⛈⛈⛈IL VOLTO MUTEVOLE DEI SISTEMI CONVETTIVI A MESOSCALA-⛈⛈⛈
I sistemi convettivi a mesoscala, conosciuti anche con l’acronimo inglese MCS(s), sono una variegatissima categoria di temporali che esprimono essenzialmente il massimo potenziale delle tempeste multicellulari. In primis è necessario evidenziare come essi nascano dall’unione di più cluster e prediligano il periodo del giorno che va dalle 19h di sera alle 10h del mattino. In secundis ribadire che in alcuni casi, all’interno di questi mostri temporaleschi e in particolar modo sul loro lato più meridionale, ma soprattutto in presenza di un rapido innalzamento dello Shear a 0-6 km, ci sia la possibilità di individuare, nascosta tra le sorelle, anche una supercella, foriera di downburst e possibili tornados. I Sistemi Convettivi a Mesoscala quindi, sono caratterizzati da forti precipitazioni, forti raffiche di vento e grandinate (a seconda delle caratteristiche della convezione). Si formano in seguito al passaggio di un fronte freddo specie sulle pianure del nord Italia e su alcuni tratti di mare; dal satellite appaiono bianchi e di forme alterne, in base alle caratteristiche dominanti. In prossimità delle celle più intense infine, vi è spesso la presenza di uno o più overshootings tops marcati.
All’interno di questa macro-categoria esiste un’ampia varietà di tipologie convettive. Gli MCS si dividono quindi in tre categorie principali;
1) MCS(s) classici e tondeggianti: dal satellite appaiono di forma ovale o tondeggiante con le precipitazioni distribuite pressoché a grappolo; sono i meno organizzati e i meno intensi (relativamente) anche se sul loro lato meridionale come detto in precedenza possono contenere una supercella.
2) MCS(s) lineari detti anche QLCS o più generalmente squall line/linee temporalesche: dal satellite appaiono di forma più allungata con precipitazioni distribuite in modo lineare e shelf clouds davanti al fronte di raffica; sono intensi, organizzati e si dividono in tre sottocategorie:
-Squall line classiche: per conformazione associate ai fronti freddi, lunghe centinaia di km e larghe massimo 50 (km), caratterizzate dalla presenza di nubi stratiformi sul loro lato occidentale/post-frontale; ben organizzate e molto intense.
-Bow echo/eco di prua line: lunghe da 20 a 120 km e ben più estese orizzontalmente di una linea squall classica; molto organizzate e violente.
- Derecho: lunghe anche migliaia di chilometri, frequenti sulle pianure americane, meno in Europa; si presentano come lunghissime linee di squall con un’unica o più linee ad eco di prual (echo wave pattern), causano effetti devastanti e sono la sottocategoria di MCS più violenta in natura (spesso chiamati uragani di terra). 3) MCS(s) V-shaped: dalla caratteristica disposizione a V delle celle temporalesche, questi sistemi autorigeneranti sono i più pericolosi in termini pluviometrici, stazionano in loco per molte ore causando nubifragi e alluvioni; sulle pianure acquistano potenza sotto il profilo del gust front e spesso, lungo il vertice, per invorticamento delle masse d’aria, presentano una zona più o meno importante di rotazione mesociclonica.
È importante inoltre evidenziare la longevità di questi sistemi che usufruendo dell’energia (Kj/kg) presente in atmosfera arrivano a perdurare fino 3/6 ore.
Infine, come spesso accade in Pianura Padana, questi ammassi temporaleschi attraversano anche più fasi di convezione intensificandosi a seconda delle caratteristiche appena enunciate.
Un esempio abbordabile è stato proprio l’MCS lombardo di Venerdì 24 Luglio, inizialmente di tipo classico e in seguito lineare Bow-Echo con tutti i danni e gli effetti del caso.
A cura di Lorenzo Colangelo, Andri Thana Alessio Macerola, Davide Casotti.