Dubbi sulla durata e possibilità di interessamento della Pasqua
Sono di ieri i dati di caldo record tra Spagna, Francia meridionale e Canarie.
Già dal fine settimana su una buona fetta d’Europa aria artica porterà invece temperature decisamente fredde alla quota degli 850Hpa, con diversi effetti e risvolti al suolo.
Ovviamente si sprecheranno i titoli, le sparate e molte altre “amenità” sul ritorno dell’inverno.
Come più volte ribadito siamo in Primavera e queste sono proprio le caratteristiche che ci si aspetta da una stagione di transizione: fasi stabili, fasi piovose, fasi miti/calde alternate o sostituite bruscamente da altre fresche/fredde.
Le condizioni più fredde che interesseranno anche il nostro Paese specie da lunedì/martedì non sono quindi un ritorno dell’inverno, ma uno dei volti della stagione primaverile.
Ho inserito volutamente il grafico spaghetti della mia città dove si nota molto bene il calo termico, seguito da alcune giornate sotto le medie di riferimento in una condizione prevalentemente asciutta (ritornando a quanto già detto sul calo della piovosità in Toscana negli ultimi 4 anni da marzo a maggio, che nulla vieta possa essere solo transitorio); condizione asciutta che toccherà anche al nord eccetto veloci rovesci stasera tra alta Lombardia e relativi settori alpini+ grossa parte delle Alpi confinali, unitamente a qualche rovescio tra sabato e domenica anche su basso Veneto, Emilia Romagna e Appennino toscano in veloce e parziale sconfinamento.
Come già discusso nel precedente intervento, si avranno invece precipitazioni sparse e localmente moderate al centro/sud e probabilmente più intense all’estremo sud.
Nelle altre carte qui allegate potete invece vedere quelle che erano le temperature (pari quota) durante le scorse festività natalizie e quelle che invece dovremmo avere a metà della prossima settimana.
Si toccarono (così come nel 2021) punte diffusamente superiori all’isoterma +5° con locali picchi a+10°; per contro sono in probabile arrivo punte fino a -3°/-4° su diversi settori del centro sud specie orientali e locali punte di -6°/-7° al nord (ricordate sempre che mi riferisco alla quota dei 1400m).
Gli effetti al suolo saranno ovviamente ben diversi rispetto a quanto avrebbero potuto portare nel pieno della stagione invernale, ma localmente su pianure e conche (dovessero placarsi i venti) non sarà così difficile assistere a gelate tardive.
Dicevamo appunto dei dubbi sulla durata: se stamani il modello americano e molti altri vedono una prosecuzione degli impulsi freddi e addirittura una loro completa retrogressione con implicazioni perturbate più miti e umide a seguire, l’europeo ecmwf pone invece il 6 aprile come fine della fase fredda, che sarebbe ricacciata verso est e sostituita da aria molto mite subito dopo.
In ogni caso adesso sarebbero state forse da preferire fasi più miti alternate a fronti atlantici in grado di dispensare piovose correnti sulle zone del nord Italia in forte deficit/siccità da ormai 2 anni, ma la Natura ha deciso per ora per uno schema diverso.
Seguiremo l’evoluzione
A cura di Simone Scarpelli