Dopo le precipitazioni estreme sulle Alpi piemontesi (disagi e problemi a parte, una manna dopo 3 annate molto secche e tutta riserva alla fine del periodo primaverile), ci sarà un’altra veloce fase instabile tra domani sera e mercoledì: più debole e veloce a passare sul nord ovest (ma comunque con qualche fenomeno a tratti moderato tra alto Piemonte e alta Lombardia occidentale), più importante stavolta nell’angolo alpino nord orientale con una bottarella bianca di tutto rispetto che sembra confermarsi aggiornamento dopo aggiornamenti per le Dolomiti.
La quota neve potrà calare fin sui 1000m a fine episodio
Procedendo verso l’Italia centrale e meridionale fenomeni più sparsi e generalmente di poco conto, ma da valutare una discreta passata per le zone interne marchigiane e parte di quelle abruzzesi (modelli però non del tutto concordi).
Assai probabile che sul finire della prossima settimana transiti un’ulteriore perturbazione atlantica strutturata, da valutare ancora per quanto riguarda zone più interessate e quantitativi.
Le temperature si attesteranno più o meno nelle medie e un po’ più miti al sud nel prefrontale della saccatura appena citata.
Ieri sera si vedevano manovre fredde oltre i 7 giorni che oggi sono sparite nelle elaborazioni modellistiche.
Pur ovviamente considerando il danno di eventuali gelate tardive quando tutto ormai sta sbocciando ed è quasi fiorito con largo anticipo, sarebbe una delle rarissime volte in cui l’inverno dopo essere stato completamente assente non riuscirebbe a esprimere nemmeno un piccolo colpo di coda marzolino.
A cura di Simone Scarpelli