L’evoluzione ed il nuovo disegno meteo euro-atlantico descritti da giorni vanno configurando questo finale del mese e configureranno l’inizio di dicembre. Il relativo quadro si presta a pochi dubbi e si presta, al contrario, alla chiara e netta definizione della classica situazione mobile caratterizzata da successive moderate e rapide irruzioni polari o artico-marittime.
Tanto poco a che vedere con quanto desiderano veramente i freddisti quanto, tuttavia, in sintonia con i primi assaggi di inverno. Perché è evidente che una successione di irruzioni di questo tipo non può che determinare il classico tempo molto variabile, di segno settentrionale, ed associato ad un contesto termico abbastanza in linea con il periodo. Le medesime irruzioni possono corrispondere variamente a sfuriate di venti occidentali in rapida rotazione a settentrionali, ad una certa distribuzione di precipitazioni anche nevose a quote relativamente basse al nord e segnatamente sui settori orientali, a fasi significativamente instabili soprattutto sul centro-sud e a diminuzioni termiche corrispondenti. In questi casi, essendo principalmente il mediterraneo centrale il bersaglio di detti impulsi, succede che gli effetti ciclogenetici corrispondenti non sono, in genere, così significativi, che i settori nord-occidentali risultano meno esposti e che tutto si risolve in sacche in affondo ma anche in rapido trasferimento verso levante. Il disegno mostra la situazione prevista in quota nell’immediato inizio di dicembre e, con il supporto della simbologia costituita dalle frecce indicative delle saccature e dei relativi loro movimenti, fornisce bene l’idea delle successive onde negative mobili alimentate dall’aria fredda dell’oceano settentrionale ed in movimento mediamente da nord-ovest a sud-est. La saccatura attualmente in azione è quella che nel disegno ritroviamo sul mar nero, mentre la successiva disposta sulle isole britanniche è quella destinata a coinvolgerci intorno ai giorni 2/3.
Osservando il lungo termine si può pensare anche che un tale contesto di alternanza tra irruzioni ed intervalli possa prolungarsi anche oltre i giorni 5/6, ma qui le certezze sfumano parecchio soprattutto perché quanto l’eventuale irruzione dei giorni 5/6 possa costituire l’ennesimo episodio depressionario di una catena destinata a proseguire oppure possa corrispondere ad un episodio di chiusura preludio di una nuova fase, rimane assai da verificare. I freddisti, evidentemente, nell’episodio di chiusura associato ad una rimonta più stabile e consistente dell’anticiclone atlantico e tale da configurare un bel rex-blocking, possono anche sperarci. E possono anche sperarci perché alcuni modelli, effettivamente, per quei giorni indicano proprio il profilo che nel disegno è simboleggiato dalle frecce più grandi in semi-trasparenza. Tuttavia, prima di accogliere detto disegno con entusiasmo, aspetterei…