Il mediterraneo degli inverni poco inverni…


La storia si ripete e non sorprende. Si ripete nei suoi modi, abbastanza frequenti, di mostrare affondi invernali degni di nota sull’est degli USA e contemporanee rimonte sub-tropicali o correnti sud-occidentali sul nostro mediterraneo.

Ai fini di una valutazione degli effetti del global warming e della evoluzione del clima nel corso degli ultimi tempi un tale confronto può anche avere un senso ma, verosimilmente, ha più senso la considerazione di quanto, e da parecchio tempo, sta accadendo all’area euro-atlantica, dove, molto di più che in passato, il ramo atlantico del vortice polare affonda a largo e verso sud o sud-ovest tenendo distante dal mediterraneo la corrente fredda groenlandese e dando respiro, al contrario, a rimonte del sub-tropicale.

E non è affatto inverosimile l’ipotesi secondo la quale tutto questo potrebbe essere legato ad una condizione di temperature più alte che in passato dell’oceano. L’esame degli indici teleconvettivi come NAO, AO, EA ecc., da questo punto di vista e come suggeritore, ai climatologici da una mano e la da offrendo un panorama, ahimé, poco allettante.

Essere di parte, ovvero parteggiare per la stragrande maggioranza dei climatologi che denunciano il global warming antropico o di una minoranza di ciarlatani che sposano la tesi secondo cui l’effetto dell’uomo sul clima è ininfluente, in questo caso non ha nessuna logica.

La scienza ha ben poco a che vedere con sogni, visioni fantastiche, palle di vetro, sensazioni personali, idee personali, simpatie pesonali. Ed impietosamente ci racconta, dati alla mano nonché ipotesi con i piedi ben saldi nel concreto scientifico, che l’effetto serra da gas prodotti dalle attività umane esiste eccome, e che sconfessarlo è come sconfessare che la terra è sferica o che il cielo è azzurro. Che poi esista chi ci racconta che l’effetto serra non esiste o che se esiste è compensato da controeffetti ambientali/astronomici non può meravigliare.

Chi crede a cretinate totali come l’oroscopo, cartomanzia, magia, e similari esisterà sempre. Ma, per fortuna, il mondo e la scienza sono andati avanti comunque, e non certo per merito di chi ci racconta come sarà il nostro 2023 nel lavoro, in salute ed in amore (robe da rigurgito e ribrezzo senza fine). Il mio disegno fissa la situazione prevista in quota (a 500hPa) intorno ai giorni 23/24 ed indentifica molto bene quanto sopra descritto.

Risulta evidente un cospicuo affondo, nelle vesti di un vortice molto profondo, sull’est USA (ne sentiremo parlare, certamente, in chiave di bufere di neve di tutto rispetto), e risulta evidente, ai fini di qualcosa che ci interessa più direttamente, la grande sacca groenlandese del VP che punta latitudini molto basse a largo in oceano con un asse di saccatura (vedi linea continua) orientato da nord a sud o da nord/est a sud/ovest, e con un asse di saccatura orientato ben diversamente da quell’orientamento nord/ovest-sud/est (vedi linea tratteggiata) che corrisponderebbe ad un corrente fredda in quota che scivola verso il mediterraneo e che ostacola le anomale rimonte del sub-tropicale…

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2 risposte a “Il mediterraneo degli inverni poco inverni…”

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