L’autunno scomparso


La nostalgia degli autunni di una volta non è, di sicuro, la nostalgia del tempo di gioventù ma è la nostalgia di qualcosa che era, oggettivamente, migliore.

Il patetico luogo comune di chi dice che ogni generazione ha nostalgia del proprio tempo ma che, in verità, ogni tempo ha il suo valore, è fuori luogo e rientra nel gergo delle frasi e delle convinzioni abitudinarie ed istintive. Oggettivamente, infatti, esistono, relativamente a certi aspetti, tempi migliori e peggiori.

Ad un appassionato di musica come il sottoscritto non ditegli che gli anni dei decenni successivi ai ’70 valgono quanto quegli anni là perché non è, oggettivamente, così, al di là di ogni preferenza soggettiva e di ogni nostalgia. All’epoca, nel rock o nel rock che guarda avanti, uscivano 100 album, di cui 50 buoni e 10 capolavori. Oggi, in quest’epoca post-modernista del caos e del buono che si confonde con il cattivo, ne escono 10.000, di cui 20 buoni e 3 capolavori.

E per avvertire i brividi del capolavoro ce ne vogliono di ricerca e di ascolti. Punto e accapo. Mi appassionai della meteorologia da bambino, guardando le nuvole ed i fenomeni, proprio di un autunno. Fossi stato bambino oggi, a guardare questo cielo senza nuvole e questi giorni tutti uguali, chissà. Il tempo in corso continua negativamente a stupire per il significativo e persistente dominio di un sub-tropicale ramo afro-mediterraneo che, oramai, è da considerare un compagno d’avventura fisiologico e di tutto l’anno.

Cederà e cederà soprattutto da metà settimana, quando l’autunno si riprenderà dal torpore e segnerà una fase più instabile o variabile, ancorata ad un cambio di circolazione nel segno di un jet stream in grado di tornare a svolgere il mestiere che, per il periodo, è quello che gli compete. Ma chissà se la presa la mollerà in un modo marcato e duraturo.

C’è, infatti, da considerare il peggioramento conseguente al transito rapido di una saccatura intorno ai giorni 3/4, ma c’è anche da tener presente che, a seguire, l’alta pressione potrebbe tornare a fare da freno o da muro all’atlantico, costretto nuovamente a deviare verso nord-est e, in parte, a sfogare in meridiana nel suo bel mezzo o in aree prospicenti l’iberia.

Naturalmente stiamo trattando, in questo caso, della seconda settimana di novembre e di tempi ancora lontani, per cui vedremo. Il disegno mostra il profilo ondulato ovest-est e la saccatura in arrivo o in transito sopra menzionata collocabili intorno ai giorni 3/4, mentre la simbologia intende mettere a confronto l’andamento di una isoipsa di riferimento (sequenza rosso, blu, viola) da oggi all’inizio della prossima settimana.

A cura Pierangelo Perelli

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