ARRIVANO LE PRECIPITAZIONI❄🌧

A cura di Lorenzo Colangelo
Come preannunciato negli articoli precedenti,
il blando fronte proveniente dall’Europa centro settentrionale è ormai arrivato sulle regioni meridionali transitando nel primo mattino anche sul versante adriatico.
Insieme a dispensare qualche “debole” pioggia
e nevicata coreografica sui monti, ha recato un primo indebolimento alla struttura anticiclonica soprattutto alle alte quote.
Questa situazione (da giovedì/venerdì) andrà ad agevolare la discesa di una profonda e ampia saccatura depressionaria in grado di abbracciare gradualmente anche il mediterraneo e la nostra penisola, determinando quindi la fine dell’egemonia dell’anticiclone e l’inizio del passaggio di diversi sistemi perturbati che apriranno una lunga fase di maltempo.

Il posizionamento dell’asse di saccatura in entrata sul mediterraneo(GIOVEDÌ) orienterà la ventilazione dai quadranti meridionali, causando un primo peggioramento delle condizioni meteorologiche sul nord Italia
e la Sardegna.
La prima perturbazione, veicolata dal vasto sistema depressionario e dalla formazione di un minimo secondario in prossimità del Mar Ligure, arriverà sul centro nord VENERDI.
Piogge abbondanti su gran parte delle regioni settentrionali, in graduale estensione verso quelle centrali; particolarmente colpito il lato Tirrenico più esposto ai flussi sud occidentali.
Per lo stesso motivo sulle aree adriatiche (sottovento ai flussi perturbati) sono previste meno precipitazioni.
Nevicate copiose sulle Alpi intorno i 1500mt ma con quota neve in calo fin sotto i 1000metri a fine giornata.
Neve sull’appennino centro settentrionale intorno i 1500m, specie sui rilievi esposti più
a ovest.
Temperature in graduale diminuzione da nord verso sud.

SABATO il fronte si concentrerà sulle regioni meridionali. Piogge localmente abbondanti su Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia, meno sulla Puglia. Relativamente meglio sul resto d’Italia.
DOMENICA possibile formazione di un vortice depressionario al sud❄🌧…
Ancora maltempo esteso sulle aree meridionali e su parte delle regioni centrali, comprese quelle adriatiche, con piogge e nevicate sui monti. ❄🌧 Temperature in calo ovunque.🌬
(TORNEREMO CON DATI PIÙ ATTENDIBILI E PER DARE ULTERIORI CONFERME)

Radicale cambiamento atmosferico in Europa dal fine settimana. Sull’Italia piogge, neve in montagna ma con poco freddo.

Il flusso caldo subtropicale che ha interessato gran parte del continente europeo in queste ultime settimane sarà sostituito da un flusso più freddo dal Canada orientale/Groenlandia, gradualmente dal prossimo fine settimana.

Questo flusso freddo si andrà riversando sul mediterraneo centrale ed occidentale causando delle bassa pressioni con annesse precipitazioni e calo della temperatura.

C’è da evidenziare che registreremo valori di temperatura più prossimi alla media, quindi non ci sarà nessuna fase fredda in arrivo sull’Italia.

Le precipitazioni potrebbero risultare abbondanti sulle regioni settentrionali e sulle zone tirreniche, mentre sul versante adriatico e su gran parte del sud saranno più deboli.

Abbondanti nevicate sulle Alpi a quote prevalentemente di montagna.

Autore Dott. Centra Massimo

PERTURBAZIONI ATLANTICHE VERSO IL MEDITERRANEO CENTRALE ED OCCIDENTALE DAL 24 FEBBRAIO ☔🌧️🌦️

C’è da dire sul tempo dei prossimi 10 giorni che a causa del blocco degli Urali, cioè una alta pressione situata sulla Russia occidentale, il freddo sull’Italia non arriverà neanche a fine mese.
Comunque grazie alle precipitazioni avremo un calo apprezzabile delle temperature massime su quasi tutta l’Italia e la neve cadrà a quote di montagna essenzialmente sulle Alpi e parte degli Appennini.
Le correnti al suolo sull’Italia saranno per lo più da ovest o da meridione a partire dal 24 febbraio.

Autore Dott.Centra Massimo

Un pò di inverno da metà terza decade?


C’è ancora tempo per le conferme ma si può cominciare a ritenere che, al netto di un certo graduale abbassamento dei valori barici in sede mediterranea già prima, una svolta meteo degna di tale nome l’avremo intorno ai giorni di metà terza decade. Nei prossimi giorni l’anticiclone comincerà a ritirarsi verso occidente favorendo un minimo di infiltrazioni da nord o nord-ovest. In direzione di metà terza decade osserveremo quindi un disporsi dei flussi e dei centri barici in preparazione della nuova suddetta fase, di netto segno nord-atlantico se non proprio artico-marittimo. Se si tratterà poi anche di qualcosa che prelude al contesto di un afflusso freddo in piena regola, con relativa sbuffata nord-orientale, lo vedremo. In ogni caso, di sicuro, quanto mostrano le mappe di previsione per quei giorni corrisponde al classico profilo di una ondulazione marcata con rimonta in oceano ed affondo in sede continentale sino al mediterraneo. Siffatto profilo segna una destabilizzazione generalizzata, nonché una progressione di impulsi del nord-atlantico, nord-ovest/sud-est o nord/sud, senza meno tendenzialmente forieri di venti settentrionali e di riduzioni termiche. Per il freddo vero tutto questo, naturalmente, non basta. Ma la fisionomia che dette situazioni producono è certamente e comunque di tipo invernale. Ed inoltre le medesime possono sfociare, secondo una delle loro possibili fisiologiche evoluzioni, nel quadro di una circolazione che attira aria fredda continentale. Di fatto l’ipotesi che l’affondo relativo vada in chiusura e si disegni nella forma di un esteso nucleo freddo, disposto tra europa centrale e mediterraneo ed associato a depressione mediterranea, da certi importanti modelli è indicata. E’ indicata, peraltro, non proprio nelle vesti di una significativa apertura a correnti provenienti dai quadranti orientali, quanto piuttosto in quelle di un cut-off, nonché in quelle di qualcosa che, sotto i colpi di un forcing zonale poco disposto ad arrendersi in modo netto, non appare così stabile o duraturo. Per cui potrebbe, alla fine, trattarsi di un episodio invernale moderato e di breve durata. Tuttavia vedremo. Il disegno identifica la situazione generale prevista intorno ai giorni 25/26 e marca, in modo netto, l’ampia ondulazione e l’affondo nord-atlantico o artico-marittimo sopra descritto. certamente, indicativi di un finale di mese deciso, forse, a mostrare qualcosa di attinente ad un pò di inverno e a quell’inverno che, mai o quasi mai, si è visto…

Autore Pierangelo Perelli

A fine mese arriverà l’atlantico con le sue perturbazioni piovose.

Una goccia fredda in quota interesserà gran parte dell’Italia ad inizio della prossima settimana causando delle piogge qua e là sulla Penisola.
Dal 25 febbraio è previsto dai modelli di previsione l’apertura della porta atlantica verso il mediterraneo centrale con il passaggio di alcune perturbazioni.
Le piogge dovrebbero interessare soprattutto le regioni settentrionali e quelle del versante tirrenico, meno quelle adriatiche e ioniche.
La neve cadrà solo a quote di montagna.

Autore dott. Centra Massimo

La linea tendenziale possibile da qui a metà terza decade…


Si conferma la maggiore tendenziale intraprendenza di un ramo atlantico del sub-tropicale, volta a produrre spinte meridiane, ma sempre, per il momento, con una azione modesta ed invadente, poco favorevole a vere spinte settentrionali. Alcuni modelli, in tal senso, segnalano qualcosa di più marcato, più spostato in oceano e più aperto alla possibilità di spinte invernali, ma non prima dei giorni intorno a metà terza decade. Una ipotesi, però, associata ad un periodo troppo lontano per poterla considerare più di tanto. Dopo il guasto dei giorni scorsi il ritorno ad una certa stabilità è dettato da una ripresa anticiclonica dinamica, al momento distribuita più o meno alla nostra longitudine e, pertanto, anche associata alle solite temperature elevate per il periodo ed al tipico clima da ristagno. Come detto, tuttavia, risulta assai probabile che i massimi barici tendano gradualmente a coinvolgere longitudini più ad ovest, in maniera da aprire a qualche futura sbuffata settentrionale tra fine seconda ed inizio terza decade, pur se sempre nell’ambito di qualcosa di modesto e di assai poco assimilabile al vero inverno. Il disegno mostra la situazione generale prevista proprio per quei giorni ed identifica una rimonta anticiclonica, stavolta decentrata ben ad occidente, ed un conseguente affondo dai mari del nord. Una tale fisionomia non segna di sicuro chissà quali spinte fredde ma segna comunque un certo maggiore dinamismo ed un quadro meno anomalo, con possibilità di destabilizzazioni e correnti da nord o da nord-est. Il passo successivo e che conduce alla terza decade dovrebbe poi essere quello di una nuova occidentalizzazione, ma, forse, temporanea e preambolo di azioni del nord-atlantico, vedremo quanto preludio di ulteriori spinte settentrionali o meno…

Autore Pierangelo Perelli

L’inverno inesistente 🌡️

È in atto l’ennesima rimonta dell’alta pressione sub-tropicale su gran parte dell’Europa e nuovamente le temperature diurne si riporteranno ben al di sopra della media del periodo, dopo questa breve parentesi autunnale che abbiamo avuto in questi ultimi giorni.

Ad inizio della prossima settimana non è da escludere il passaggio di una nuova perturbazione con caratteristiche tipicamente autunnali sull’Italia.

C’è da evidenziare che questo inverno verrà ricordato come uno dei più caldi da quando esistono le rilevazioni, se non il più caldo, per tutta l’area mediterranea e quindi anche per la nostra Italia.

Autore Dott.Centra Massimo

Dall’atlantico al continente dopo metà mese ?…


Vedere nelle mappe dell’immediato dopo metà mese il senso di un cambiamento nella direzione di rimonte anticicloniche da wave2 e da freno dell’atlantico forse è un pò da visionari. Tutti i principali modelli, tuttavia, segnalano, per quei giorni, e soprattutto in sede euro-atlantica, qualcosa di attinente. Segnalano, ovvero, un ramo oceanico del sub-tropicale più propenso a prodursi in rimonte meridiane e con la possibilità che, alla fine, si crei quel blocco in sede europa nord-occidentale capace di determinare spinte settentrionali e continentali. Nella sostanza ed in verità non è che, al momento ed in tal senso, si intraveda granché. Ma che in direzione di fine seconda decade, sempre che dette rimonte non risultino troppo invadenti verso levante, si possa assaggiare un pò del sapore di quell’inverno balcanico o dell’europa orientale sempre più raro, risiede nelle ipotesi in esame. Il disegno mostra la situazione generale su scala emisferica prevista, appunto, nell’immediato dopo metà mese ed indica l’accenno di quei movimenti del sub-tropicale sopra descritti, orientati nella direzione di rimonte tra l’occidente del continente ed il nord-atlantico, certamente non per forza motivo di successive irruzioni fredde, ma altrettanto certamente tutt’altro che esclusive delle medesime…

Autore Pierangelo Perelli

L’ennesima incursione dell’anticiclone sub-tropicale sull’Italia 🌡️

Stiamo assistendo ad una stagione invernale senza freddo, con poche precipitazioni e con assenza totale di nevicate a quote medio basse.

Dopo un dicembre e un gennaio molto miti anche questo mese di febbraio sta seguendo la stessa strada, ed in effetti nei primi 10 giorni di febbraio la temperatura è stata decisamente superiore alla media sull’Europa centrale e meridionale.
Più freddo solo sulla Penisola Scandinava centro settentrionale.

Questa situazione molto anomala continuerà ancora per giorni e la nuova settimana promette di essere particolarmente mite in Italia e in gran parte d’Europa, con temperature che rimarranno ben al di sopra della media stagionale.


Dal primo marzo saremo nella primavera meteorologica.

Autore Dott. Centra Massimo

Perturbazione autunnale sull’Italia 🌧️🌧️☂️

Una perturbazione tipicamente autunnale sta attraversando l’Italia apportando molte piogge su alcune zone delle regioni settentrionali e sul versante tirrenico.
Più asciutto lungo il versante adriatico.
Le nevicate solo su quote medio alte sia sulle Alpi e sugli Appennini.
Continuerà anche nei prossimi 10 giorni il non inverno.

Autore Dott. Centra Massimo

🌧️💨In arrivo piogge e venti forti🔔🟠 Allerta ARANCIONE sabato10 febbraio per rischio idrogeologico in Lombardia🔔🟡 Allerta GIALLA meteo-idro in 11 regioni.

Maltempo: allerta arancione sulla Lombardia

Piogge e venti forti sull’Italia, allerta gialla in undici regioni. Avviso meteo del 9 febbraio.

Un sistema perturbato di origine atlantica ha raggiunto le regioni settentrionali del nostro Paese, portando le prime precipitazioni. Tali fenomeni tenderanno ad intensificarsi ed estendersi gradualmente al centro-sud, dove, tra sabato e domenica, in maniera più diffusa e intensa, interesseranno le regioni tirreniche e le zone interne abruzzesi e molisane.  Allo stesso tempo la ventilazione rinforzerà dai quadranti meridionali su gran parte del centro-sud.

Sulla base delle previsioni disponibili, il Dipartimento della Protezione Civile d’intesa con le regioni coinvolte – alle quali spetta l’attivazione dei sistemi di protezione civile nei territori interessati – ha emesso un avviso di condizioni meteorologiche avverse. I fenomeni meteo, impattando sulle diverse aree del Paese, potrebbero determinare delle criticità idrogeologiche e idrauliche che sono riportate, in una sintesi nazionale, nel bollettino nazionale di criticità e di allerta consultabile sul sito del Dipartimento della protezione civile nazionale.

L’avviso prevede dal tardo pomeriggio di oggi, venerdì 9 febbraio, precipitazioni diffuse su Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia-Romagna occidentale e Toscana settentrionale. Attese dalla giornata di domani, precipitazioni da sparse a diffuse, anche a carattere di rovescio temporale in particolare dal pomeriggio, su Lazio, specie sul settore meridionale, Campania e settori occidentali di Abruzzo e Molise. Tali fenomeni saranno accompagnati da rovesci di forte intensità, frequente attività elettrica, possibili grandinate e forti raffiche di vento. Previsti, inoltre, dalla serata di oggi, venti dai quadranti meridionali, da forti a burrasca, su Lazio, Puglia e Sicilia, in estensione dal mattino di domani, a Calabria, Basilicata, Campania, Molise e Abruzzo, con raffiche fino a burrasca forte su Molise, puglia, settori occidentali e rilievi della sicilia e settori appenninici delle restanti regioni meridionali, con mareggiate lungo le coste esposte.

Sulla base dei fenomeni previsti è stata valutata per domani, sabato 10 febbraio, allerta arancione per rischio idrogeologico su parte della Lombardia, allerta gialla su alcuni settori di Veneto, Lombardia, Emilia-Romagna, Liguria, Toscana e Umbria, sull’intero territorio di Lazio, Abruzzo, Molise, Campania e su gran parte della Sardegna.

Fonte:dipartimento protezione civile nazionale

Il tempo dell’atlantico…


Il tempo dell’atlantico è quello che, con il ritiro del prolungato promontorio sub-tropicale, sta tornando a dominare il tempo delle basse latitudini, ed anche sulla base del perfetto schema fatto delle classiche ondulazioni che dettano il tempo variabile. Dunque si confermano le prospettive già segnalate e si delineano i profili di un forcing occidentale che poco ha a che vedere con le spinte fredde. Certamente l’economia delle ondulazioni mobili fa si che al transito di una saccatura possano affermarsi, temporaneamente, situazioni di richiamo di correnti più fredde; ma sempre nel contesto di un vortice polare relativamente compatto e poco fragile e, pertanto, poco prodigo in termini di sue dilatazioni meridiane nord/sud o nord-est/sud-ovest. Quanto sto trattando è quello che le mappe di previsione identificano da qui alla metà del mese. L’oltre metà del mese è ancora bene da verificare, e nulla esclude che, pur se con la maggior parte delle previsioni di lungo termine sempre piuttosto ancorate all’occidente ed anche all’occidente di un sub-tropicale mai troppo arrendevole, possano maturare contesti meridiani ed indebolimenti del vortice polare. Qualche accenno di questo tipo alcuni modelli lo presentano, ma sempre associato ad uno zonale che non appare così propenso a farsi da parte. Per cui vedremo. Il disegno presenta la situazione generale prevista intorno alla metà del mese ed è eloquente nel marcare un contesto occidentale ondulato, e tra l’altro più anticiclonico che ciclonico, tale da scoraggiare i freddisti. E’ peraltro possibile, per come simboleggiano le frecce più piccole e come evoluzione immediatamente successiva, che l’ampiezza delle onde in questione possa subire un certo aumento ed il corso mobile occidentale possa rallentare, ma, forse, e per come, al momento, ci raccontano vari modelli, sempre in termini modesti e temporanei…

Autore Pierangelo Perelli

Perturbazione tardo autunnale in arrivo sull’Italia nei prossimi giorni 🌦️

L’alta pressione sub-tropicale sta incominciando il suo graduale declino che culminerà tra domani e domenica a causa di bassa pressione dal nord atlantico che si dirigerà sul mediterraneo centrale.

Il vortice depressionario raggiungerà valori di pressione particolarmente bassi di circa 990-992 hpa ed una situazione barica ed atmosferica che sarà più’ simile a quella di fine novembre che di metà febbraio.

Venti meridionali soffieranno sul nostro paese nei prossimi giorni con intensità anche intensa.

Nella giornata di sabato si verificheranno piogge anche abbondanti su molte zone delle regioni settentrionali e sulle regioni tirreniche.

Nello specifico le piogge saranno abbondanti su Basso Piemonte, Liguria, Toscana, Lazio, Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna.

La neve cadrà abbondante sull’Arco Alpino ma solo sopra quota 1.200-1.400 metri. Neve anche sull’Appennino centro-settentrionale ma qui al di sopra dei 1.500 metri di quota. Questo perchè, come evidenziato all’inizio di questo articolo , il cambiamento del tempo in arrivo ha caratteristiche piu’ tardo autunnali che invernali.

Autore Dott. Centra Massimo

I possibili movimenti meteo da qui alla metà del mese…


Il corso dei prossimi giorni e che ci conduce al fine settimana è abbastanza ben delineato e si caratterizza con il cambio di circolazione già descritto in precedenza ed orientato nel segno di un ritorno dell’atlantico. Il cedimento del promontorio che ci ha accompagnato per molto tempo consentirà di riaprire al classico tempo che arriva da ovest e che si presenta con ondulazioni negative ed anche con affondi di una certa consistenza. Come affondo, che potrebbe anche essere di chiusura, è da considerare, in particolare, quello proprio del fine settimana, giacché associato ad una discreta saccatura e, forse, anche al contesto di un certo ritorno di caratteristiche meteo più tipiche del periodo. Una tale saccatura, presumibilmente ciclogenetica, è, di sicuro, da disegnare come il motivo di un guasto e di un calo termico abbastanza generalizzati. Semmai c’è ancora molto da analizzare e da verificare sulle possibilità che una tale chiusura, come in certi casi del genere accade, possa evolvere nella direzione di una vera e propria irruzione o nella direzione di una apertura a correnti fredde dell’est. E questo per il fatto che i movimenti successivi al transito di detto guasto, inquadrabili nel corso della prossima settimana, non sono ancora ben decifrabili e, al netto dell’inevitabile raffreddamento che accompagna detto transito, in verità, all’arrivo di veri afflussi freddi, non appaiono così favorevoli. Di fatto sembrano profilarsi rialzi barici alle latitudini settentrionali del continente e frenate del corso zonale oltre una certa latitudine, ma nell’ambito di una invadenza del sub-tropicale e di una sua certa spinta verso est alle nostre latitudini che, rispetto al progredire da nord o da est, di nuclei freddi, non può che essere di ostacolo. Ma comunque vedremo. Il disegno illustra la situazione generale prevista intorno ai giorni 12/13, indicando il sistema ciclonico che, nelle vesti di una ampia saccatura estesa dai mari del nord alla penisola balcanica, ci ha interessato e si è spostato verso levante disponendo il suo asse lungo una direzione nord-ovest/sud-est. Nello stesso disegno, con l’aiuto della simbologia (frecce medie dei flussi in quota e frecce piccole dei flussi al suolo), si può cogliere la fisionomia del quadro evolutivo sopra accennato, ed ovvero quello di un‘aria fredda che, ostacolata da invadenza anticiclonica alle nostre latitudini (frecce rosse grandi in basso), ci raggiunge solo in parte, e che, in concomitanza di rialzi barici dinamici alle alte latitudini (frecce rosse grandi in alto), tende ad invorticarsi ed a stabilire flussi antizonali piuttosto a nord…

Autore Pierangelo Perelli

CALDO ANOMALO IN EUROPA PER UN MESE DI FEBBRAIO NEI PROSSIMI GIORNI🌡️

CALDO ANOMALO IN EUROPA PER UN MESE DI FEBBRAIO NEI PROSSIMI GIORNI 🌡️
Gran parte della prossima settimana sarà decisamente “calda” per un mese di febbraio sull’Italia e su gran parte dell’Europa centrale e meridionale.
Dalla seconda decade si potrebbe aprire una fase più dinamica sull’Italia, con piogge e nevicate in montagna e forse dell’arrivo del freddo verso metà mese.

Autore Dott. Centra Massimo

Il ritorno dell’atlantico


Negli ultimi tempi il grande inverno si è parzialmente ritirato anche dalle latitudini medio-alte del nord-europa, e per non parlare di canada ed USA, dove la prevalenza di un’onda positiva ha determinato e sta determinando temperature ben oltre la media. Il modo con cui le cose tenderanno a cambiare nei prossimi giorni, e tenderanno a cambiare anche su scala emisferica, oltretutto, non sembra essere quello di un vortice polare destinato ad una crisi. Tutt’altro. La sua imperturbabilità continuerà, probabilmente ed almeno sino ai primi giorni di seconda decade, a dettare la legge del grande flusso, più o meno ondulato, che porta il tempo occidentale, che si tratti di un tempo anticiclonico o che si tratti di un tempo variabile/perturbato. Di sicuro, tuttavia, un progresso nella direzione di qualcosa che appare come più attinente al periodo stagionale, sembra essere nelle corde dei forecast di medio-lungo termine. Ed in particolare se osserviamo quanto può accadere intorno ai giorni del prossimo fine settimana. Intanto, soprattutto da metà settimana, l’anticiclone che ci ha fatto compagnia per giorni e giorni, andrà gradualmente ritirandosi, facendo un pò di spazio a prime modeste infiltrazioni. A seguire, poi, è da mettere in conto la possibilità che gli affondi oceanici possano prendere forza sino a produrre azioni cicloniche da nord-atlantico e, pertanto, azioni in grado di determinare ondate di instabilità nonché relative diminuzioni termiche. Il disegno mostra la situazione prevista intorno ai giorni 7/8 che bene inquadra il ritiro del promontorio anticiclonico e che accenna alla nuova fase. Tutte le attuali indicazioni, inoltre, disegnano la prospettiva di un ulteriore successivo abbassamento di latitudine del flusso occidentale, molto probabilmente destinato a far posto al discreto affondo della saccatura che la stessa situazione del disegno colloca a largo ed a ridosso delle coste occidentali del continente. Quanto lo stesso affondo, nelle vesti di una ben definita saccatura, saprà poi evolvere nella forma di un vortice in grado di attirare, almeno temporaneamente, aria fredda e di ricordarci cos’è l’inverno non è dato ancora di saperlo. Sulla base di una ondulazione in senso meridiano più pronunciata un certo ritorno di inverno potrebbe anche avvenire, ma potrebbe anche succedere che la medesima saccatura transiti rapida senza apprezzabili richiami invernali degni di tale nome…

Autore Pierangelo Perelli

Deficit idrico: stiamo in pieno inverno ma sembra già estate

E’ l’immagine di una quasi dimenticata normalità estiva, anticipata però di ben sei mesi, ad essere disegnata dal settimanale report dell’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche: disponibilità d’acqua al Nord (pur con qualche eccezione); stress idrico man mano, che si scende verso Sud (finora concentrato soprattutto in Centro Italia) con apice nelle isole.

“L’Italia si è nuovamente rovesciata – commenta Francesco Vincenzi, Presidente ANBI – ma i 6 mesi d’anticipo climatico fanno temere soprattutto per il futuro dell’agricoltura meridionale. Non è certo normale parlare di rischio siccità a Gennaio, così come va evidenziato che le risorse idriche, anche dove sono superiori all’anno scorso, permangono spesso al di sotto delle medie storiche. Questo è conseguenza di un andamento pluviometrico disomogeneo e che quest’anno sta finora portando anche poca neve.”

Un primo esempio arriva dalla Valle d’Aosta, dove la Dora Baltea registra una portata di 4,9 metri cubi al secondo contro mc/s 2,9 del Gennaio 2023, ma una media mensile di mc/s 5 (fonte: Centro Funzionale Regionale Valle d’Aosta). 

Maggiormente marcato è l’andamento per la gran parte dei fiumi piemontesi con il flusso del Tanaro più che dimezzato (mc/s 47,5 contro mc/s 118,2 di media mensile).

Decisamente meglio va in Lombardia, dove il fiume Adda è in crescita, ma soprattutto le riserve idriche complessive sono superiori alla media (3.048 milioni di metri cubi contro Mmc. 2883, cioè + 5,7%), grazie soprattutto all’acqua trattenuta nei bacini (fonte: ARPA Lombardia).

I livelli dei grandi laghi del Nord, ad eccezione del Sebino, sono infatti stabilmente sopra la media del periodo (il Benaco è al 94,3% del riempimento). 

In Veneto, il fiume Adige, pur con altezza idrometrica in discesa, segna una delle migliori condizioni dal 2016 e solo le portate di Bacchiglione e Muson dei Sassi risultano sotto media.

Decisamente diversa, iniziando a scendere lungo la Penisola, è la situazione dei principali corsi d’acqua in Emilia Romagna: hanno flussi sotto media, ma soprattutto nettamente inferiori a quelli dell’anno scorso con l’Enza, che oggi trasporta 5,49 metri cubi al secondo, ma erano mc/s 44,37 solo 12 mesi fa! (fonte: ARPAE).

Pur migliorando rispetto agli anni recenti, rimane sotto media lungo tutto il corso anche il fiume Po: dai –25 metri cubi al secondo di Torino ai -mc/s 214 di Pontelagoscuro, nel ferrarese.

In calo sono le portate negli alvei della Liguria, dove solo il fiume Vara è sopra la media mensile ed il Magra ha flussi quasi dimezzati.

Analogo andamento si registra nella confinante Toscana, dove il fiume Ombrone segna una portata di 6,60 metri cubi al secondo, quando l’anno scorso era mc/s 35,6 e la media di Gennaio è mc/s 29,03! (fonte: Centro Funzionale Regione Toscana).

Non va meglio per i fiumi delle Marche, che sono al di sotto dei livelli nel recente passato: Esino e Tronto hanno altezze dimezzate rispetto al 2023; decisamente confortante è però la condizione dei bacini artificiali, che attualmente trattengono 46,41 milioni di metri cubi d’acqua, cioè oltre 10 milioni in più dell’anno scorso.

In Umbria prosegue l’insufficienza idrica del lago Trasimeno, la cui altezza idrometrica segna -m.1,38 contro una media storica a Gennaio di -m.0,64; non va meglio per i fiumi Nera e Chiascio con portate in calo.

Una situazione simile si verifica nel Lazio: i principali fiumi (Tevere ed Aniene) hanno portate quasi dimezzate alla media, mentre i laghi registrano livelli in discesa rispetto all’anno scorso con il bacino di Nemi, che segna -29 centimetri.

“Quanto si sta registrando nell’Italia centrale dimostra l’importanza di realizzare nuovi invasi che, di fronte all’irregolarità dei fenomeni atmosferici, aumenterebbero la possibilità di trattenere acqua piovana sul territorio, garantendo maggiore sicurezza idrica. L’esempio delle Marche è lampante” commenta Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI.

La situazione fluviale è complessivamente migliore in Campania, dove il Volturno segna addirittura il record del quinquennio, toccando l’altezza idrometrica di 221 centimetri a Castel Volturno (fonte: Centro Funzionale Multirischi della Regione Campania).

In Basilicata cresce leggermente il volume d’acqua trattenuta dalle dighe, nei cui invasi, però, mancano quasi 99 milioni di metri cubi rispetto all’anno scorso.

Infine, segnano un incremento maggiore (+mln. mc. 4,6 ca.), le disponibilità idriche nei bacini di Puglia, dove si registra un deficit di oltre 37 milioni di metri cubi sull’anno scorso.

Fonte: Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche:

I tre giorni della merla

Secondo la tradizione popolare, i giorni della merla sono gli ultimi tre giorni del mese di gennaio, ovvero il 29, 30 e 31, e sarebbero i giorni più freddi dell’anno.
Come ogni leggenda, anche questa ha varie versioni . Quelle più conosciute sono due . La prima dice che a causa del gran freddo , una merla cercò riparo insieme ai suoi piccoli pulcini dentro ad un comignolo, dal quale ne uscirono completamente ricoperti di fuliggine, solo il 1° febbraio e, da quel giorno si racconta che le femmine del merlo , originariamente dal piumaggio nero come i maschi, furono grigie.

L’altra versione, forse un po’ più nota rispetto alla precedente, racconta che gennaio mese molto freddo, si divertisse a far si che ogni volta che la merla usciva dal nido in cerca di cibo, ci fosse sempre gelo.
La merla , stanca di subire tali soprusi, decise di fare provviste per tutto il mese che a differenza di oggi contava 28 giorni.

L’ultimo giorno del mese , il 28 quindi , la merla sicura di essere ormai al riparo dalle angherie di gennaio, uscì dal nido cantando.
Gennaio, sentendosi deriso dalla merla chiese in prestito 3 giorni al mese di febbraio scatenando pioggia , gelo, neve e bufere.
La merla cercò riparo dentro ad un camino e quando ne uscì le sue piume, a causa della fuliggine, non erano più nere ma grigie , e così rimase per sempre.
Altre leggende narrano che la merla avesse le piume bianche e soffici ma a causa dei dispetti di gennaio , si rifugiò in un camino e quando ne uscì le sue piume erano nere.

Secondo la tradizione popolare se i giorni della merla sono freddi la primavera sarà bella, al contrario la primavera tarderà ad arrivare.
Tutte le leggende però nascono da un fondo di verità.
Nel calendario Romano ,( Istituito da Romolo nel 753 a.c ) , il mese di gennaio ( che aveva appena 28 giorni ), venne introdotto solo nel 713 a.c con le modifiche apportate da Numa Pompilio, che introdusse anche il mese di febbraio.
Con le riforme di Numa Pompilio, i mesi originariamente istituiti da Romolo, passarono quindi da 10 a 12.
Gennaio ( Iannuarius ) venne dedicato al Dio Giano ( Ianus) , divinità romana raffigurata con due volti; colui che può guardare il passato e il futuro e quindi perfetto ad apertura e chiusura di un anno.
Da aggiungere inoltre che quella della ” Leggenda della merla” se ne trovano citazioni anche nella Divina Commedia.
Già nel 300 la favola ed il motto erano noti. Ecco perché gli ultimi tre giorni del mese di gennaio erano, e sono , chiamati ” DELLA MERLA ” !

Fonte web

A cura del dott. Centra Massimo

IL NON INVERNO A OLTRANZA …


Una fisionomia da primavera o da estate sta governando il tempo di questo strano gennaio, anomalo oltre misura. Lo scacchiere euro-atlantico ci racconta di un corso generale governato da correnti occidentali o sud-occidentali associate ad un certo affondo in pieno oceano ed a decisa presenza anticiclonica in sede mediterranea, sino alle medie latitudini del continente. Una situazione decisamente anomala, certamente nella sua fisionomia, ma, soprattutto, nella sua persistenza. Non conforta neanche l’osservazione su scala emisferica, giacché quanto è dato di osservare è il profilo di un vortice polare relativamente compatto che muove nell’ambito di una ondulazione di rossby con dinamiche meridiane poco assimilabili a vere frenate o blocchi. In questo modo il grande fiume ovest-est risulta ben marcato, e, nel caso specifico, anche tenuto a distanza, sul nord-europa, dalle ambizioni di un sub-tropicale sempre ben protagonista alle nostre longitudini. E’ vero che la nostra alta pressione presenta oscillazioni che la vedono spostarsi ora più ad ovest ed ora più ad est, ora più a nord ed ora più a sud, ma, al netto di momenti in cui dette oscillazioni possono essere tali da dare respiro ad un certo richiamo di correnti orientali su adriatico e centro-sud, il contesto generale cambia davvero poco e, con poche variazioni, ci regala il classico tempo stagnante, fatto di nebbie o foschie nelle pianure e nella valli e di sole quasi primaverile su collina e montagna. In tali situazioni, soprattutto nelle ore notturne/mattutine e nella nebbia di pianure e valli, può anche fare un certo freddo e fare gelate, ma si tratta di un freddo, peraltro modesto, da irraggiamento e per nulla legato ad afflussi freddi. Gli anticicloni invernali, sia chiaro, sono sempre esistiti; ed è altrettanto vero che una certa persistenza fa parte della loro natura. Appare poco normale, però, una presenza così invadente e che poco si alterna a fasi da vero inverno. Appare, cioè, poco normale, che per tutto il corso di una stagione risultino così frequenti le situazioni anticicloniche di questo tipo, risultino così frequenti i corsi occidentali, e risulti presente a così elevate latitudini il jet stream. In relazione ad un possibile futuro cambiamento, tra l’altro, va detto che le ultime emissioni appaiono alquanto impietose (il disegno si riferisce alla situazione prevista intorno ai giorni 3/4), perché è vero che indicano la possibilità di un certo ridimensionamento dell’alta pressione, presumibilmente e maggiormente tra metà e fine prima decade di febbraio Ma disegnano detto ridimensionamento privilegiando sempre correnti che arrivano dall’atlantico, e non escludendo, tra l’altro, successivi ulteriori ritorni anticiclonici sulla lunga distanza. Va detto che non mancano, sempre riferiti al lungo termine di fine decade, anche accenni di ritiri anticiclonici verso ovest e relative rimonte in grado di creare spinte settentrionali fredde, ma stiamo parlando di prospettive alquanto ipotetiche e tutte ancora molto da verificare…

Autore Pierangelo Perelli

Ancora alta pressione ma con modesto afflusso freddo sul meridionale nei prossimi giorni.

Anche nei prossimi giorni sarà l’alta pressione sub-tropicale la protagonista del tempo sull’Italia ma anche su tutta l’Europa.
C’è da evidenziare un modesto flusso freddo dai Balcani che tra domani e martedì interesserà essenzialmente la Puglia, la Basilicata, la Calabria e la Sicilia orientale con temperature in moderato calo, venti da nord, ma purtroppo non ci sarà nessuna precipitazione.

Autore Dott.Centra Massimo

Il dominio in Europa del forte anticiclone subtropicale 🌡️

La forte struttura di alta pressione di origine sub tropicale sarà ancora ben presente sull’Italia almeno fino a gran parte della prima settimana di febbraio.

Comunque tra domenica e martedì il basso versante adriatico e le zone ioniche saranno interessate dalle propaggini di una massa d’aria fredda in discesa dagli Urali e che si muove verso l’Egeo e la Turchia.

Il tempo sarà stabile su tutta l’Italia ancora per giorni e le temperature superiori alla media specie al centro nord, più in linea con il periodo al sud.

Nei primi giorni di febbraio è probabile un ulteriore rinforzo dell’alta pressione sull’Italia con conseguente aumento ulteriore della temperatura specie in quota.

Autore Dott. Centra Massimo

Forte anticiclone subtropicale su gran parte dell’Europa 🌡️

Una forte struttura di alta pressione di origine sub tropicale sarà la protagonista del tempo nei prossimi 7-10 giorni.

Le temperature si porteranno mediamente al di sopra della media del periodo anche di 10 gradi, soprattutto in quota e le precipitazioni saranno praticamente assenti su tutta l’Italia.

Probabilmente per dei cambiamenti configurativi sull’Europa dobbiamo aspettare la fine della seconda settimana di febbraio, ultimo mese dell’inverno meteorologico.

Autore Dott. Centra Massimo

L’inverno se ne va…


I modelli annullano ogni possibilità di ritorni freddi per molti giorni ed almeno sino ai primi di febbraio. In questo modo la fase anticiclonica, precedentemente inquadrata nell’arco della settimana, può persistere anche ben oltre. Ripetersi sugli inverni sempre meno inverni è inutile, giacché oramai è un dato assodato, nonché inquietante. E al di là di un riscaldamento che coinvolge tutto il pianeta, inconfutabile (ridicoli coloro che continuano a sconfessarlo sulla base di teorie personali e stravaganti), va detto che il mediterraneo, sotto gli effetti delle rimonte sub-tropicali del ramo africano, è tra le aree che più, di tale riscaldamento, risente. Le sortite di dette rimonte, sia in inverno che in estate, sono diventate frequenti e assai familiari. Va detto che gli anticicloni invernali non sono mai, a meno di sciroccate, troppo caldi, giacché sereno e stabilità favoriscono quel fenomeno dell’irraggiamento notturno che, soprattutto nel corso delle prime ore del mattino, tiene contenute le temperature. Ma possono essere, nel corso delle ore diurne, tali da determinare un clima che accenna più alla primavera che all’inverno. Nel caso specifico quella che nel corso dei giorni sarà l’esatta disposizione dell’anticiclone in quota e dell’anticiclone al suolo lo vedremo. Ma di certo, al netto della possibilità di affermazioni del dinamico un pò più ad ovest e dell’alta pressione al suolo un pò più a nord, in maniera tale da fornire un pò di spazio a spifferi settentrionali/orientali destinati ai balcani ed all’adriatico, il tempo dei prossimi giorni con l’inverno avrà davvero poco a che fare. Nulla vieta che la disposizione di centri barici e flussi possa evolvere, ma non subito, nella direzione di spinte meridiane più pronunciate utili a favorire certe aperture ad oriente, ma al momento quello che si prospetta è un blocco di una certa persistenza, barriera netta per l’atlantico, ma anche struttura troppo ben disposta in mediterraneo per far avvicinare apprezzabilmente il freddo orientale. Il disegno della situazione generale prevista intorno ai giorni 28/29 è, in tal senso, eloquente. Ed è tutt’altro che confortante anche lo schema del jet stream, che vede il suo fluire principale (vedi freccia blu grande in alto) disposto da sud-ovest a nord-est a latitudini relativamente alte…

Autore Pierangelo Perelli

Inverno decisamente sottotono. Ritorna l’alta pressione sub-tropicale 🌡️

Una nuova espansione dell’alta pressione sub-tropicale verso il mediterraneo centrale ed occidentale avverrà da mercoledì con conseguente nuovo stop alla stagione invernale che, fino ad oggi, si è rilevata praticamente assente sull’Italia.

Avremo una configurazione barica tipica della stagione estiva, quindi molto anomala per un mese di gennaio.

Le temperature saliranno specie sul versante occidentale su valori di 10/14 gradi superiori ai valori medi per questo periodo.

Lo zero termico si andrà posizionando su quote prossime ai 4000 metri sulle regioni occidentali.

Nelle zone soggette ad inversione termica e sul medio e basso versante adriatico a causa di modeste infiltrazioni di aria fresca le temperature saranno più contenute.

E’ una situazione che potrebbe durare almeno fino ai primi giorni di febbraio.

Autore Dott. Centra Massimo

RITORNA L’ALTA PRESSIONE SUB-TROPICALE 🌡️

Questa brevissima parentesi fredda sta arrivando alla fine e da domani gradualmente tutta l’Italia sarà interessata da un robusto campo di alta pressione di origine sub tropicale, che causerà l’ennesima scaldata specie in quota, in un inverno che fino ad ora è stato molto avaro di freddo e di precipitazioni.

AUTORE Dott. CENTRA MASSIMO

L’inverno andrà nuovamente in letargo 🌡️

Dopo questa brevissima parentesi fredda, che era stata ampiamente prevista, la prossima settimana tornano ad aumentare sensibilmente le temperature specie in quota su tutta l’Italia.


Un robusto campo di alta pressione di origine sub tropicale causerà un clima molto mite per più giorni sulle nostre zone con assenza di precipitazioni.

Anche questo inverno sta risultando per l’Italia molto avaro di freddo e di precipitazioni.

Autore Dott. Centra Massimo

Aria fredda in arrivo sull’Italia

L’aria fredda sta entrando sull’Italia ad iniziare dalle regioni settentrionali.
Un particolare dell’aria fredda in ingresso.
È artica marittima, non continentale.
Cosa significa?
Non porta ad un raffreddamento immediato al suolo. La parte più fredda si trova a media montagna.
Si deposita in due modi al suolo:
Con le precipitazioni oppure dopo con le schiarite e la calma di vento.

A cura del dott. Centra Massimo

La dinamica meteo, da qui a fine mese, in tre fasi…


Nel contesto generale di una fase atlantica che, nelle prospettive del medio-lungo termine, mostra nuovi segni di sofferenza, possiamo suddividere l’evoluzione meteo, destinata ad accompagnarci da qui a fine mese, sostanzialmente in tre fasi. La prima, di breve durata e del breve termine, è quella del transito, da ovest ad est lungo il mediterraneo, di un sistema depressionario di chiusura e seguito da un afflusso di aria più fredda balcanica; la seconda, del medio/lungo termine e contestualizzabile in un periodo approssimativamente corrispondente alla prossima settimana, è quella di una affermazione anticiclonica da promontorio sub-tropicale afro-mediterraneo con rialzi termici e stabilità; la terza, del lungo termine e del fine mese, è quella di un ridisegno barico continentale orientato nella direzione di un possibile afflusso freddo orientale o nord-orientale. Va da sé che soprattutto questa terza fase, data la distanza temporale, fa ancora parte delle ipotesi o delle prospettive tutte ancora molto da decifrare e da verificare nel corso del prossimo futuro. Ha una dose molto più alta di probabilità, invece, la prospettiva di una settimana circa nel segno della stabilità dettata da un’alta pressione disposta a tutte le quote e sostenuta da una decisa rimonta sub-tropicale, evidentemente associabile a rialzi termici e, forse, a quel tempo di nebbie e foschie che è, appunto, tipico degli anticicloni invernali. C’è, al riguardo e tuttavia, da considerare che i massimi barici sembrano tendere ad affermarsi un pò ad ovest, ed ovvero tra iberia e mediterraneo occidentale, con la conseguente possibilità che la penisola possa risentire di quella componente settentrionale o nord-occidentale del promontorio che supporta le ragioni di un clima, si con temperature oltre la media e stabile, ma non così grigio e da stagnazione. Sull’eventuale svolta di fine mese, poi e naturalmente, vedremo. Sta di fatto che tutti i principali modelli segnalano, per quei giorni, un netto cambio di circolazione con ulteriore sbarramento all’atlantico, spostamento dei massimi barici verso nord-est sul continente e possibili conseguenti orientamenti antizonali alle medio-basse latitudini. Il disegno, che si riferisce alla configurazione generale intorno ai giorni 23/24, mostra il descritto promontorio anticiclonico che abbraccia la medio-bassa europa occidentale e parte del mediterraneo, mentre la simbologia, dal colore rosso al colore viola intende, considerando una isoipsa di riferimento dei 500 hPa (frecce) e una isobara di riferimento della circolazione al suolo (linea), rappresentare il possibile cambio di circolazione di fine mese attualmente prospettato. Risultano evidenti, al riguardo, il deciso spostamento di tutti i massimi barici (a 500 hPa ed al suolo) in direzione dell’europa nord-orientale ed il conseguente affermarsi di un asse di saccatura est-ovest da interpretare come una vorticità a carattere freddo ed a carattere retrogrado…

Autore Pierangelo Perelli

Breve fase fredda nel fine settimana sull’Italia poi ritorna l’alta pressione sub-tropicale 🌡️

Da venerdì sera gradualmente l’Italia sarà interessata da una perturbazione che sarà seguita da aria fredda artica.
Durante il passaggio del fronte perturbato si vericheranno delle precipitazioni da nord verso sud, anche nevose fin a quote di collina.


La giornata più fredda dovrebbe essere sabato 20.
Dalla prossima settimana si farà avanti dal mediterraneo occidentale una forte struttura di alta pressione con aria molto mite specie in quota, non sono da escludere dei nuovi record di caldo per un mese di Gennaio.

Autore Dott. Centra Massimo

Tendenza meteo per i prossimi 10 giorni

A cura di Lorenzo Colangelo

Dopo il veloce passaggio freddo previsto nel fine settimana il tempo tenderà a stabilizzarsi probabilmente per buona parte del rimanente mese, infatti si passerà a un regime atmosferico identificato come NAO positiva.
Tale situazione a breve vedrà un ricompattamento del vortice polare,
le depressioni più profonde sull’Europa settentrionale e un rialzo degli anticicloni subtropicali verso le medie latitudini europee
e quindi anche sull’Italia.


Nel periodo preso in esame non ci saranno rimonte anticicloniche da BLOCCO in grado di disporre sul nostro comparto la circolazione lungo i meridiani, al contrario la stessa assumerà una direzione prevalentemente occidentale con le masse d’aria miti che andranno a interessare gran parte dell’Europa.

Le possibili dinamiche anticicloniche dopo la fase atlantica in corso…


Il ritorno dell’atlantico delinea, per i prossimi giorni, il classico tempo che arriva da ovest, variabile, ed in cui si alternano onde di segno opposto. La moderata onda negativa, che si prospetta intorno ai giorni 19/20, può risultare anche foriera di un certo richiamo di correnti più fredde a tutte le quote, per effetto di una maggiore estensione anticiclonica a monte, destinata a disegnare il classico cuneo che si prolunga lungo l’europa centrale sino al mar nero (linea bianca identificativa del profilo dell’alta pressione nei bassi strati, frecce piccole rappresentative dei flussi nei bassi strati, frecce grandi rappresentative dei flussi in quota). Ma si tratta di qualcosa che poco ha a che vedere con un vero cambiamento nella direzione del freddo continente e che molto ha a che vedere, invece, con un semplice e non così marcato episodio. Resta comunque da valutare il successivo comportamento dello stesso anticiclone dinamico che potrebbe, nel corso dei primi giorni di terza decade, invece che presentarsi come un’onda non in grado di fare barriera alle correnti occidentali, affermarsi ulteriormente con un promontorio in grado di guadagnare latitudini relativamente elevate all’altezza dell’europa centro-occidentale. Ma, al riguardo, regnano ancora tutte le incertezze del caso, nell’ambito di una prospettiva che potrebbe si vedere una affermazione anticiclonica sull’europa occidentale ed una conseguente possibile influenza di correnti settentrionali od orientali, ma anche, alternativamente e per effetto di una disposizione anticiclonica più spostata verso est, la classica stabilità mite di un promontorio sub-tropicale proprio in pieno mediterraneo…

Autore Pierangelo Perelli

IL SOLITO INVERNO MITE DEGLI ULTIMI ANNI.🌡️


Anche questo inverno sta risultando molto mite sull’Italia, gli episodi freddi sono stati fino ad ora molto scarsi ed effimeri come intensità.
Oltre al freddo su molte regioni Italiane mancano anche le precipitazioni.
Dopo la brevissima parentesi fredda del prossimo fine settimana si farà avanti sull’Europa una forte struttura di alta pressione con aria calda in quota.

AUTORE Dott. CENTRA MASSIMO

Tempo zonale salvo una breve parentesi più fredda tra il 19 e il 22 gennaio.

Nei prossimi giorni avremo un aumento della temperatura a causa di correnti più miti oceaniche.


Quest’aria più umida porterà delle precipitazioni soprattutto sul nord est e lungo il versante tirrenico della penisola.
Una parentesi più fredda è prevista tra il 19 e il 22 gennaio, cui potrebbe fare seguito una nuova fase zonale e quindi più mite.

Autore dott. Centra Massimo

Ritorno all’atlantico


Per come già indicato in precedenza le prospettive della evoluzione meteo a livello euro-atlantico sono quelle di un ritorno allo zonale. Le mosse che coinvolgono il periodo 15-20 in tal senso, espresse dai vari modelli, sono eloquenti. Nel frattempo il flusso orientale degli ultimi giorni andrà sfumando sulla base di un trasferimento verso ovest dei massimi barici delle medio-alte latitudini; quindi, a seguire e a dispetto di un disturbo del vortice polare di metà mese ancora di una certa entità, andrà ricostituendosi la fascia depressionaria atlantica che coinvolge la basse latitudini del continente con le sue correnti occidentali. Di fatto a metà mese il profilo su scala emisferica del vortice polare segnala una discreta estensione anticiclonica dinamica in sede atlantico-groenlandese, e, seppur con valori barici meno elevati, sino ad aree polari. Ma si tratta di un disegno assai temporaneo e tendente a dissolversi. La dinamica evolutiva vede, infatti, il VP lobo euro-asiatico allargarsi verso ovest sull’oceano per entrare in fase con il forcing ovest-est associato al VP lobo oceanico, secondo una delle dinamiche più classiche e frutto del forcing zonale, appunto. Nulla di più tipico e tra le evoluzioni più frequenti del caso, tale da offrirci il tempo che viene dall’atlantico, evidentemente poi più o meno variabile, perturbato o anche relativamente stabile, a seconda delle caratteristiche delle ondulazioni che coinvolgono il corrispondente flusso ovest-est…

Autore Pierangelo Perelli

Fronti miti e umidi atlantici verso parte dell’Italia durante la prossima settimana.

I modelli di previsione ci evidenziano l’arrivo di fronti atlantici sul mediterraneo centrale durante la prossima settimana.

Queste perturbazioni oceaniche saranno accompagnate da aria alquanto mite ed umida, e causeranno dei fenomeni precipitativi essenzialmente sulle regioni settentrionali e sulle zone occidentali della penisola.

Il freddo invernale almeno per i prossimi 10 giorni andrà in letargo.

Autore Dott. Centra Massimo

Gradualmente verso un clima più mite sull’Italia da metà mese e per più giorni.🌡️

Fino a domenica gran parte dell’Italia continuerà ad essere interessata da correnti moderatamente fredde da nord, ma da lunedì si andrà verso un nuovo scenario configurativo, con un flusso mite e umido da ovest che si andrà instaurando sull’Europa mediterranea.

Le temperature dopo questa fase leggermente più fredda si porteranno di nuovo sopra media specie in quota.

Nell’ultima decade di Gennaio si potrebbe assistere ad una fase di alta pressione sul bacino del Mediterraneo centrale.

Inverno che anche quest’anno sta restando alla larga dall’Italia.

Autore : Dott Centra Massimo

Il possibile ritorno dell’atlantico di metà mese…


Gli afflussi freddi, ovvero quelli legati a correnti provenienti dai quadranti settentrionali o, ancora meglio, orientali, risultano più o meno intensi a seconda di vari parametri. Uno di questi è, chiaramente, l’estensione e la solidità del blocco e del blocco che ostacola la spinta zonale. Nel caso dell’afflusso in atto il relativo blocco, per quanto associato ad una certa solidità, non si presenta come un disturbo del VP particolarmente accentuato, o che riesce, pertanto, a pescare aria da aree molto distanti ad est o a nord-est. Da cui il valore di una fase invernale tutt’altro che estrema, ed anzi assai moderata, con diminuzioni termiche certamente abbastanza in linea con il periodo ma anche non eclatanti ed anche inferiori a quanto si potesse prevedere giorni fa. Tra l’altro detto medesimo afflusso potrebbe non risultare così duraturo e cedere il passo già in dirittura del fine settimana. Questo, naturalmente, lo vedremo meglio nelle prossime ore o nei prossimi giorni, ma è un fatto che, al momento, i vari principali modelli propendano per un medio/lungo termine nel segno di una riapertura decisa ad ovest. Il disegno, riferito alla situazione generale di metà mese, mostra l’estesa conca fredda che coinvolge, a tutti i livelli, l’europa nord-orientale, ma include un trend che non la vede scendere di latitudine apprezzabilmente, ma la vede, invece, allargarsi verso occidente. E questo sulla base di una dinamica associata ad un forcing zonale delle bassi latitudini alquanto ambizioso o poco remissivo. La medesima situazione mostra ancora una decisa presenza anticiclonica dinamica groenlandese che, però, non sembra destinata a mantenersi e, tanto meno, a consolidarsi e ad estendersi. Nel complesso è pur vero che lo scompaginamento graduale dell’attuale dipolo potrebbe finire per sfociare in un flusso occidentale caratterizzato da una certo guadagno di latitudine del fronte polare se non anche, seppur sempre nell’ambito di una situazione mobile, caratterizzato da qualche infiltrazione di matrice più settentrionale; ma va da sé che non stiamo certo parlando di afflussi freddi, mentre stiamo parlando, piuttosto, del tempo che proviene dalle latitudini medie dell’atlantico e che si presenta con le classiche ondulazioni, mobili e più o meno accentuate, del caso. Nel disegno della situazione di metà mese le frecce grandi intendono marcare i flussi dominanti in quota indicativi del movimento dell’aria fredda, contesa tra una sua flebile spinta verso sud ed una sua spinta più decisa verso l’atlantico. A loro volta le frecce piccole servono a dare l’idea del trend che marca la prospettiva sopra descritta, quale quella di una estensione verso ovest dell’aria fredda alle alte latitudini e della controspinta occidentale alle basse…

Autore Pierangelo Perelli

La fase fredda in arrivo e le ipotesi evolutive successive…


Il disegno della situazione generale prevista tra fine prima ed inizio seconda decade del mese delinea l’esito della fase fredda nord-orientale od orientale che sta per iniziare e che vedrà l’instaurarsi, dopo il preliminare peggioramento, del classico contesto antizonale con correnti orientali. La configurazione che vede flusso freddo da est nei bassi strati e movimento di nuclei freddi in quota in senso retrogrado corrisponde alla più classica delle situazioni di blocco in cui risulta sbarrata totalmente o parzialmente la porta dell’atlantico ed in cui il promontorio da pattern wave2 evolve in un nucleo anticiclonico dinamico alle latitudini dei mari del nord. Con la diminuzione dei valori barici di tale area, a partire da metà settimana circa, il gradiente che muove tese correnti da est comincerà quindi a sfumare, allentando anche il flusso freddo e innescando un momento da poter definire interlocutorio, nelle linee generali ancora ancorato ad una componente orientale ma in attesa di una evoluzione che appare tuttora incerta. Nel complesso quanto ci raccontano i vari modelli riguardo alla metà del mese ed oltre, infatti, non appare univoco, anche se in essi tende a prevalere la possibilità di un graduale reinstaurarsi di un flusso occidentale. Prima di ammettere che intorno a quei giorni il freddo sarà solo un ricordo occorre considerare, tuttavia, anche la possibilità che la riapertura ad ovest possa non risultare così scontata o senza intoppi, e che eventuali azioni anticicloniche groenlandesi possano tendere a deviare verso sud piuttosto che verso ovest l’aria fredda dell’artico che interessa le alte latitudini. Nel disegno le frecce piccole rossa e blu intendono marcare la situazione da dipolo dei giorni 10/11 descritta, mentre le due frecce più grandi blu si riferiscono alle ipotesi alternative di un grande flusso in quota, più o meno occidentale o più o meno settentrionale, da tener presente nell’ipotetico trend che ci conduce a metà mese ed oltre…

Autore Pierangelo Perelli

Il freddo che farà


Il freddo che farà nel corso della prima vera fase fredda della stagione coinvolgerà i giorni che vanno dall’immediato dopo epifania sino ad inizio seconda decade. E sarà il freddo delle tipiche irruzioni artiche che, inizialmente di origine marittima, acquisiscono, successivamente, una componente continentale. E’ dato poco di sapere, al momento, quanto durerà e quanto sarà la sua intensità, anche se tutto conduce all’idea di un episodio di un certo rilievo, pur senza estremi o eccessi particolari. Lo sguardo ai giorni successivi che portano a metà mese ed oltre non ci consente, poi, di individuarne ancora gli esiti nel lungo termine, pur se è da mettere in conto, tra le ipotesi attualmente più probabili, la persistenza di una certa componente settentrionale, da vedere quanto solida o meno solida e più strapazzata dallo zonale. In altre parole il blocco anticiclonico che si profila e che si propone distribuito sino alle latitudini dell’islanda non andrà sfumando così facilmente e tenderà a persistere a latitudini relativamente alte. Tuttavia, per come detto, al riguardo e nell’ottica di possibili successivi impulsi, l’incertezza regna ancora sovrana, per cui vedremo. Il disegno, con il supporto di una simbologia che, dal blu al viola, intende rappresentare l’evoluzione dal giorno 7 al giorno 8, si riferisce alla situazione generale prevista nell’immediato dopo epifania e mostra l’affondo, ciclogenetico, avente come obbiettivo il mediterraneo centrale. Un affondo siffatto, a meno di ripensamenti, segna anche i maggiori suoi effetti sui settori orientali e, a seguire, sul centro-sud, anche se la previsione di una tale mappatura è sempre, in detti casi, assai complicata. Ragioni orografiche e climatiche, poi, fanno si che il freddo più intenso irrompa quando le correnti arrivano da nord-est o est o quando la componente nord/sud matura a componente nord-est/sud-ovest o est/ovest; e secondo uno schema che può, effettivamente, concretizzarsi, per come nel disegno indica la simbologia viola, nel corso dei giorni 8-10…

Autore:Pierangelo Perelli