Alla fine il break di metà mese c’è stato. Non c’è stato nella forma di una vera e propria apertura all’atlantico come può accadere nel corso della seconda metà del mese e nell’ambito di una stagione che va maturando e degradando.
C’è stato, invece, e nel rispetto di un sub-tropicale sempre piuttosto resistente o poco arrendevole, con la forma di una ferita temporanea scatenata da una discesa fredda in quota capace di strutturare una moderata saccatura.
Si sa che quando il sub-tropicale di un lungo periodo di stagnazione e di aria calda accoglie anche piccole infiltrazioni fredde in quota i fenomeni possono essere anche intensi e violenti. Da cui l’espressione di 24/48 ore nel segno di una spiccata instabilità, ed anche dello sviluppo di veri e propri fronti freddi nella forma di anafronti e di linee di instabilità. Inevitabili, localmente, in detti casi, fenomeni temporaleschi di una certa intensità, nubifragi, raffiche e persino downburst.
Forse c’è scappata anche la tromba d’aria, che, però, non va confusa con certe intense raffiche da vento di caduta dei temporali, ben più frequenti e, talora, in grado di produrre danni al punto da simulare il transito di un vortice.
Il sistema ora è in fase di transito e spostamento verso levante, non rapidissimo per effetto della struttura ciclonica del medesimo, ma, comunque, destinato ad allontanarsi verso est o sud-est e a mantenere un certo residuo di variabilità instabile su adriatico e, soprattutto, meridione, ma anche a riaprire ad una certa stabilizzazione graduale.
Detta fisiologica moderata stabilizzazione è quella che potrebbe anche segnare tutto il corso dei giorni da qui a fine mese, con l’incertezza della possibilità, però, di infiltrazioni da occidente in grado di fornire di una certa variabilità. Da tutto questo si può anche dedurre, senza proclami e certezze, che il ritorno dell’estate piena e per i giorni in questione, possa non essere così estrema o fatta di caldo eccessivo…