L’africano ci riprova

Ad oggi (mancano più o meno 5/6 giorni alla fase in cui dovrebbe iniziare il richiamo molto caldo sub tropicale) è ovviamente impossibile determinare intensità, aree più colpite e soprattutto durata della fase sopra le medie, che se appunto in dubbio riguardo a questi parametri appare ormai con probabilità di realizzazione superiore al 70% e da giorni inquadrata dai principali modelli matematici.

Qui è rappresentata la media delle varie corse o perturbazioni del modello europeo ecmwf, in cui si nota ben delineato (per la distanza temporale) il promontorio nord africano richiamato dall’affondo di una saccatura atlantica a ovest del continente.

Ieri sera l’uscita ufficiale del modello era ai limiti del record come intensità dell’ondata di calore e avrebbe infuocato medio/alto Tirreno +grossa parte del nord ovest. Stamani l’asse verrebbe visto più con direttrice verso le regioni centro meridionali e poi nord est, lasciando però lentamente più scoperto il lato ovest; cosa che potrebbe appunto far pensare ad un’onda mobile almeno per il nord del Paese che potrebbe quindi venir interessato (almeno sulle Alpi) da qualche successiva instabilizzazione.

Ma come detto non è il caso di sbilanciarsi in conclusioni affrettate in un senso o nell’altro.

Più probabile invece che il centro e il sud vedano la fase calda più duratura da quando è cominciata la stagione, con meno possibilità di abbassamento delle code dei fronti atlantici, anche secondo una statistica che vedrebbe dalla Toscana in giù il periodo più secco dell’anno dai primi di luglio al 10 agosto.

Proprio la persistenza è una discriminante molto importante per definire la durezza di un’ondata di calore: se arrivano picchi puntuali (anche record) questi rimangono appunto come numeri per le statistiche, ma il vero disagio è dovuto senz’altro a situazioni bloccate che magari non ti portano i 40° ma una lunga sfilza di valori over 35° come accadde a luglio 2022 (al momento una visione del genere è supportata dal modello americano)

Non resta che attendere e vedere cosa ci riserverà la Natura

A cura di Simone Scarpelli

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