Fa capolino l’inverno…

Quanto e per quanto tempo l’ampiamente descritta irruzione artico-marittima di fine decade farà fare all’inverno la voce grossa non è dato ancora di saperlo.

Troppe volte emissioni di medio-lungo termine hanno mostrato configurazioni assai invernali che poi sono completamente sfumate. Di fatto, poi, quando le stesse emissioni oscillano molto, come in questo caso, da un run all’altro, è buona regola attendere e dare loro una fiducia con riserva.

Detto questo e, come sempre, prendendo atto di quanto gli istituti meteo principali e più accreditati mostrano nel momento, c’è comunque da dire che le ultime emissioni spostano l’equilibrio meno nella direzione di un tratto molto moderato ed episodico e maggiormente in quello di un episodio invernale di un certo peso.

Il che non significa chissà quale inverno ma, certamente, la possibilità di una fase più fredda, in sintonia con il periodo e la possibilità di una di quelle fasi fredde che un normale inverno ed un normale gennaio forniscono.

Tuttavia l’incertezza riguardo all’intensità ed alla durata di una tale fase sussiste e sussiste in quanto ancorata ad un ventaglio di prospettive tutte meritevoli di un minimo di valore probabilistico e, più in sintesi, contestualizzabili nell’ambito di due sostanziali linee evolutive ben differenti tra loro.

A distanza di solo 24 ore, ad es., un prestigioso modello globale come quello europeo, rimescola le carte ed offre l’indicazione di una di quelle tipiche evoluzioni nelle quali il profilo generale assume quello simil rex-blocking e del jet stream che, almeno temporaneamente, devia il suo corso verso nord-est imprimendo al sistema delle onde la classica rotazione in senso orario e l’attivazione di forcing retrogradi alle medio-basse latitudini.

C’è però ancora chi associa alla medesima irruzione la connotazione di evento assai episodico ed associato ad un forcing occidentale molto meno in sintonia con la possibilità di strascichi freddi continentali e, al contrario, in sintonia piuttosto con un quadro più o meno mobile di ondulazioni che muovono da ovest e che non marcano sostanziali spinte meridiane.

I prossimi giorni sapranno, sicuramente, sciogliere la prognosi, dirci molto di più e con maggiori certezze. Il mio disegno si riferisce alla situazione prevista in quota intorno ai giorni 18/19 che conferma l’affondo artico -marittimo sostenuto da una discreta configurazione a pattern wave2 da rimonta in atlantico, mentre la simbologia vuole rappresentare, con la traccia dell’andamento di una isoipsa di riferimento, come la medesima isoipsa di quei giorni può evolvere, senza escludere ulteriori possibilità e situazioni intermedie, nelle due alternative direzioni sopra descritte…