Cos’è il vortice polare?
Il vortice polare è un’area di bassa pressione che stazione in maniera semi-permanente a ridosso del circolo polare artico.
Che vuol dire semi-permanente?
Vuol dire,molto semplicemente,che il suo percorso inizia nel mese di settembre per concludersi tra la fine di maggio e l’inizio di giugno dove,complice la maggior radiazione solare,va lentamente a riassorbirsi sotto forma di piccoli lobi di bassa pressione che scorrono sempre ad alte latitudini.
Detto questo,prima di vedere lo status fisiologico del vortice polare,bisogna sottolineare una cosa:
Li strati d’atmosfera che maggiormente incidono sulla circolazione meteorologica dei continenti e degli oceani sono rispettivamente la troposfera e la stratosfera.
La troposfera si estende per circa 10 km di altezza,rispettivamente 8 ai poli e 12 all’equatore.
La stratosfera,invece,si estende sino a 30km,immediatamente subito la tropopausa (lo spessore che divide troposfera e stratosfera).
Quest’ultima presenta anch’essa un vortice polare (VPS= vortice polare stratosferico) che differisce dal VPT ( vortice polare troposferico) maggiormente per le temperature che presenta.
Difatti,mentre il VPT presenta temperature mediamente fino a -40 a 850hPa,il VPS (quando si trova in situazioni estreme che al momento non ci interessano) può arrivare a temperature di -90 gradi (in questo caso a 10hPa).
Ora,a che punto siamo con la ripresa?
Al momento,in stratosfera,siamo in linea con le temperature medie o,volendo essere pignoli,giusto di qualche grado sotto la media.I flussi zonali relativi alla stessa quota (importanti per eventuali scambi meridiani) riprendono lentamente la loro corsa.
In troposfera?
L’indice NAO (sopra riportato) è visto in leggero rialzo nei prossimi giorni,sinonimo di una lenta ma moderata ripresa di attività perturbata in atlantico.
Ricordiamo che la NAO rappresenta la differenza di pressione tra depressione d’islanda e anticiclone delle azzorre (più è alta,meno probabilità avremo per eventi piovosi sul comparto mediterraneo)
L’AO,invece,risulta si in leggera ripresa ma successivamente in discesa.
Ciò porterebbe a pensare a probabili affondi instabili verso l’Europa,per lo meno nella prima parte del mese,ma sarà da definire la traiettoria.
Anche ad 850hPa (1450 mt) la situazione inizia a raffreddarsi,sinonimo di un’imminente rinforzo dell’area perturbata che ci accompagnerà fino a giungo dell’anno prossimo.
La stessa che sarà continuamente monitorata per delineare eventuali affondi freddi/gelidi nei prossimi mesi sull’Europa.
A cura di Giacomo De Gregorio.