Deboli e per nulla convinti almeno fino alla terza decade del mese
Stiamo assistendo a giornate nuovamente molto stabili e con caldo in aumento da nord a sud .
Lo zt in area alpina non scende sotto i 4000/4200m da ormai più di una settimana con frequenti puntate verso i 5000m e una prosecuzione (purtroppo) dell’ablazione estiva per i nostri apparati glaciali.
A metà della prossima settimana una debole forzatura del flusso sud occidentale non sarà comunque in grado di erodere in modo deciso questo forte campo anticiclonico, ma potrà in ogni caso dar vita ad un significativo ciclo d’instabilità pomeridiana in area alpina e localmente (molto sporadico e più debole) sull’Appennino.
Per ipotizzare cambiamenti più importanti e in grado di dare una vera svolta verso la stagione autunnale sembrano poco probabili almeno fino al 18/20 settembre.
Inutile ricordare come la mia zona sia ormai tra le meno interessate dalle precipitazioni e si ponga come una delle più asciutte della Toscana; intendiamoci bene: non si può parlare di siccità, ma sicuramente di deficit e piogge mal distribuite (solo in ristretti periodi ormai dal 2021) in un quadro nazionale che rispetto all’anno scorso ha visto comunque tantissime precipitazioni in più in Primavera ed Estate (su Firenze nello specifico siamo tutt’ora sotto le medie storiche di riferimento e con cumulato pari alla metà di quanto caduto su ¾ della regione , proprio in queste ristrette aree che appunto vanno dal fiorentino verso nord ovest e in parte sud est entro il confine della provincia di Siena).
Oggi il modello europeo ecmwf proverebbe a mostrare sussulti atlantici (come non si vedono da tempo) nella sua fine corsa. Ovviamente una configurazione che sarebbe foriera di piogge importanti al nord e Toscana, mentre almeno inizialmente attiverebbe un forte richiamo pre-frontale caldo al sud.
Altri modelli sono meno convinti e addirittura l’americano gfs vedrebbe il getto non in grado di affondare bene sul Tirreno supportato dalla saccatura principale, ma stirato e quindi apportatore di fenomeni sparsi in possibile successiva estensione a parte del versante adriatico.
Analizzerò i futuri movimenti per vedere se questa tendenza di massima verso un lento declino stagionale potrà essere o meno confermata.
A cura di Simone Scarpelli