
Articolo di Lorenzo Colangelo
Ci apprestiamo a vivere la prima irruzione di aria fredda,(dal 7 gennaio) molto probabilmente di entità moderata, e molti amanti del vero inverno, già da alcuni giorni e fino a ieri, esultavano guardando i run dei vari modelli ad ogni uscita, prendendo i dati emessi, quelli più estremi, come fossero già reali.
Sicuramente il desiderio vince sulla ragione, desiderio amplificato anche dalla mancanza quasi totale del vero freddo sul nostro paese, ma nella meteorologia ciò che si vorrebbe spessissimo non corrisponde a ciò che nella realtà poi si realizza.
Vedere carte a 200-250 ore prendendo per buoni anche i dati inerenti la piccola area di appartenenza è totalmente sbagliato, soprattutto quando si tratta di masse d’aria fredda difficili da prevedere a causa delle specifiche caratteristiche termodinamiche.
La complessità della circolazione atmosferica, la non linearità e gli imprevisti sempre dietro l’angolo, ci obbligano a visionare le carte in modo corretto, step to step, guardando prima la configurazione che potrebbe instaurarsi a livello emisferico, senza mai entrare nei dettagli, e solo successivamente, all’avvicinarsi dell’evento, si può iniziare ad entrare nelle minuzie della nostra piccola amata zona.
I modelli ricalcolano costantemente i dati aggiornati e inseriti nei mega computer, motivo per cui una previsione specie a lungo termine può cambiare continuamente, a volte anche drasticamente. Non sono i modelli a sbagliare ma le persone che non seguono la giusta metodica di osservazione o anche chi in modo ostinato vuole raccontarla subito, amplificando tutto, scambiando la meteorologia per una disciplina sportiva.