Dopo due mesi di siccità (anche estrema al nord ovest) su nord Italia e parte del centro, da ieri i modelli hanno ipotizzato il ritorno di una perturbazione nord atlantica in grado di riportare piogge e neve in montagna su questi settori.
Come spesso è accaduto in questa stagione, la prima visione modellistica si scontra con i successivi ricalcoli e lo stato di forte chiusura del vortice polare è sicuramente una spina nel fianco che può falsare previsioni a troppi giorni di distanza, tramutandole poi in passaggi perturbati molto ridimensionati se non del tutto assenti.
Sarà così anche stavolta?
Come potete vedere dalle due carte postate (spread della corsa ufficiale rispetto agli errori perturbatori in inizializzazione del modello) c’è un livello di incertezza ancora non trascurabile riguardo al tipo di affondo e posizionamento che assumerà.
Nelle uscite degli ultimi giorni si vedeva la possibile formazione di un minimo sul Ligure in discesa poi verso sud est, che sicuramente in una prima fase avrebbe prodotto utili precipitazioni su tutti settori del nord (meno al nord ovest per correnti di libeccio).
Oggi si propone invece un’eccessiva tensione zonale, che unita alla spinta di un’ennesima rimonta anticiclonica da ovest potrebbe tendere a strozzare la saccatura atlantica, con successiva formazione di un cutoff (goccia fredda in quota) sul basso Mediterraneo/nord Africa.
Va da sè che i fenomeni si manifesterebbero in parte sull’estremo nord ovest del Paese, prima di scivolare in aperto Tirreno con effetti sparsi su Toscana e resto del centro tirrenico e effetti nulli o quasi sul resto del settentrione.
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A cura di Simone Scarpelli