L’africano in ritiro


Quando si tratta di dimostrazioni, teorie ed ipotesi scientifiche, la parte che ad esse si oppone con teorie, ipotesi e dissertazioni di segno contrario e di segno necessariamente ambiguo e non credibile, interpreta sempre un ruolo ridicolo e patetico, espressione sia di ignoranza che di scarsa capacità di ragionamento.

La scienza non è sempre la verità assoluta, ma opera con la ragione e la ricerca, nel tentativo di arrivare ad un dato inconfutabile od oggettivo. E va ascoltata, sempre e comunque. Non va ascoltato, invece, tutto ciò che cerca, goffamente, di sminuirla e confutarla. Anche sugli aspetti che riguardano il clima non sono certo da ascoltare i santoni, studiosi improvvisati, teorici del nulla, che sconfessano l’esistenza dell’effetto serra, che parlano di luna e di imminente era glaciale.

E’ da ascoltare la stragrande maggioranza degli scienziati veri che, non certo da oggi, con rigore tecnico-scientifico e con decenni di studi approfonditi e di pubblicazioni, ci avvertono dei rischi climatici connessi all’azione dell’uomo ed all’inquinamento atmosferico. E non è certamente una tragedia come quella della marmolada da sola ad indicarci la questione; e non è una stagione. Non è l’episodio singolo, che fa sempre parte delle regole del gioco e dell’eccezione.

È il trend di decine o centinaia di anni, che, ahimé, parla chiaro. E parla in modo talmente chiaro da isolare in una triste e pacchiana condizione di miseri esseri e di terroristi climatici tutti coloro che fanno finta di non vedere o non riescono, poveretti, a vedere. Un fatto questo a cui possiamo, poi e certamente, aggiungere l’imprudenza, la disorganizzazione, la non pianificazione, il business al di sopra di ogni altra esigenza o necessità, con le conseguenti tragedie che da tutto questo derivano.

E ne conosciamo di tragedie frutto di una edilizia d’assalto, di una non cura del territorio, di un far finta di niente, di un “ma cosa vuoi che succeda”. Riguardo al tempo di questi giorni ed alla luce del forte riscaldamento con temperature abbondantemente sopra la media sin dai primi di giugno, non può certo risultare strano l’occasionale sviluppo di aree temporalesche di significativa violenza, talora in veste di MCS o di supercelle, ed associate a nubifragi, grandine, downburst, e, talora, trombe d’aria.

L’atmosfera, di fronte ad un rilevante accumulo di energia, fa il suo e cerca di riequilibrare la situazione, cercando tutti i modi più efficienti e rapidi per annullare le eccessive differenze termiche che si determinano nel tridimensionale. Sono dunque certamente ben accette moderate riduzioni delle temperature come quelle che si prospettano prossimamente, ma occorre sempre anche tener conto dei rischi che certi cambiamenti, in termini di fenomenologia, comportano o possono comportare.

Da metà settimana ad inizio seconda decade almeno avremo, infatti, il graduale cambio di circolazione già indicato, segnato da una ridistribuzione dei valori barici favorevole alle azzorre, da un certo ritiro dell’africano, e da una spinta settentrionale, attiva ad est dell’italia, per noi marginale ma anche non così ininfluente, quanto meno in termini di riduzioni termiche, soprattutto ad est, e di una certa destabilizzazione.

Il disegno mostra la situazione di fine decade, chiara nel definire una configurazione che vede scomparso il promontorio africano, che vede le azzorre estese lungo una direttrice sud-ovest/nord-est in direzione dell’europa occidentale/nord-occidentale, e che vede la spinta da nord o nord-ovest ad oriente…

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