LA METEOROLOGIA NELL’ANTICHITA🏛

A cura di Angela Marinelli e Lorenzo Colangelo

🏛LA METEOROLOGIA NELL’ANTICHITA🏛
Fin dai tempi antichi l’uomo si è chiesto quali potevano essere le origini dei fenomeni atmosferici con il desiderio di poterli prevedere nel futuro. Già dai tempi preistorici l’uomo per sopravvivere si affidava alla sua attività come pesca, pastorizia lavori svolti all’aperto e quindi condizionati soprattutto dalle avversità del tempo. Gli egiziani, ad esempio, osservando le costellazioni e il livello del fiume Nilo capivano se poteva esserci un periodo di piena o di siccità. Anche i babilonesi furono sorprendenti, si basavano su fenomeni ottici e moti planetari mentre i cinesi facevano le loro previsioni guardando le stelle. Grandi viaggiatori come fenici arabi, scoprirono l’esistenza di venti periodici come il monsone dell’oceano indiano.

Nei tempi antichi molti fenomeni metereologici venivano attribuiti all’umore degli Dei, fu un grande filosofo come ARISTOTELE a fare una vera analisi sui cambiamenti del tempo, infatti si può tranquillamente dire che ARISTOTELE fu il primo meteorologo della storia. La grande svolta però ci fu nel medioevo, ai tempi del rinascimento, con grandi maestri geni che seppero dare una risposta più scientifica in campo meteorologico, Leon Battista Alberti
con l’invenzione dell’anemometro, Horace de Saussure l’igrometro, Galileo Galilei
per quanto riguarda il termometro.
La prima rete metereologica va a Ferdinando secondo. Grazie anche a questi strumenti l’uomo poté così avere nuove possibilità di progredire in materia metereologica, compreso l’intuizione che il tempo era condizionato da perturbazioni che nascevano lontane anche migliaia di km, da qui, con i nuovi dispositivi di comunicazione, si poté fare osservazioni simultanei del tempo tra i vari luoghi ed aumentare le probabilità di attendibilità di un un evento. Nel 1930 tre grandi scienziati RICHRDSON, JEFFREYS, BJERKNES posero le loro basi per la meteorologia moderna, infatti a loro va un modo più semplice per risolvere equazioni che descrivono l’evoluzioni di masse d’aria, della pressione atmosferica, della classificazione dei venti, da qui la formulazione di un modello (teoria dei fronti) ancora valido oggi. Bjerknes riuscì con equazioni matematiche ad eseguire le prime previsioni valide per 24-36 ore. Oggi nel mondo ci sono 10.000 stazioni di rilevamento che ci danno informazioni su tutti i parametri meteorologici e della fenomenologia come neve, pioggia, nebbia ecc… Uno dei centri più famosi è in Inghilterra (READING) con previsioni effettuate a breve e medio termine, cioè da 24 ore a 10 giorni max. Certo che servirebbero più stazioni meteo fisse sparse sul pianeta, in modo tale da avere dei dati più affidabili, ma la terra è circondata da oceani, deserti, quindi rimane difficile coprire una così vasta area. Infine ricordiamo sempre che una previsioni del tempo rappresenta la probabilità che un evento atmosferico accada in un determinato luogo no la certezza.