Iniziamo col dire che il prossimo sarà sicuramente l’ennesimo weekend di bel tempo su Toscana e settentrione.
Solo dalla Toscana meridionale/Lazio in giù maggiori velature a a tratti vera copertura con possibilità di qualche precipitazione procedendo verso il resto del meridione.piogge a tratti più intense per Sardegna e Sicilia orientali
Con l’inizio della prossima settimana la disposizione delle figure bariche (così a lungo penalizzante per il medio/alto versante tirrenico e nord Italia da mesi in siccità), potrebbe iniziare a mutare.
Si smantellerebbero il coriaceo blocco anticiclonico centro/nord europeo e l’alta scandinava che da giorni hanno permesso l’arrivo di correnti quasi continue dai quadranti nord orientali, con gli unici benefici piovosi al centro sud lato Adriatico, ivi con neve anche molto importante sulle relative montagne.
Le discese artico marittime o semplicemente polari marittime inizierebbero quindi a trovare maggior sfocio verso le basse latitudini, puntando più direttamente Spagna e Francia e di conseguenza il Tirreno; c’è però un problema: l’anticiclone resisterà con una propaggine sul Regno Unito e questa variabile potrebbe far si che le discese perturbate partano comunque con traiettoria già troppo sbilenca e correnti portanti nord occidentali (sarebbe ancora secco o quasi per nord ovest e interno toscano).
Tutto ciò almeno in un primo momento: le carte qui proposte del modello europeo ecmwf ci mostrano un primo attacco con effetti perturbati possibili maggiormente al centro sud e solo sparsi su tirreniche e nord est, poi la strada potrebbe occidentalizzarsi ulteriormente in modo da pilotare correnti umide e piovose tra Mar Ligure, Baleari e alto Tirreno.
Da segnalare anche un’altra importante variabile. un affondo depressionario secondario tra Portogallo e nord Africa, dal cui aggancio o meno ad opera del flusso polare principale potrebbero aprirsi scenari molto diversi.
Non resta che attendere e monitorare: consapevoli che ormai la siccità sulle ben note aree oggetto di discussione (oltre a tutto l’arco alpino e nord appennino) sta toccando livelli preoccupanti.
A cura di Simone Scarpelli