Seconda parte di Aprile che potrebbe continuare sulla falsa riga della prima. Masse d’aria più fredde continueranno a transitare sull’Europa centrale.
Come anticipato pochi giorni fa, continua a mancare l’assenza di una figura stabile e mite sul Mar Mediterraneo. La mancanza di giornate miti e soleggiate, sta provocando diversi danni alle colture italiane, con le gelate notturne che si stanno tramutando in un vero e proprio killer dei campi agricoli.
Ma perché siamo in Aprile e continua a far freddo?
Precisiamo innanzitutto il fatto che, la stagione primaverile, vive di dinamicità atmosferica, vive di regimi ondulatori delle varie circolazioni bariche che, a seconda dei casi, apportano temperature più o meno consone alla stagione di transito.
Di conseguenza è del tutto ERRATO associare la stagione primaverile alla bella stagione estiva, in quanto l’una non rappresenta l’altra. Specie in Aprile, le nostre latitudini possono ancora essere interessate da refoli freddi provenienti dalle regioni dell’Artico, ciò però non toglie che stiamo vivendo un mese un po’ sottotono.
Vediamo brevemente il perché di quest’anomalia a livello europeo:
L’immagine sopra allegata rappresenta la posizione della linea di convergenza intertropicale, situata sugli Stati dell’Africa centrale. Qui convergono rispettivamente gli alisei dei due emisferi che dettano legge sulla posizione delle calde circolazioni subtropicali. Come potete notare, la linea nera rappresenta la posizione che nel suddetto periodo dovrebbe assumere tale convergenza ma, in realtà, la posizione risulta leggermente al di sotto della media di riferimento. Il che si tramuta in una bassa circolazione calda, poco propensa a risalire verso Nord ed a portare i suoi tepori sul Mediterraneo. Quest’anomalia a livello continentale rappresenta un’ulteriore chance per masse d’aria più fredde di portarsi di diversi gradi a sud del “normale”.
Un’altra concausa molto importante, assimilata a bassi livelli di calura continentale, è la quasi totale assenza di circolazioni di bassa pressione in Atlantico. Bisogna chiarire che, molte volte nella stagione invernale, la presenza di vaste circolazioni cicloniche in Oceano è garante di tempo stabile sui nostri settori, con le classiche nebbie da irraggiamento o avvezione che si vanno a creare sulle pianure, questo a causa dell’espansione dell’anticiclone delle Azzorre verso levante. Ebbene, la mancanza di un fattore chiave così importante (valori negativi dell’indice di teleconnessione NAO INDEX), apre spiragli ad elevazioni anticicloniche verso latitudini più alti, fungendo da vero e proprio muro oppressivo nei confronti sia di saccature oceaniche sia di masse d’aria più fredde nord-orientali che, così facendo, son costrette a muoversi verso gli Stati centrali lungo un canale instabile apertosi dalla ferita anticiclonica. Ciò favorisce bruschi cali di temperatura su diverse zone che, generalmente, riscontrano cieli più miti e piovosi. L’assenza di piogge serie, unita a freddi tardivi in espansione, rappresentano minacce estremamente pericolose per le diverse colture. Una situazione che, a parte brevi pre frontali di calore, non sembra destinata a cambiare ancora per diversi giorni.
Ne riparerleremo.
Giacomo De Gregorio.