L’episodio invernale in tre step


L’evoluzione meteo delle prossime 72 ore corrisponde alla classica irruzione ciclogenetica artico-continentale.

Quanto successivamente la medesima possa insistere o esaurirsi gradualmente ce lo diranno i prossimi giorni giacché il destino del medio/lungo termine appare ancora piuttosto incerto. Concentrandosi sulle prossime 72 ore l’evoluzione appare incentrata su un processo rapido basato, virtualmente, su tre step successivi.

Lo step iniziale, del breve termine, è quello che vede l’alta pressione atlantica procedere ad estendersi ulteriormente verso nord/nord-est consentendo la discesa di un polo freddo ad azione ciclogenetica in area iberica. Una tale irruzione è da intendersi come il frutto di una diramazione della corrente fredda principale in azione sul nord-est europeo che, in questo breve contesto iniziale può accennare a deviare verso levante e a non entrare in fase con il polo menzionato.

In verità, però, le due azioni non tendono a divaricare e, al contrario, tendono al classico generale processo di fasatura o di aggancio destinato a produrre un unico forcing quale proprio quello sostenuto dall’aria fredda del nord-est europeo. Ecco che in uno step immediatamente successivo e come in una sorta di attrazione reciproca il polo freddo iberico può prendere a spostarsi verso levante mentre la sacca artico-continentale può tendere a guadagnare verso sud-ovest in un moto quasi retrogrado che la vede anche risultare ciclogenetica proprio sul nostro centro-nord.

Il terzo step è quello in cui si completa l’opera ed in cui, in una configurazione ancora baroclina ma in maturazione, la sacca artico-continentale sgancia un marcato polo freddo verso ovest o sud-ovest tra il sud della francia e le baleari, mentre tra area ligure/tirrenica e bacini più occidentali si approfondisce una ben definita circolazione depressionaria. Inutile aggiungere come la stessa evoluzione possa corrispondere a destabilizzazione, a sensibile raffreddamento e ad una fase, più o meno breve, di segno invernale.

Il ritorno dell’inverno



L’esemplare evoluzione già descritta in precedenza si conferma assumendo ulteriori toni di carattere invernale. L’affondo destinato a mutare radicalmente il volto meteo attuale, per come già detto, si profila come inizialmente iberico, ma con un successivo sviluppo tutto di segno nord-orientale e continentale.

Il rialzo barico azzorriano responsabile di una tale azione evolverà certamente allungandosi in senso longitudinale e verso levante sull’europa centro-settentrionale ma, in un primo step evolutivo, conservando una certa resistenza in corrispondenza della porta occidentale iberica così da impedire al sistema ciclonico relativo di fuggire verso ovest e così da farlo diventare, invece, polo attrattivo per l’ulteriore spinta fredda che si profila da nord-est.

In questo modo può maturare, piuttosto che una duratura contrapposizione di fase quale relativo ostacolo al franco e libero ingresso di correnti da est, una vera e propria fasatura con richiamo/aggancio del medesimo sistema in un contesto di vera e propria irruzione artico-continentale. In tal senso il disegno che illustra la situazione generale prevista intorno ai giorni 26/27 è eloquente ed è assai chiaro nel delineare l’aggancio sopra menzionato nonché l’ingresso di un vero e proprio polo freddo in quota e ciclogenetico.

L’aiuto della simbologia serve a definire ulteriormente il senso del medesimo aggancio ed il temporaneo blocco ad ovest che, pur nell’ambito di un trend orientato nella direzione dello sviluppo di un cut-off anticiclonico alle medio-alte latitudini, consente l’approfondimento ciclonico mediterraneo utile alla causa del freddo continentale. Inevitabile, allora, l’ingresso di una fase invernale, certamente tutta ancora da definire nei termini di quale destabilizzazione e di quale distribuzione delle eventuali precipitazioni, ma, di sicuro, associata a venti freddi da levante e a diminuzioni termiche di un certo rilievo. Riguardo poi alle possibili ulteriori evoluzioni di detta fase e di quanto ci propone attualmente il lungo termine che raggiunge i primi giorni di marzo è presto per poter dare indicazioni.

Non è improbabile tuttavia che, per come vogliono indicare le frecce piccole rosse tratteggiate del numero 1 e per come detto, in un primo step l’alta pressione tenda a distribuirsi in un cut-off allungato in senso longitudinale ed in grado di mantenere un certo richiamo da levante; e non è altrettanto improbabile, per come ci dicono attualmente le carte di previsione, che il quadro barico anticiclonico tenda successivamente, e per come vogliono indicare le frecce piccole rosse tratteggiate del numero 2, a spostamenti verso occidente ed a blocchi oceanici non estranei alla possibilità di configurazioni sempre di matrice relativamente settentrionale…