Gelo russo lambisce l’adriatico: le conseguenze e le possibili evoluzioni.

Una massa d’aria gelida affluirà sui settori orientali, lambendo la nostra Penisola. Dinamica ancora estremamente incerta.

Temperature a 1450mt del modello europeo.

Dopo le fitte nevicate di Madrid e del centro-nord Italia, uniti alle correnti sciroccali e piovose del centro-sud, la circolazione si appresta a cambiare schema d’evoluzione.

Il riscaldamento in stratosfera non ha tardato a produrre effetti, tant’è che a due settimane ecco le prime conseguenze:

Una bassa pressione di origine artica, attualmente centrata sulla Scandinavia, inizia a muovere verso sud, distaccandosi dal flusso perturbato delle alte latitudini.


Oltre a racchiudere aria fredda, nella sua evoluzione verso il basso, richiamerà aria gelida dalla Russia (in alcuni casi fortemente gelida) sull’Est Europa, con nazioni come Romania ed Ucraina che avranno il picco con una -16 in quota ad 850 hPa.
Da lì la massa d’aria andrà incontro ad un rialzo termico dipartita in più direzioni, fino ad una -12 in Albania che è pronta a sfiorare le coste adriatiche.

Oltre l’Adriatico sorge il problema, con l’afflusso di termiche gelide che non risulta ancora chiaro: questa mattina l’americano GFS mira tutto ad est, con la nostra Penisola lambita soltanto da termiche più fredde e quota neve a partire dai 600 mt in su.
Volgendo lo sguardo a centri di calcolo diversi, vedasi ICON o GEM ad esempio, ma anche lo stesso parallelo dell’americano, la situazione risulta nettamente più a favore delle nostre coste, con quota neve praticamente in pianura e sulle coste, grazie all’afflusso di una -8 in quota ad 850 hPa.

Temperature a 1450mt del modello americano
Temperature a 1450mt del modello canadese
Temperature a 1450mt del modello tedesco
Temperature a 1450mt del modello americano parallelo

E’ chiaro dunque come la situazione risulti estremamente incerta ancora oggi, in particolare a causa delle ingerenze atlantiche da ovest che risultano una mina all’evoluzione di masse d’aria gelide.

Ci aggiorniamo.

Giacomo De Gregorio

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