina, Basilicata meridionale, Emilia Romagna e Lombardia meridionale.
C’è da evidenziare che si potrebbero verificare dei forti nubifragi e degli episodi alluvionali.
Una vasta e profonda area perturbata di origine atlantica porterà, nel corso delle prossime ore, un ulteriore peggioramento delle condizioni meteorologiche, con piogge e temporali in estensione dalle Regioni di nord-ovest al resto del nord, alle regioni centrali tirreniche e, da domani, a Campania e Sicilia centro-occidentale.
Sulla base dei fenomeni previsti e in atto è stata valutata per la giornata di oggi, venerdì 18 ottobre, allerta arancione in Liguria e su alcuni settori di Emilia-Romagna, Lombardia, Toscana e Veneto. Valutata inoltre, allerta gialla su restanti settori di, Lombardia, Emilia-Romagna e Toscana, su alcune aree di Piemonte, Veneto e Friuli Venezia Giulia, sull’intero territorio di Trentino-Alto Adige, Umbria, Lazio e Molise, su parte di Abruzzo, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia.
Il tentativo di instaurare un blocco mediterraneo da parte del sub-tropicale è risultato problematico e non ha prodotto effetti particolari oltre quelli di una certa stabilizzazione, resa, peraltro, meno solida da modeste infiltrazioni di aria umida da occidente. Per di più, e per come ipotizzato in precedenza sui relativi ed incerti esiti anticiclonici di metà settimana, ecco profilarsi un cedimento significativo sostenuto dal progredire di una discreta saccatura atlantica da occidente. La medesima saccatura si sta muovendo con gradualità, un pò costretta a forzare il relativo promontorio, ma non mancherà di ribaltare la situazione meteo italica regalandoci gli effetti di un contesto piovoso autunnale, in spostamento da nord a sud. L’evoluzione che si prospetta nel breve/medio termine corrisponde alla classica situazione in cui i forcing spingono la curvatura ciclonica a muovere verso meridione piuttosto che verso levante, a configurarsi come una circolazione mediterranea destinata a raggiungere il nord-africa ed a residuare in un cut-off. Evidente, di conseguenza, l’attivazione di correnti meridionali lungo il profilo occidentale della penisola, assai umide ed instabili e potenzialmente anche in grado, su certe aree, di produrre precipitazioni di una certa consistenza. Il progresso di una tale dinamica abbraccerà un pò tutto il resto della settimana, e fino al molto probabile miglioramento da ritorno anticiclonico, previsto da inizio terza decade…
In questi ultimi giorni stiamo assistendo alla classica ottobrata con tempo stabile e con temperature decisamente miti.
Al sud e sulle due isole maggiori sono previsti valori anche di +30 gradi in questi prossimi due giorni.
Da mercoledì gradualmente si farà avanti sul mediterraneo centrale una bassa pressione colma di aria fredda in quota, che causerà un drastico cambiamento del tempo in Italia con piogge, temporali, vento e un calo della temperatura.
C’è da evidenziare che questa fase piovosa interesserà questa volta anche il sud Italia, compresa tutta la Sicilia, zone dove fino ad ora stanno risentendo della mancanza di precipitazioni.
Il tempo nei prossimi giorni sarà caratterizzato da condizioni meteo soleggiate e con temperature elevate, specie al centro e al sud.
In Sicilia si potrebbero toccare i +30 gradi e nelle zone interne delle regioni meridionali peninsulari i +27/+28 gradi.
Tra mercoledì e giovedì gradualmente un centro di bassa pressione dall’ovest del continente europeo si andrà spostando verso il mediterraneo centrale, formando un cut off che per piu giorni potrebbe interessare la nostra Italia e finalmente anche il sud Italia e la Sicilia con piogge localmente forti.
Si va concretizzando la possibilità, accennata in precedenza, di un blocco mediterraneo con deviazione del flusso oceanico verso nord o nord-est. Il cambio di configurazione euro-atlantica, nelle prospettive del breve-medio termine, costringe la saccatura, a ridosso dell’iberia, a perdersi verso sud e piazza un promontorio sub-tropicale nel bel mezzo del mediterraneo. Un muro, detto promontorio, che non mancherà di regalarci alcuni giorni di tempo stabile e con temperature sopra la media. La sua durata è tutta ancora da definire; in verità il suo fronte occidentale potrebbe cedere o cominciare a cedere già intorno a metà settimana con la possibilità del determinarsi di una insidiosa situazione stazionaria o semi-stazionaria associata a sacca o depressione in mediterraneo occidentale; potrebbe anche, tuttavia. opponendo una maggiore resistenza e dopo una certa flessione in grado di consentire l’effetto più marginale di correnti umide sud-occidentali destinate al nostro ovest o nord-ovest, riprendere poi quota e riproporsi nel lungo termine. Naturalmente vedremo. Il disegno mostra la situazione prevista ad inizio settimana e rappresenta, con il supporto della simbologia, quanto sopra descritto…
In tutti i campi esiste l’informazione seria e quella che rappresenta, rispetto a quello che dovrebbe essere, una informazione artefatta, alterata, modificata, demenziale, inutile, sottoculturale, diseducativa, quando non falsa. Questa seconda, che non è marginale, anzi, dovrebbe essere messa al bando. E’, purtroppo, alimentata dall’ignoranza e dalla mancanza di pensiero, in un circolo vizioso legato alla ossessiva-compulsiva e priva di senso ricerca dei mi piace, dell’attenzione, del seguito, e, naturalmente, del denaro a suon di pubblicità. E quando lo scopo non è più quello di mostrare il bello ed il vero ma quello che attira il gregge è inevitabile il declino culturale o della cultura di massa a cui siamo costretti ad assistere. L’esempio più eclatante, visto da appassionato di musica, e che risulta a supporto di detta tesi, è il fatto che media popolari come la TV enfatizzano, come fossero uscite di grandi opere, le uscite di dischi insignificanti, e disconoscono completamente la musica vera. Un esempio che possiamo tranquillamente estendere a vari altri campi dell’arte e della scienza. Appellarsi a quel poco che i media ed internet offrono, in termini di cultura e di vera e seria informazione diventa, allora, un dovere oltre che una necessità; naturalmente se si vuole un progresso di civiltà e non un regresso. Il post in questione è un riferimento, tanto per intenderci, di ciò che dovrebbe essere, per es., l’informazione meteo seria (che, naturalmente, non è quella di chi scrive che domani arriva l’uragano Kirk), contraltare di una diffusa informazione meteo ridicola e ingannevole…
Piogge e venti forti al Centro-Nord. Allerta arancione in Lombardia e Trentino Alto Adige.
Nelle prossime ore un sistema perturbato di origine atlantica raggiungerà il nostro Paese, determinando una rapida, ma intensa, fase di maltempo con precipitazioni abbondanti ed insistenti su gran parte delle regioni centro-settentrionali, accompagnata anche da un marcato rinforzo della ventilazione sud-occidentale su parte del Centro-Nord.
Sulla base delle previsioni disponibili, il Dipartimento della Protezione Civile d’intesa con le regioni coinvolte – alle quali spetta l’attivazione dei sistemi di protezione civile nei territori interessati – ha emesso un avviso di condizioni meteorologiche avverse. I fenomeni meteo, impattando sulle diverse aree del Paese, potrebbero determinare delle criticità idrogeologiche e idrauliche che sono riportate, in una sintesi nazionale, nel bollettino nazionale di criticità e di allerta consultabile sul sito del Dipartimento della protezione civile nazionale.
L’avviso prevede dalla serata di oggi, mercoledì 9 ottobre, precipitazioni diffuse e persistenti, anche a carattere di rovescio o temporale, su Liguria e Lombardia; venti da forti a burrasca dai quadranti meridionali su Liguria ed Emilia-Romagna, specie settori appenninici. Si prevedono inoltre, dal primo mattino di domani, giovedì 10 ottobre, precipitazioni diffuse e persistenti, anche a carattere di rovescio o temporale, su Emilia-Romagna, Toscana, Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia. I fenomeni saranno accompagnati da rovesci di forte intensità, frequente attività elettrica, locali grandinate e forti raffiche di vento. Venti da forti a burrasca dai quadranti meridionali previsti su Toscana, specie settori costieri, Marche e Umbria, specie settori appenninici.
Mareggiate lungo le coste esposte.
Sulla base dei fenomeni in atto e previsti è stata valutata per la giornata di domani, giovedì 10 ottobre, allerta rossa per rischio idraulico e rischio idrogeologico su settori della Lombardia. Allerta arancione su parte di Lombardia e su tutto il Trentino Alto Adige. Valutata inoltre allerta gialla sull’intero territorio di Friuli Venezia Giulia, Veneto, Liguria e su bacini di Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana e Umbria.
PREVISIONE PROBABILISTICA(14/21ottobre) L’articolo non descrive il tempo di ogni ristretta area italiana ma illustra in modo generico e indicativo lo scenario della circolazione atmosferica e i relativi effetti che “potrebbero” verificarsi durante il periodo preso in esame.
Dopo il passaggio della perturbazione di domani, (giovedì) lo scenario sinottico euro-atlantico vedrà un aumento medio dei valori di pressione in quota (geopotenziale) su gran parte dell’Europa centro settentrionale e il mediterraneo, contemporaneamente a una diminuzione sui settori del nord atlantico, dell’Islanda e della Groenlandia. (regime Nao positiva)
In Italia tutto ciò dovrebbe determinare una minore probabilità di precipitazioni sulle nostre regioni centro meridionali, dove l’egemonia degli anticicloni è prevista essere più tangibile. Il nord e occasionalmente il medio alto versante Tirrenico potrebbero essere interessati da locali piogge, collegate queste al transito di impulsi instabili provenienti dall’atlantico. Le temperature, dopo il calo nel weekend, subiranno un nuovo aumento nel corso della prossima settimana, attestandosi così sopra alla media del periodo, specie al centro sud, interessato più direttamente dalla risalita di masse d’aria calda subtropicali.
NOTA* Verso la fine della seconda decade, (17/18 ott.)potrebbe verificarsi l’affondo di una saccatura tra la penisola Iberica e il mediterraneo occidentale, successivamente tagliata in cut-off/goccia fredda. La presenza di questa depressione chiusa potrebbe regalarci qualche sorpresa qualora traslasse verso l’Italia. (VEDREMO)
Nelle figure sotto riportate le anomalie medie a 7 giorni di altezza geopotenziale, temperature al suolo e precipitazioni.
Nella figura sottostante lo scenario sinottico(rappresentativo)
Ed infine il grafico dell’indice teleconnettivo Nao
L’autunno che fa l’autunno è anche e proprio questo, ovvero quello di franche perturbazioni atlantiche che entrano da ovest in mediterraneo occidentale e si spostano gradualmente verso levante. Tale flusso, prettamente atlantico appunto, può darsi che subirà un certo ostacolo o si interromperà intorno a metà mese. Ma per quei giorni vedremo. Intanto si fa un gran parlare dell’uragano Kirk, in pieno atlantico ed in fase di decadenza a semplice sistema extratropicale. E se ne fa una gran parlare considerandone la possibile influenza sull’occidente continentale, e persino sull’italia. Non considero, ovviamente, il caso patologico di certi titoli che segnalano l’arrivo di Kirk sull’italia, assolutamente mistificatori, ingannevoli e chiappa allodole. Si può, invece e seriamente, ammettere la possibilità che la stessa perturbazione possa produrre un certo apporto in termini di umidità e di energia; ma anche qui siamo molto nel campo delle ipotesi, ed una cosa, senza sé e senza ma, dobbiamo comunque ammetterla; e vale a dire il fatto che, per come dicono le mappe previsionali, il sistema raggiungerà si le coste del continente, ma le raggiungerà nelle vesti di qualcosa che dell’uragano non ha più neanche il ricordo. Questi sistemi ciclonici, infatti, una volta inglobati nel flusso atlantico, che li trascina in senso opposto al loro fisiologico spostamento, ovvero da ovest ad est o da sud-ovest a nord-est, perdono la loro natura di uragani e diventano sistemi ciclonici extratropicali come quelli naturali, oltretutto per perdere progressivamente intensità o energia. Il che non significa che, in qualche caso non così frequente e soprattutto sul nord-ovest europeo, non possano arrivare con la capacità di produrre certi tipi di effetti come forti venti e forti precipitazioni. L’evoluzione illustrata dal disegno delle isobare e dei fronti segna il passaggio dalla situazione di questa mattina a quella individuata dalle mappe di previsione a distanza di 24/36 ore ed indica, in modo chiaro, come Kirk, al momento presente sull’atlantico, in 24/36 praticamente scompaia nella dimensione di una semplice saccatura secondaria disposta tra francia e mediterraneo settentrionale. Tant’è che si può legittimamente considerarne la presenza in oceano e la sua traiettoria verso l’europa, ma molto meno o per nulla una sua implicazione nelle vicende meteo che ci riguardano…
In arrivo piogge e temporali al Centro-Nord. Allerta arancione in sette regioni.
Nelle prossime ore un sistema perturbato di origine atlantica raggiungerà il nostro Paese, determinando un intenso peggioramento con precipitazioni abbondanti ed insistenti su gran parte delle regioni centro-settentrionali, accompagnato da un generale rinforzo dei venti dai quadranti meridionali.
Sulla base delle previsioni disponibili, il Dipartimento della Protezione Civile d’intesa con le regioni coinvolte – alle quali spetta l’attivazione dei sistemi di protezione civile nei territori interessati – ha emesso un avviso di condizioni meteorologiche avverse. I fenomeni meteo, impattando sulle diverse aree del Paese, potrebbero determinare delle criticità idrogeologiche e idrauliche che sono riportate, in una sintesi nazionale, nel bollettino nazionale di criticità e di allerta consultabile sul sito del Dipartimento della protezione civile nazionale.
L’avviso prevede dalla serata di oggi, lunedì 7 ottobre, precipitazioni diffuse e persistenti, anche a carattere di rovescio o temporale, su Liguria e alta Toscana, in estensione, dalle prime ore di domani, martedì 8 ottobre, a Piemonte orientale, Lombardia, Emilia-Romagna e successivamente alle Province Autonome di Trento e Bolzano, Veneto, Friuli Venezia Giulia e resto della Toscana. Si prevede, inoltre, dalla tarda mattinata/primo pomeriggio di domani, martedì 8 ottobre, l’estensione di precipitazioni diffuse, anche a carattere di rovescio o temporale, a Umbria, Lazio e successivamente, specie sui settori occidentali, ad Abruzzo e Molise.
I fenomeni saranno accompagnati da rovesci di forte intensità, frequente attività elettrica, locali grandinate e forti raffiche di vento. Dal primo mattino di domani, martedì 8 ottobre, si prevedono venti da forti a burrasca, dai quadranti meridionali, su Emilia-Romagna, specie settori appenninici e Liguria, in estensione a Veneto e Friuli Venezia Giulia, specie settori costieri. Mareggiate lungo le coste esposte.
Sulla base dei fenomeni in atto e previsti è stata valutata per la giornata di domani, martedì 8 ottobre, allerta rossa per rischio idrogeologico su settori di Liguria e Lombardia. Valutata inoltre allerta arancione sull’intero Lazio e su settori di Friuli Venezia Giulia, Veneto, Lombardia, Liguria, Emilia-Romagna e Toscana. Allerta gialla in tredici regioni.
L’attuale fase meteo, come precedentemente indicato, è quella del tipico flusso atlantico apprezzabilmente ondulato, capace di produrre alternanza di momenti più stabili e momenti piovosi o con instabilità. In un tale contesto i sistemi ciclonici, come quello transitato, risultano mobili e, pertanto, sul piano della fenomenologia ed anche se intensi, relativamente poco insidiosi. La perturbazione attualmente in allontanamento nulla è stata, infatti, oltre i requisiti della classica perturbazione atlantica autunnale. Un tempo perturbazioni come la medesima, foriere del classico giorno di pioggia, non facevano cronaca particolare e rientravano nella norma stagionale del periodo; ora diventano, ogni volta, motivo di preoccupazione e di allarmi meteo. Non che gli allarmi meteo non siano opportuni, ci mancherebbe; ma che ogni eventuale fenomeno alluvionale, piccolo o grande, legato ad una perturbazione del genere, non possa che essere esclusiva conseguenza della cattiva gestione del territorio e non della pioggia, è un dato di fatto. Passata detta perturbazione, e visto l’andamento meteo generale destinato a persistere ancora per qualche giorno, è assai probabile che dopo 48-72 ore di tempo più stabile possa subentrare un nuovo transito perturbato, più o meno incisivo e, per fortuna, altrettanto mobile. Il disegno della situazione generale previsto intorno ai giorni 7/8 ottobre, oltre che illustrare la fisionomia meteo zonale o atlantica descritta, mostra anche la nuova saccatura che abborda il lato occidentale del continente ed in spostamento verso levante. Nel quadro oceanico si nota anche la presenza di una seconda piccola area ciclonica più spostata verso sud-ovest, destinata ad aggancio, ancora assai profonda, e che altro non è che il residuo dell’uragano Kirk, attualmente in pieno atlantico, probabilmente destinato a risalire e ad invertire il suo senso di marcia per captazione da parte dal grande flusso ovest-est. Una tale fenomenologia, non frequente ma sempre possibile, crea, soprattutto in riferimento ad aree costiere del continente più o meno meridionali o settentrionali, le legittime apprensioni che può creare l’avvicinamento di un ex-uragano ancora, sul piano dei fenomeni, abbastanza vivace. Va detto, comunque, che dette depressioni, con la loro vecchia identità di uragano, non hanno più nulla a che fare, che quando entrano nel flusso atlantico non fanno altro che diventare depressioni extratropicali con tutte le caratteristiche delle depressioni extra-tropicali, e che, nella stragrande maggioranza dei casi, finiscono per sfumare o raggiungere il continente senza particolari conseguenze e nell’anonimato di comuni perturbazioni…
Dall’ immagine satellitare è ben evidente la perturbazione atlantica che sta attraversando oggi l’Italia centro settentrionale.
Questo fronte perturbato sta causando forti piogge sul nord est e sulle regioni centrali del versante tirrenico.
Sull’Abruzzo e su gran parte del sud le piogge sono meno frequenti, e dove si sono verificate sono state per lo più di debole intensità.
Mancano ancora molte sulle regioni meridionali, mentre al nord e sul medio versante tirrenico gli accumuli annui sono arrivati a livelli molto elevati.
Le temperature saranno destinate a calare nei prossimi giorni su tutta l’Italia grazie all’aria più fresca che farà seguito il passaggio del fronte atlantico.
Una bassa pressione colma di aria fredda, causerà in questi prossimi giorni una fase molto instabile su gran parte della nostra Penisola.
Le precipitazioni risulteranno più diffuse, abbondanti ed intense sulle regioni centrali e settentrionali,più sparse sulle regioni meridionali.
Le temperature tenderanno a diminuire da domani, giovedì, inizialmente al nord ma nei giorni a seguire il calo termico si andrà ad estendere su tutta l’Italia.
Questo inizio di ottobre segna una fase in linea con la classica alternanza di ondulazioni positive e negative in moto da occidente, foriera dell’altrettanto classico tempo variabile o descritto da momenti di tempo instabile e momenti di tempo stabile che si alternano. Tutto è, dal punto di vista climatologico e meteorologico, perfettamente conforme al periodo stagionale, con un autunno che avanza graduale, senza affondi particolari, ma con segnali che lo identificano in modo chiaro. Se osserviamo il disegno della situazione generale prevista intorno ai giorni 3/4 ottobre possiamo facilmente cogliere il senso di quanto sopra indicato, fatto delle ondulazioni in quota in forma di saccature e promontori, e fatto di quanto, rispetto alle medesime, corrisponde nei bassi strati in forma di circolazioni cicloniche e di circolazioni anticicloniche. La dinamica che muove le stesse ondulazioni e le stesse circolazioni da occidente a levante, nonché lo schema evolutivo baroclino che vede dette circolazioni più o meno disposte ad est rispetto alle figure in quota, completano l’opera. E completano l’opera di un quadro che sa bene informare su certe leggi classiche di fisica dell’atmosfera, attinenti a vorticità, vento geostrofico, forza di coriolis. In linea con dette leggi vale anche quanto è dato di osservare riguardo alla disposizione degli assi degli stessi promontori, tendenti ad inclinarsi in senso orario, proprio per come indicano la saccatura sul mediterraneo centro-settentrionale ed il promontorio disteso sino alle isole britanniche. La saccatura medesima rappresenta, in tutto e per tutto, un affondo di tutto rispetto, che non mancherà di produrre una fase fatta di instabilità e di diminuzioni termiche, in transito da nord a sud. Quindi l’intervallo del fine settimana, fisiologico e legato al sopravanzare del promontorio di cui sopra, avrà modo di rifornire, soprattutto il centro-nord, di una certa stabilizzazione. Ma si tratterà, probabilmente, vista la tendenza verso una certa persistenza della situazione mobile in corso, di una stabilizzazione temporanea, quale breve attesa della saccatura che, nel disegno, è ancora in pieno oceano, ma pronta ad avanzare verso il continente…
L’immagine del satellite di questa mattina ci fa vedere un fronte freddo , situato attualmente nel nord della Francia, che è seguito da aria fredda artica marittima ed è in movimento verso sud est.
Il Mediterraneo e l’Italia attualmente sono interessati ancora da correnti molto miti nord africane, che stanno causando un aumento della ventilazione dai quadranti meridionali, soprattutto sul versante occidentale della penisola, e un rialzo della temperatura che raggiungerà il suo picco nella giornata di oggi.
Durante la prossima notte il fronte freddo incomincerà ad entrare sulle regioni settentrionali causando un peggioramento del tempo, con piogge e temporali, un aumento della ventilazione e un calo della temperatura.
Un forte calo della temperatura si andrà estendendo su tutta l’Italia nella giornata di domenica e di lunedì a causa dell’arrivo dell’aria fredda nel mediterraneo centrale.
Venti forti e piogge al Centro-Nord, allerta gialla in sei regioni.
Una vasta area di bassa pressione si estenderà nelle prossime ore sulle aree settentrionali del nostro Paese, portando precipitazioni diffuse sui settori alpini e prealpini e una decisa intensificazione della ventilazione.
Sulla base delle previsioni disponibili, il Dipartimento della Protezione Civile d’intesa con le regioni coinvolte – alle quali spetta l’attivazione dei sistemi di protezione civile nei territori interessati – ha emesso un avviso di condizioni meteorologiche avverse. I fenomeni meteo, impattando sulle diverse aree del Paese, potrebbero determinare delle criticità idrogeologiche e idrauliche che sono riportate, in una sintesi nazionale, nel bollettino nazionale di criticità e di allerta consultabile sul sito del Dipartimento della protezione civile.
Sulla base dei fenomeni previsti e in atto è stata valutata per la giornata di domani, venerdì 27 settembre, allerta arancione per rischio idrogeologico sui settori settentrionali della Lombardia. Valutata inoltre allerta gialla sulla Provincia Autonoma di Bolzano e su settori di Lombardia, Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia, Liguria e Toscana.