Possibilità di una fase invernale a inizio terza decade

In questa analisi cerco di prendere in esame quello che potrà riservarci la prossima settimana, con i modelli che stanno delineando uno scenario di freddo per il nostro Paese, ma nel complesso con poche precipitazioni e in condizioni di pressione medio/alta, con un anticiclone che sarà altrettanto rapido nel ricucire lo strappo.

Andiamo con ordine: va esaurendosi l’ennesimo richiamo di aria molto mite in quota (valori positivi anche di notte in questi ultimi giorni a2000m su Alpi e Appennino), con freddo inversionale relegato al primo mattino nelle vallate e pianure in condizioni di cieli sereni e calma di vento (oggi per esempio Firenze è rimasta ben sopra lo zero anche all’alba complice un tappeto di nubi basse).
L’alta pressione dopo un lievissimo cedimento nella giornata di domani tornerà a prendere il comando delle operazioni fino a giovedì 20, quando nella seconda parte della giornata subirà un nuovo calo per l’approssimarsi di una discesa da nord colma di aria artico marittima.
La posizione dell’anticiclone troppo addossata al nostro Paese non consentirà però un ingresso diretto del nucleo freddo e non si formeranno minimi di pressione, se non un debole richiamo umido da ovest ,che giovedì pomeriggio/sera potrebbe portare a piogge su parte della Toscana e del centro Italia, con neve in repentino calo qualora l’ingresso dell’aria fredda fosse concomitante ai fenomeni.

A seguire le precipitazioni sparse si concentreranno sui settori Adriatici centro meridionali con nevicate a quote via via più basse; la regione con le isoterme più fredde alla quota di 1400m potrebbe essere la Puglia, proprio per il posizionamento del campo di alta pressione tra Francia e nord ovest, che lascerebbe scoperto in modo più netto l’estremo versante sud orientale italico.
Differenze dell’ordine dei 7°/8° tra nord ovest e sud est, con la fascia centrale del Paese e Alpi orientali comunque ben sotto lo zero.

Il tutto come accennato sembrerebbe avere una durata effimera…la spinta anticiclonica da ovest riporterebbe i termometri verso l’alto almeno in quota e il nuovo ennesimo posizionamento della figura di alta pressione tra Francia, Spagna e Regno Unito, continuerebbe a bloccare ancora a lungo la porta dell’ovest (l’unica in grado di garantire precipitazioni su larga scala al nord e versanti sud alpini, a secco quasi totale ormai dai primi di dicembre).
Lo scorso anno proprio dicembre e gennaio furono piovosissimi su Toscana e nord, per poi entrare in una lunga fase siccitosa da metà febbraio in poi: c’è da augurarsi il contrario, perchè altrimenti qualche problema idrico potrebbe tornare a ripresentarsi e i ghiacciai arriverebbero all’estate senza un’adeguata copertura nevosa, avendo comunque già perso quest’anno (con apporti nevosi non certo elevati) il periodo migliore di accumulo che va dalla metà di ottobre alla metà di dicembre.

A cura di Simone Scarpelli

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